Capitolo 65 - Infiltrato

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Era bello. Davvero bello.
Qualcosa di straordinario. Mai provato. Sognato, ma mai raggiunto. Era avere un alleato. Qualcuno su cui contare.
Pochi passi, una certezza.
Più adulta. Fidata e fedele. Tempo da dedicare anche quando tempo non se ne aveva.
« Maya! Stai uscendo? »
« No, no! Cercavo solo Rufus. Oggi non è venuto a mangiare! »
« Tranquilla! È passato da me oggi. Era attratto dal tonno che ho preso a lavoro e, con l'occasione, ha fatto amicizia con Miss Woolson. »
« Che gatto cattivo! »
« Ma non c'è problema! Anzi sono contenta! Ho ancora timore a farla uscire di casa. Preferisco si abitui per gradi al mondo quindi la compagnia di un maschietto non può che farle piacere! »
« E tu ne sai qualcosa! » ironizzò sbottando a ridere.
« Che stronza che sei! Dai vieni da me così ti faccio conoscere l'ultimo regalo di Justin! »
« Lui te l'ha regalata? »
« Già. Sapeva della mia lista e me l'ha fatta trovare un giorno con un fiocco attorno al collo! »
« Uomini d'altri tempi! Ora sono tutti impegnati a tagliarsi i capelli per assomigliare ancora di più gli uni agli altri. »
« Sembrano fotocopie! » sottolineò Faith aprendole la porta d'ingresso.
Miss Woolson accorse trotterellando e strofinandosi contro qualsiasi gamba incontrasse, umana o lignea.
« Questa fabbrica ambulante di pelo in eccesso è Miss Woolson! » presentò Faith prendendola in braccio.
Dopo qualche carezza sulla testa ed una seconda scatoletta di tonno in meno nella credenza erano già in camera.
« Allora? » chiese Maya curiosa per la segretezza dell'invito.
« Un disastro! »
« Ma smettila! »
« Giuro! »
« Dai! Racconta! »
« Maya aiutami! »
« Come faccio se non mi racconti? »
« Hai ragione! »
Non era affatto semplice. Raccontare tutto. Emozioni, sensazioni, paure. Quelle soprattutto. Temere ogni passo. Rischiare tutto di uno, tutto dell'altro.
Amicizia, affetto, amore. Ancora loro. Cercare di discernere ragione e sentimento. Cercare di comprendere i limiti, i confini che quelle tre, le tre "A", sembravano scambiarsi ad ogni sguardo sul mondo e su quella casa.
« Ora sì che si fanno davvero complicate le cose! » rispose Maya terminato il racconto.
« Questo lo so! Che faccio? Che faccio? »
« Per prima cosa: mantieni la calma! »
« Giusto! »
« Secondo: cosa ti frena di più? »
« Con Cameron direi il suo comportamento oscillante tra il romanticismo e la sua solita fragilità mascherata da menefreghismo, senza contare cinque anni di relazione con Savannah e lei tuttora presente nella sua, ma anche nella mia, vita! »
« Secondo me dovresti fregartene di chi gravita attorno a chi! La tua mente è troppo concentrata sulle conseguenze per godersi la causa! »
« Come posso? Anche nel caso di Harry ci sono "conseguenze" più potenti e vendicative di me! »
« Ti riferisci ad Alissa? »
« Sì! Anche se lui mi ha confessata di averla lasciata... »
« Tu gli credi? »
« Certo! Harry non è davvero il tipo che mente su certe cose! Mi ha anche invitata alla fiera della contea stasera! »
« E Cameron? »
« Cosa? »
« Credi anche a lui quando ti dice che la strategia di Harry con te non è nient'altro, appunto, che una strategia? »
« Non so cosa pensare. Quelle parole sono gran parte il freno che mi spinge tra le braccia di Cameron. In quel caso, era un passo avanti ad Harry e le sue parole sono state quasi veggenti. Come faccio a non credergli quando mi racconta, senza essere mai stato presente o quasi, tutti i miei momenti con Harry, nell'esatto ordine e con le esatte parole? Ha ragione Cameron che sono studiati a tavolino! »
Uno scricchiolio fuori dalla porta.
« Faith! Ma non eravamo sole? »
La porta d'ingresso al piano inferiore si chiude sbattendo.
« Credevo di sì! » disse avvicinandosi alla porta.
La spalancò.
« Non c'è nessuno. Sarà stato il vento! » disse richiudendola.
« Il vento non apre le porte chiuse! » obbiettò Maya. « C'era qualcuno in casa! »
Ma qualcosa attrasse la sua attenzione a terra.
Era un piccolo, innocente, pezzo di plastica dalla forma triangolare che giaceva immobile a terra. Non voleva dire nulla, ma significava tanto.
Il tentativo di non essere divisiva si era trasformato nel suo opposto.
Solo una persona usava quel attrezzo. Solo una persona non avrebbe nel modo più assoluto ascoltare quella conversazione. Solo una persona usava il plettro per suonare la chitarra.
Cazzo!

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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