Sorprese

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Passò un settimana esatta, durante la quale il moro tornava in ospedale praticamente ogni giorno, per rinchiudersi in quella stanza e suonare qualcosa insieme al biondo. Gli altri due passava a salutarli qualche secondo, ma non chiedevano mai di poter andare con lui da Genn.

Nessuno aveva più parlato di quello che si erano detti quel giorno, tantomeno dell'abbraccio. Anzi, sembrava non essere mai successo niente. Non che dispiacesse a qualcuno, in fondo significava che niente era cambiato.

Ma Alessio sentiva che alcune cose erano ancora in sospeso, che il biondo aveva parlato di se, ma non abbastanza. Aveva anche tentato di fare qualche ricerca in internet, ma aveva trovato cose talmente raccapriccianti che aveva mollato. Si andava dalle stelle alle stalle, alcuni articoli parlavano addirittura di morti lente e altri ambiti a cui il moro neanche voleva pensare.

Era di nuovo lì, in quell'ascensore, con quella fastidiosissima musichetta. Stava salendo all'ottavo piano, quando sentì il telefono vibrare nella tasca dei jeans.

Le porte si aprirono e lui uscì, per poi controllare i messaggi. Tra i tanti, alcuni di quei gruppi in cui visualizzi senza leggere, ne aveva ricevuto uno dal biondo, lo aprì, mentre se ne stava fermo con alle spalle le porte dell'ascensore che si richiudevano.


Oggi puoi venire su


Non era una domanda, ma una semplice affermazione, che spiazzò di non poco il moro. Si sentì momentaneamente spaventato, ma non poteva visualizzare senza rispondere. Voleva prima passare da Giò e Shorty, per fargli due domande sul biondo. Optò per essere sincero e scrisse

Faccio un salto dai due cretini qua e arrivo

Chiuse il telefono e con passo svelto entrò in camera dei due. "Perchè non sei da Genn?"

Non lo avevano fatto neanche entrare, rise e rispose "Buongiorno anche a voi, come state? Io bene grazie"

"E' successo qualcosa?" insistete Shorty con un tono degno del più ansioso genitore tra i genitori ansiosi.

"Smettila di comportarti come se fossi mio padre !" Risero e Giò disse qualcosa come "Papà Shorty" tra le risate

"Solo che è strano non vederti con Genn, ormai vieni qui per trovare lui, mica Giò. Anche se è meglio così, con tutto quel cibo che porti inizierebbe a rotolare" "Shorty!"

Il ragazzo ignorò le proteste del compagni di stanza, per chiedere perchè fosse venuto in camera loro. Ormai parlavano tramite telefono e se accadeva qualcosa di nuovo lo sapeva praticamente subito. Il moro inoltre non aveva più bisogno di tanta compagnia, dal momento in cui il suo compagno di stanza si era rivelato essere un buon amico.

"Ti ha chiesto di andare nel suo reparto?!" Reagì stupito il moro, stropicciando le coperte che erano costantemente in disordine.

"Si Giò..."

"E che ci fai qui, diamine, se potessi alzarmi tranquillamente ti avrei già preso a pedate!" Alessio lo guardava ridendo, perchè era davvero buffo, sembrava un fan che aveva appena scoperto di aver perso un importantissimo aggiornamento del suo gruppo musicale preferito.

"Non perdere tempo idiota!"

"Hey calmino, sto andando, volevo passarvi a salutare scusate"

"Esci da quella porta che il tempo scorre!" Adesso si fingeva un attore da melodramma, esagerando nelle pose,che facevano ridere gli altri due.


Poi Shorty si fece serio e richiamò il moro che se ne stava andando

"Alessio?"

Blindness is not HopelessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora