Quando Alessio era passato davanti all'infermiere questo non gli aveva riservato nessuno sguardo da maniaco. Anzi, gli aveva appena lanciato uno sguardo indifferente, per poi aggiungere "e' già dentro".
Era finita lì, quasi non gli sembrò possibile.
Smise di pensarci nell'esatto momento in cui aprì la porta, senza bussare. A ripensarci si sarebbe dovuto almeno degnare di bussare, ma sovrappensiero com'era, non prestò molta attenzione al galateo e robe simili.
Il biondo scattò, quando sentì la porta aprirsi, guardandolo con occhi di chi è appena stato colto sul fatto.
Teneva in grembo la chitarra, in quell'istante aveva appena pizzicato la quarta corda, il suono che ancora vibrava nella stanza. Alessio chiuse la porta alle sue spalle, senza fiatare, mentre osservava il biondo con la chitarra in mano, che lo guardava.
Poi sedendosi su un pouf, con lo sguardo di Genn ancora addosso, disse "scusami se non ho bussato, ripensavo all'infermiere che per una volta è stato stranamente normale"
Incorciò il suo sguardo, per poi perderlo quando l'altro l'abbassò rapidamente.
"Come va?" se ne uscì il moro, realmente interessato alla risposta dell'altro, che distrattamente disse "Normale, tu?"
Ignorò la domanda e indicando la chitarra chiese "La stavi accordando?" notando il piccolo strumentino rettangolare, di plastica grigia, usato appunto per accordare le chitarre.
Lui guardò prima lo strumento, poi la chitarra e il moro "Tentavo di farlo, si"
Alessio prese la chitarra, per vedere se fosse realmente accordata, mentre pizzicava la chitarra non guardava il biondo, che intanto si era seduto a gambe incrociate e sembrava un tutt'uno con il pouf, le mani nascosta nella felpa nera e le gambe in un groviglio quasi impossibile.
Fu' Alessio a spezzare quel silenzio che si era creato, percepiva le tensione dell'altro, non capii se era per l'essere piombato nella stanza senza bussare o per altro. Però parlare gli sembrò la cosa più naturale, spontanea.
Gli raccontò di nuovo di se, dell'università, dei corsi e dell'esame appena fatto, proprio quella mattina. Poi iniziarono a parlare delle scuole superiori, la chitarra momentaneamente abbandonata sulle gambe di Alessio.
E lentamente, più parlavano più il biondo sembrava sciogliersi. Aveva parlato anche di se, ma soprattutto parlavano di musica.
Si scoprirono fan degli stessi artisti.
"Per non parlare poi di Ed Sheeran, cioè"
"Ti piace Ed Sheeran?" chiese stupito Genn, con un tono di voce così tranquillo che fece dimenticare ad Alessio tutto quello che il biondo nascondeva.
"Ovvio! A chi non piace Ed... aspetta, non dirmi che tu"
Il biondo lanciò un gridolino e sbattè le mani un paio di volte "Oddio vorrei diventare come lui, insomma guardalo!" e iniziò un discorso incentrato su Ed Sheeran, comportandosi entrambi come dodicenni impazzite.
Poi Genn si lasciò sfuggire "Ecco perchè ho scelto I'm a mess" per poi bloccarsi, freddando l'euforia che si era formata.
Alessio lo osserva, lasciandosi scappare un ghigno "Quindi vuoi suonare I'm a mess" prese la chitarra e la sistemò meglio, per poterci suonare.
L'altro intanto era rimasto immobile, poi quando realizzò si mosse nervoso "Ma non so il testo"
Alessio lo guardò, consapevole che era solo una scusa e il biondo lo sapeva. Sapeva che l'altro era convinto che lui sapesse il testo a memoria, era ovvio.
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Blindness is not Hopeless
FanfictionAlessio non riesce a dimenticare quegli occhi azzurri, così tempestosi, circondati di nero, del ragazzo appena incontrato sulla soglia di quella fredda stanza d'ospedale. Gennex | AU ovviamente "E tu perché sei qui?" "Una semplice visita di controll...