Corridoio

1K 90 3
                                    


Il biondo seguiva Alessio, che senza aprir bocca, stava cercando di svoltare l'angolo il più velocemente possibile per sfuggire a quello sguardo.

Una volta al riparo, si fermò, senza pensarci più di tanto.

Genn, che lo seguiva a testa bassa, gli finì addosso, senza riuscire a fermarsi.

Come il loro primo incontro.

"Ommiodioscusa" Alessio stringeva un braccio dell biondo, che era riuscito ad afferrare per non farlo cadere rovinosamente a terra.

"Ti ho fatto male?" Disse dopo aver ripreso fiato

"È un vizio"

"Cosa?"

"È un vizio scontrarti con le persone"

Come sempre, anche se lo conosceva da pochi minuti, Alessio era stupito da quel ragazzo, che parlava solo quando e di cosa voleva lui.

"Solitamente no, non mi capita spesso, sono io che salvo le persone dall'appendersi ai lampioni"

"Allora probabilmente è colpa mia" gli rispose con un leggero sorriso il biondo.

"Non è colpa di nessuno, sono stato sbadato" al gesto timido di Alessio, che si grattava la testa colpevole, l'altro alzò lo sguardo e gli sorrise, mimando un "ma nooo" a mezza voce.

"Ma quel maledettissimo infermiere ci guardava come se fossimo vestiti infiocchettati nel tulle rosa. Cosa aveva da fissare"

Vide l'altro abbassare di nuovo lo sguardo, e tirare le maniche.

"Dico, mica facevamo niente di male" continuò a dire. Non gli era sfuggito il suo cambiamento di atteggiamento.

Di nuovo.

"Lo fanno ancora. Lo faranno per sempre" disse l'altro con un filo di voce, quasi incomprensibile, sormontata dai bisbiglii delle persone che trafficavano nel corridoio.

"Cosa?"

"Devo andare" e sbrigativo si divincolò dalla presa dell'altro, che ancora non lo aveva mollato da prima, per avviarsi agli ascensori.

"Genn! Aspetta" lo disse forse con troppa enfasi per essere in un ospedale. E con troppa autorità verso una persona che aveva conosciuto qualche minuto prima.

Ma lui si fermò, a qualche passo dal moro, con lo sguardo che osservava la stampa della sua maglia, pur di non guardarlo in volto.

"Posso venire a trovare anche te, qualche volta, se ti va ovviamente. Magari mi fai sentire qualcosa"

"Meglio di no" la risposta secca del biondo lo fece rabbrividire. Non capiva, non sapeva come comportarsi, cosa dire, cosa non dire.

Voleva solo essere carino con un'amico di Giò.

Niente di più.

Gli sembrava anche una persona perbene, tranquilla e piuttosto interessante.

"Ma grazie" se ne uscì il biondo, pochi secondi dopo.
E fù in quel momento che Alex capì che quel ragazzo era strano, ma uno strano bello, uno strano che gli procurava una grande curiosità, quasi morbosa.

Perché gli sorrise, un sorriso che si poteva chiamare tale, perché aveva visto i suoi occhi brillare.
Per un istante, ma li aveva visti.
Eccome se li aveva visti.
Quegli occhi blu, quelle pagliuzze argentate, come i riflessi sull'acqua increspata dal vento, si erano mosse.

Poi era tornato tutto come prima. Il sorrisetto di cortesia avrebbe sostituito quell'attimo di gioia, di tranquillità.

Non si perse a rispondergli con il classico 'Prego'
Pensava, al perché sorridesse così tanto, al perché non lo facesse sul serio. Aveva capito che era solo un sorriso di cortesia.

Uno stupido sorriso finto.

Sparì, risucchiato dalle porte dell'ascensore, senza che Alessio se ne rendesse realmente conto.

Lo salutò, con un sorriso, ripensando a quel 'grazie' che lo aveva spiazzato.

E tornando da Giò decise che avrebbe voluto risentire quel grazie e rivedere quel sorriso.

Era una sfida personale.

Un obbligo verso il suo amico Giovanni.

--------
Zorpreza :3

Non lo è lo so hahahahahaaha ma sh
Ieri mi sono accorta che siamo già a un sacco di visite e boh, cioè mi fa stranissimo e non lo so

Ne ho pubblicato un'altro, perché tanto sono cortini e perché si
E potrei pubblicare un'altro pezzettino stasera, forse :-)))

E grazie per i vostri commenti e i voti, davvero, siete tenere :3

Blindness is not HopelessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora