Si trovavano in un piccolo parcheggio vicino a una recinzione di legno. Dall'altro lato c'era una striscia di alberi, cespugli e una recinzione di legno, pericolante; in alcuni punti poteva intravedere quello che sembrava essere l'inizio degli scogli.
In lontananza poteva vedere il mare, mischiarsi al colore argenteo del cielo.
Il vento trasportava una quantità di odori tale che per un momento ebbe la sensazione di essere entrato in un negozio di profumi. Sentiva il sale pizzicargli la pelle e l'odore del vento invernale stuzzicargli le narici.
Notò il rumore prodotto da Alessio nel chiudere la portiera del guidatore e si voltò per aiutarlo.
"Non sono mai stato qua, sai?"
"Lo immaginavo, si arriva qua solo con la macchina e in molti non hanno idea di come si faccia a scendere nell'ansa"
Raccolse uno zaino scuro dal sedile posteriore, guadagnandosi uno sguardo del biondo che si chiedeva cosa contenesse quello zaino. Tirò fuori anche la chitarra di Gennaro e un paio di asciugamani di spugna.
"E tu come mai lo sai?"
Si avvicinò per prendergli la chitarra ma l'altro glielo impedì, afferrandola per primo.
"Lascia, faccio io"
"Dai fammi portare qualcosa!"
"Non se ne parla, devi goderti la tua prima giornata di libertà"
"Dai Ale, già mi hai portato qua, mi sei venuto a prendere e mi hai scarrozzato. Io in più mi sono addormentato mentre guidavi, il che è strano perchè raramente mi addormento, in generale, non solo in macchina."
"Stop stop" Interruppe la valanga di parole che uscivano incerte dalla bocca del biondo, che non voleva apparire indiscreto ai suoi occhi, ma neanche approfittatore.
Voleva aiutarlo ma senza offenderlo.
E Alessio non si sarebbe mai potuto sentire offeso, voleva farlo.
"Puoi portare gli asciugamani"
"Ma"
"Niente ma, va bene così, seguimi e basta"
Chiuse l'auto con il pulsante sulle chiavi, per poi lasciarle cadere in una tasca del giacchetto, chiudendone poi la zip. Camminarono lungo la strada per qualche metro, fino ad entrare in una specie di canneto.
"Fa attenzione qua"
Dopo averlo avvertito Alessio spostò la vegetazione cresciuta in modo incontrollato, per svelare delle scalette di roccia. Scesero in quello spazio angusto, fino a sbucare su una piccola spiaggia fatta di sassolini colorati.
Era racchiusa da delle rocce, un classico golfetto da pubblicità di profumi, fu questo quello che pensò Genn appena vide il luogo fare capolino dalle rocce.
Poi si soffermò ad osservarne la bellezza, la spiaggia non era tanto grande, una decina di metri come larghezza e a dividere la roccia dal mare c'erano davvero pochi metri, tranne per un angolo che formava quasi una curva protetta da una parte della scogliera che sembrava formare una grotta a cielo aperto.
Probabilmente il cielo grigio, pallido in quel modo, rendeva tutto più incedibile, più freddo.
La roccia rifletteva quella luce soffusa, il rumore del mare lo ipnotizzava, così come il suo colore.
Riflettendo il cielo nuvoloso, aveva assunto un colore argentato e si muoveva delicatamente, ricordando una distesa di mercurio liquido, che si allungava nel tentativo di sfiorare i due ragazzi, per poi ritirarsi.
STAI LEGGENDO
Blindness is not Hopeless
Hayran KurguAlessio non riesce a dimenticare quegli occhi azzurri, così tempestosi, circondati di nero, del ragazzo appena incontrato sulla soglia di quella fredda stanza d'ospedale. Gennex | AU ovviamente "E tu perché sei qui?" "Una semplice visita di controll...