Farfalle

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Alessio si massaggiò la guancia distrattamente, era semplice dolore fisico, non ci fece neanche tanto caso. Sapeva che ritrovarsi alle mani con qualcuno era solo uno stupido modo per difendersi. Probabilmente le argomentazioni non erano a favore della ragazza e l'unico modo per uscirne 'vittoriosa' era ricorrere alla violenza.

Affari sua.

Lui aveva ben altro a cui pensare.

Si sedette di nuovo sullo scalino, l'unico che era rimasto asciutto, prese il telefono tra le mani e controllò che la chiamata fosse ancora attiva.

"Genn?"

"Alex? .... ti sei preso uno schiaffo da una ragazza?"

Rise appena sentì il commento dell'altro, divertito dal fatto che tra tutte le domande possibili, fosse uscita proprio quella.

"Probabilmente avevo ragione e lei non sapeva come uscirne. Ma non mi interessa. Hai sentito tutto?"

"Mh, si"

"E non dici niente?"

"Che dovrei dire?"

Era una strana reazione, insomma, era meglio così che scatenare un'altra serie di problemi.

Ma il moro quasi non ci credeva che tutto fosse andato liscio. Che non avesse domande.

"Ho sentito quello che vi siete detti e ho capito, non i dettagli ovviamente, ma non mi interessano, insomma.... se vuoi parlarmene va bene ma, non ne sento il bisogno"

"Sei sicuro?"

"Si hey, che c'è che non va?"

"Niente, mi preoccupo soltanto che possa averti dato fastidio, insomma"

"Beh Ale, fino a prova contraria riguarda il passato e non mi sembra che siate rimasti neanche poi tanto in buoni rapporti. Quindi di cosa dovrei preoccuparmi?"

Il moro riflettendoci capì che le sue paranoie erano infondate, Genn sembrava aver compreso la situazione. Era lui che non riusciva a sentirsi tranquillo quando pochi minuti prima si era scatenato il caos per colpa di uno stupido audio.

"Forse dovresti preoccuparti del funerale, mi ammazzerà presto"

Al commento sarcastico di Alex, l'altro sbuffò sitemandosi sotto le coperte.

"Oh ma per piacere! Come sei melodrammatico"

"Se se"

Alessio prese la tazzina del caffè, spostando il cucchiaino sul pavimento freddo, per avvicinarla alle labbra.

"Poi quando dovrai scrivere il discorso al funerale ne riparleremo... o forse no"

Ridacchiarono entrambi, il biondo sbuffò arreso mentre l'altro prese un sorso del caffè che tanto aveva aggognato.

Emive un verso disgustato per poi interrompere le accuse del biondo, che vaneggiva su quanto fosse irritante lui e il suo essere melodrammatico.

"Dice di essere mia amica e poi ha messo lo zucchero nel MIO caffè"

Lui odiava lo zucchero nel caffè.

Gli altri potevano anche berlo zuccherato, ma a lui il caffè piaceva che sapesse di caffè.

Ed era molto ferrato su questo punto.

"Che schifezza"

"Ma lo vedi come sei meodrammatico!"

La pioggia continuò a cadere per tutta la notte, raffreddando ancora di più l'aria serale. Alessio sentiva i brividi salirgli lungo il corpo, nonostante fosse avvolto nel giubbotto, sciarpa e cappellino.

Blindness is not HopelessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora