"E' dura, okay?"
Davide non sapeva cosa dire, vederlo così abbattuto, così diverso dal solito, lo spiazzava.
"Uno schifo"
Cosa avrebbe dovuto dirgli? Le classiche paroline per confortarlo non avrebbero funzionato, lo sapeva. Il ragazzo forte che aveva conosciuto in quella stanza non era fatto di pietra, aveva delle emozioni. E Davide si sentì sciocco per non aver seguito il suo istinto e parlare prima col moro, costringerlo a parlargli.
Invece gli aveva lasciato i suoi spazi. Lo aveva lasciato solo a riempirsi di cattive emozioni.
Poi con le parole di prima si era sfogato, aveva gridato la sua frustrazione e in quel momento Davide aveva capito, tutti i pezzi avevano preso una chiara forma nella sua mente.
"Aspetta"
Cercò di fermarlo quando vide che cercava di allungarsi verso la sedia a rotelle per arrampicarsi. Voleva davvero aiutarlo, non vederlo arrampicarsi maldestramente su quell'affare.
"Faccio da solo"
Le sue parole fredde non lo scoraggiavano, ci voleva molto più di un Giò scontroso per farlo arrendere.
"Giò dove vuoi andare?"
C'era del rimprovero nella voce del riccio, un tono che non poteva essere ignorato.
"Ho bisogno di solitudine, non lo so"
Fu quella frase, pronunciata con incertezza e un'insicurezza che non calzava bene su un ragazzo come Giovanni, a farlo alzare.
Gli avrebbe lasciato nuovamente dello spazio, ma solo per permettergli di riflettere su cosa era appena accaduto. Si fidava di lui, sapeva che avrebbe superato anche questa, era un ragazzo forte.
"Che fai?!"
Esordì fissando il riccio che si era alzato e si stava chiaramente dirigendo verso la porta.
"Ti lascio la solitudine che volevi"
E quella di cui aveva bisogno. Ne avevano bisogno entrambi.
"Posso andarmene io!"
"No, me ne vado io"
E non ascoltò altro, a passo lento e incerto raggiunse la porta, appoggiandosi per aprirla.
"No Davide"
Si morse il labbro, lo stava pregando e lui gli stava voltando le spalle. Ma era per il suo bene, avevano entrambi bisogno di solitudine. Il moro doveva chiarirsi le idee, calmarsi e riflettere sule parole del riccio.
Davide doveva pensare, a tutti quei momenti in cui aveva ferito il moro senza rendersene conto. In fondo aveva ragione l'altro, era stato un insensibile. Lui agli occhi dell'altro aveva tutto, la salute che tornava e una persona che l'amava.
Alba.
Era scontato che l'altro prima o poi sbottasse, in una situazione complicata come la sua.
Lasciò Giovanni su quel pouff, con la sedia a rotelle vicino e senza la volontà di spostarsi.
Se ne era andato. Perchè si sentiva così vuoto? Perchè tutte le persone lo abbandonavano?
Discutere con il riccio lo aveva innervosito ma aveva anche tirato fuori delle parole che teneva chiuse dentro di se. Lo aveva aiutato a fare chiarezza, sui suoi legami. Non solo con Alessio, ma anche con il suo compagno di stanza. Lo conosceva da poco, eppure non poteva farne a meno.
Il perchè? Non se ne curò, non era uno dei suoi pensieri primari, avrebbe sicuramente risolto con lui. O almeno lo sperava.
Guardò lo schermo del telefono, ma nessuna traccia di notifiche.
STAI LEGGENDO
Blindness is not Hopeless
FanfictionAlessio non riesce a dimenticare quegli occhi azzurri, così tempestosi, circondati di nero, del ragazzo appena incontrato sulla soglia di quella fredda stanza d'ospedale. Gennex | AU ovviamente "E tu perché sei qui?" "Una semplice visita di controll...