"La prossima volta ci ritroviamo nella stanza di prima"
"Non mi sembra una grande idea geniale, lasciatelo dire"
"Ora sei tu che dovresti farmi finire. Dunque, mi dirai che canzone è, ma invece di venire a trovare Giò verrò da te, ci stai?"
Il biondo non ci pensò neanche un secondo, aveva già risposto appena aveva capito che Alessio sarebbe andato a trovarlo.
"Alessio, meglio di no"
A quel punto il moro si fermò, perplesso ricordandosi della sua reazione quando aveva proposto di tornare a trovarlo. Ma stavolta non si trattenne, sentiva di potersi prendere un minimo di confidenza.
"Chiamami Ale o Alex, e perché?"
"Perché è meglio di no"
Genn guardava in basso senza prestare realmente attenzione a cosa stesse osservando realmente.
"Neanche se ci ritroviamo direttamente nella stanza?"
Si sentiva quasi a disagio, si sentiva invadente e non voleva esserlo. Ma quel ragazzo sembrava quasi bisognoso delle attenzioni di qualcuno. Agli occhi d Alessio quel aveva bisogno di una scossa, per uscire dal guscio.
"Dai, nella stanza puoi venire, no?"
Ci sperava, in una risposta affermativa, quello era un compromesso, sarebbe tornato a trovarlo ma non nella sua camera. Non sapeva neanche se potesse andarci, insomma, non ci capiva tanto di regole ospedaliere.
"Si, dai, va bene..."
E per poco non saltò sul posto. Si sentiva stupido ad essere così emozionato, si sentiva stupido mentre percepiva un senso di soddisfazione pervadergli il corpo
Il biondo gli aveva concesso la possibilità di incontrarsi di nuovo, poteva considerarlo un passo avanti? Ma avanti verso cosa?
"Perfetto!"
E tornarono a camminare verso la camera dei due. Alessio era indeciso, sul chiedere il titolo della canzone, argomento che ormai si stava leggermente accantonando nella sua mente o assicurarsi di non esser stato troppo asfissiante.
"Genn?"
"Mh?"
"Però non sentirti costretto, cioè, non volevo impormi se-"
"Alex va bene, davvero"
Optò per dare pensiero alle proprie ansie, rare, ma comunque presenti nella sua vita. E la risposta del biondo confermò che le sue erano solo paranoie.
Quando si voltò per vedere con che faccia stesse rispondendo, ebbe la conferma che non lo aveva turbato.
Anzi, sorrideva.
E Alessio si ritrovò a pensare su chi fosse realmente quel biondo. Scontroso e perennemente incazzato col mondo o sorridente per piccole cose?
Insomma, è vero che una persona è fatta di tante sfumature, ma è possibile farsi un idea generale, no?
Con il biondo Alessio non riusciva a capire.
Adesso erano rientrati in camera e appena varcata la soglia tutto si era trasformato. La ragazza era corsa in contro a Genn, abbracciandolo e lui era diventato un pezzo di legno. Aveva appena poggiato la mano sulla schiena di lei, poi si era staccato il più velocemente possibile.
Quello non era un abbraccio gradito, tantomeno un abbraccio.
Alessio sentì Davide richiamare la ragazza con un filo di rimprovero nella voce.
"Alba, quello è Alex" poi rivolto al ragazzo aggiunse "Alex, Alba, la mia ragazza"
Si strinsero la mano e in quei pochi secondi cambiò il suo modo di vedere quella ragazza. All'inizio non gli piaceva, per come aveva abbracciato Genn, che già conosceva probabilmente, senza rendersi conto che quel gesto non era affatto apprezzato dal biondo.
Poi il suo sorriso, il suo modo solare di parlare e di rendere visibilmente gioioso un innamorato Davide, gli fecero cambiare idea. Si rivelò davvero una brava ragazza, anche lei cantava insomma erano tutti artisti in quella stanza, legati da un filo invisibile.
Poi arrivò il momento di andarsene, di lasciare i due ragazzi nuovamente soli in quella camera. Non che gli dispiacesse, si divertivano comunque anche senza di loro. Uscirono insieme da quella camera, tutti e tre. Alessio camminava al centro, con la ragazza da un lato e il biondo dall'altro.
Lui e Alba parlavano, lei gli raccontava di quando aveva conosciuto Davide e Alessio era sorprendentemente curioso. Si aspettava discorsi noiosi e melensi, e invece si stava divertendo, mentre prendevano in giro il riccio ignaro. Il biondo sembrava quasi non essserci in quella conversazione che durò poco, il tempo di raggiungere l'ascensore.
In quel tempo il moro lanciava occhiate all'altro mentre pensava a un modo per coinvolgerlo nel discorso, e per controllare le sue reazioni.
Alba affrettò il passo, per chiamare l'ascensore, premendo il pulsante e lasciando indietro gli altri due.
Alessio guardò il biondo, che si osservava le scarpe e con un filo di voce disse "Vuoi il mio numero? Così possiamo sentirci anche fuori da queste mura. Ci teniamo in contatto"
A quel punto lo guardò, mostrando i suoi occhi chiari per poi rispondere "va bene" Estrasse il telefono dalla tasca dei pantaloni scuri e lo lasciò in mano al moro.
Si scambiarono i numeri e si lasciarono davanti alle porte di quell'ascensore che si chiudeva, lentamente, spezzando freddamente quel piccolo contatto visivo che si era formato. Alessio che gli sorrideva e il biondo che scuoteva appena la mano seminascosta dalla manica del maglione troppo lungo.
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Hey belle persone
Sono in ritardo lo so lo so, potete odiarmi, potete farlo, ne avete il diritto.
Questo capitolo è cortino, lo so ma insomma, mi serviva e anche interromperlo in questo punto mi intrigava. Indipercui eccoci qua
Non disperatevi, l'altra parte sta per arrivare ehheheheheheheh
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Blindness is not Hopeless
FanfictionAlessio non riesce a dimenticare quegli occhi azzurri, così tempestosi, circondati di nero, del ragazzo appena incontrato sulla soglia di quella fredda stanza d'ospedale. Gennex | AU ovviamente "E tu perché sei qui?" "Una semplice visita di controll...