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Pov's Carol
è da tanto che non vedo la mia bambina. Ormai però è cresciuta anche lei e per me non c'è altro da fare. Ma ogni mattino mi sveglio consapevole del fatto che siamo costantemente in pericolo e che prima o poi tornerà a tormentarmi.
Ogni singola notte mi manca sempre di più. Mi manca il suo buon profumo, mi mancano i suoi lunghi capelli neri che passavo a spazzolare ore ed ore, mi manca il suo sorriso che ricuciva ogni mia singola ferita, mi manca la mia piccola guerriera , la mia piccola Onika.
In questi giorni poi...non faccio altro che star male. Mi mancano i miei figli. Erano tutto ciò che avevo,ma ovviamente hanno spiccato il volo e sono autonomi. Forse più di quanto lo sia io.
Sono anni che vivo in questa casa isolata,e lontana sia da New York,sia dal Trinidad.
Non mi è mai piaciuta Toronto e non pi piacerà mai. È troppo fredda,troppo poco vivace.
Mi manca la mia vecchia vita,in un certo senso. Avrei voluto davvero dare di meglio ai miei figli,ma alla fine hanno fatto tutto da soli.
Eppure. Io sento che qualcosa non va per il verso giusto.
Noto una macchina nera parcheggiata davanto al vicolo e subito chiudo la porta a chiave. Mi avvicino alla finestra e spalanco le tende per vedere meglio chi sia. Un uomo di colore,altissimo,si avvicina con aria minacciosa alla mia abitazione. Credo di aver capito chi sia. Inizio a tremare e prego Dio che non mi succeda niente.
Lui è a conoscenza di ogni singolo cambiamento che ho fatto dopo il trasferimento. Ma è all'oscuro sia di dove si trovano Jelani e Onika,sia di cosa stiano facendo. O almeno spero.
Inizia a bussare insistentemente alla porta. Sento un colpo pesante,poi un secondo e anche un terzo. Indietreggio e la paura mi immobilizza,impedendomi di cercare un nascondiglio -No..mio Dio,non farmi questo!- urlo dentro di me,quando la porta cade per terra,producendo un rumore assordante -Carol...è da tanto che non ci vediamo...- si avvicina ghignando,e io intanto indietreggio ancora -Va via- tremo,tanto che non riesco a parlare -Dimmi dov'è Onika- mi stritola la mandibola e le mascelle con le sue mani possenti. Vado a sbattere con il bacino contro il lavello della cucina -No...dovessi morire!- urlo,con il coraggio che ho sempre avuto. Non potrá mai avere l'onore di toccare di nuovo mia figlia,nemmeno con un dito -Ti tortureró finché non me lo dirai,puttana!- i soliti pugni e calci si sono fatti più insistenti.
Per la prima volta ho paura che mi finisca una volta per tutte.
Ma ancora più intenso è il timore che possa fare qualcosa all'unica ragione della mia vita.
#scusate il ritardo!
:D

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