« Cameron! »
« Ti piace? »
« Da morire! Continua! »
« Sto per... »
« Ti prego! Ancora! »
« Vengo! »
« Anch'io! »
Due stanze: quella di Harry e quella di Justin. Quarantuno: i metri quadrati sommati. Centoventitré: le migliaia di litri di aria. Anche se inframezzati tra la stanza di Cameron e quella di Faith, nulla potevano.
Le urla, i gemiti, i cigolii del letto. Tutto si percepiva distintamente come fossero stati accanto a Faith.
E se fino a poco tempo prima era stato relegato solo a sordido sospetto, quei vocalizzi erano la prova inconfutabile che Faith ci aveva visto lungo.
Il mistero sull'uso della stanza era presto svelato con buona pace di Faith e della sua possibile amicizia con Savannah.
Non solo quest'ultima era la perfezione fatta persona, rendendole difficile la vicinanza causa le numerose imperfezioni di Faith, non solo avrebbe dovuto sorvolare sul piccolo dettaglio di abitare con il suo ragazzo ma ora avrebbe dovuto ulteriormente mentire sul fatto che Cameron era un autentico...
Bastardo traditore!
Appunto.
« Cameron! »
« Jenna! »
Abbiamo capito! Conoscete i vostri nomi!
Avete presente quando, chini sui libri, nella vostra mente pensieri estranei alla lettura deviano la vostra attenzione facendovi leggere per ore la stessa, medesima frase senza per giunta coglierne il significato?
Faith era entrata in quel loop che, alimentato da gemiti ed urla, oltre il disgusto, erano forieri di dubbi circa il suo normale volume della voce in quei momenti.
Ormai una vita fa. Neppure me la ricordo più quella sola singola volta...
Per un minuto tutto tacque.
Finalmente era finita.
« Cameron! »
« Jenna! »
Forse non ancora.
Era stanca, spossata e forse anche un po' gelosa.
Chiuse i libri sollevando una piccola nuvola di polvere dalla scrivania.
Nei giorni successivi avrebbe dovuto pulire il bagno, spazzare la stanza, cercare una sistemazione per i suoi libri, sostituire l'orripilante tendina della doccia, badato a due psicopatici, la ragazza di uno dei due, il lavoro, lo studio... in ordine di importanza inverso.
Troppo per una ragazza sola.
Uscì dalla camera, imboccò il corridoio, scese velocemente le scale, temendo Cameron uscisse da camera sua proprio in quell'istante, ed aprì la porta per il giardino.
« Conoscono i loro nomi vero? » chiese ironico Justin seduto sui gradini del patio.
Era spettinato, con i suoi capelli biondi tirati indietro in un ultimo tentativo di ordine; in pigiama, pantaloni larghi blu e maglietta a maniche corte grigia e con quella dannata telepatia che costringeva Faith a domandarsi il perché di tanta sintonia.
« Davvero! Anche tu non ne puoi più? »
« Ci sono abituato! Devi sapere che lo conosco da quando abbiamo tredici anni ed in questi lunghi sei anni ho sentito fare sesso Cameron più volte di quanto io non abbia sentito me stesso! » rispose ridendo.
« Allora perché sei qui fuori? »
« Le stelle. Hanno la strana capacità di tranquillizzarmi! »
Il cielo era terso e la brezza dell'oceano aveva spazzato via qualsiasi impedimento tra terra e cielo. Le luci fioche di quella remota parte di California erano una cornice romantica che mostrava tutto il suo splendore accanto a Justin.
Era felice ci fosse lui là fuori. Era l'unico minimamente degno di nota in quella casa, l'unico che la difendeva ed, in definitiva, l'unico amico in quella parte degli States - e non - e Faith aveva tutta l'intenzione a lasciare le cose nello stato in cui erano.
Sarebbe stato davvero difficile come Faith avrebbe presto compreso.
« E le conosci? » chiese Faith sedendosi a terra accanto a lui.
« Alcune. Vedi lassù? Oltre la cima del terzo albero. » indicò « Quelle cinque stelle a formare una "W"... quella è Cassiopea! Bella vero? Se invece guardi più a sinistra vedrai l'Orsa minore con la sua stella più luminosa... »
« La stella polare! »
« Bravissima! »
Un rumore sinistro tra le erbacce alla loro sinistra.
« Cos'è stato! » esclamò Faith avvinghiandosi al muscoloso braccio di Justin.
« Non preoccuparti! E' Rufus, il gatto di Maya che va a caccia. »
« Che scema! Dai vai avanti! Sai che non ho mai fatto tanto caso alle stelle prima? »
« Vuoi vedere la mia preferita? »
« Certo! »
Con un dito le sfiorò il mento spingendolo verso l'alto.
Allo zenith, una luminosissima stella svettava. Era brillante, luminosamente fredda e con un leggero alone blu tutt'intorno.
« La vedi? Quella stella lassù. Quella che oscura tutte in quanto a bellezza. Che pulsa al ritmo del mio cuore e, come ora, sovrasta chiunque altra e le spegne con un semplice sguardo. Lei è Faith... volevo dire Vega! La stella... si chiama Vega! »© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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ONE | Prima Stesura
Teen FictionRomantica, sognatrice, costantemente insicura. Questa è Faith. Diciannove anni sono bastati per segnarla più di quanto lei stessa odi ammettere, un passato visibile negli errori del presente, con la scrittura unico sogno e sentiero tra adolescenza...