Sentì il respiro mancargli.
I polmoni bruciavano, poteva sentirli, in lontanazna. Poteva percepire il suo corpo pregarlo di riprendere il controllo.
Ma la sua mente stava aprendo cassetti che lui aveva sigillato da tempo. Sembrava aver aperto il vaso di Pandora, immagini e ricordi gli tornavano alla mente, ferendo nuovamente la sua pelle su quelle cicatrici che non avevano fatto in tempo a sparire.
Non vedeva il telefono brillare a causa dei messaggi e non sentiva nenche il rumore del silenzio serale che dominava quella camera.
La sua mente era convolta nel turbinio di ricordi, l'odio che gli avevano scaricato addosso in passato, gli errori che si era promesso di non commettere mai più.
Aveva giurato di diventare insensibile e adesso eccolo lì, fragile e debole tra delle coperte, incapace anche di respirare nuovamente, solo per una stupida parola.
Stava avendo un attacco di panico, o ci era estremamente vicino.
Era una motivazione assurda eppure si era lasciato andare.
In fondo era vero che le cose non si risolvevano con così poco.
Restava sempre un disastro, un caos da sistemare e ci sarebbero voluti mesi e mesi per cercare una 'normalità' che non sarebbe esisitita più. Il passato ti segna, per sempre.
Non si torna mai indietro, ma si deve andare avanti.
Si sentiva bruciare, la mancanza d'aria si stava facendo urgente e la sensazione di essere sul punto di perdere il controllo si fece sempre più vivida.
E per andare avanti doveva uscire di lì.
"Respira cazzo respira"
Doveva respirare o avrebbe definitavemnte ceduto ai mostri della sua testa e non lo avrebbero mai lasciato in pace.
E in un'attimo crollò quella gabbia che aveva intorno alla cassa toracica.
Sentì l'aria fresca colpirgli i polmoni come l'acqua che forza una diga per riversarsi distruttiva nel sottobosco. Riprese il controllo del suo corpo, rendendosi conto di non essersi mosso dalla posizione in cui era e di non aver mai realmente smesso di respirare.
Andava tutto bene.
Allungò le gambe davanti a se e fece un grande respiro.
Ci era riuscito, si era fermato prima, andava tutto bene.
Andava tutto bene.
Rimase per qualche secondo fermo, in trance, senza un pensiero in testa se non il fatto che non si era fatto totalmente prendere dal panico.
Poi realizzò. Come ci era finito in quella situazione?
La sua mente sembrò tornare alla realtà e il ricordo di quello che era appena successo si fece vivido.
Quell'audio.
Il telefono, dove era finito il telefono?
Alzò il piumone chiaro, ma non riusciva vederlo nonostante avesse la cover nera. Poi sentì la vibrazione tipica delle chiamate e si rese conto che era finito in una delle pieghe del lenzuolo stropicciato. Aveva l'abitudine di dormire con il piumone e accantonare il lenzuolo da un lato. durante la notte.
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Blindness is not Hopeless
FanfictionAlessio non riesce a dimenticare quegli occhi azzurri, così tempestosi, circondati di nero, del ragazzo appena incontrato sulla soglia di quella fredda stanza d'ospedale. Gennex | AU ovviamente "E tu perché sei qui?" "Una semplice visita di controll...