Capitolo 50 - Sonoma County

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« Tieniti forte a me! » disse premendo le mani di Faith sul suo addome.
Tenersi forte...
Strano a dirsi, ma quella moto non era certo più mansueta di quel mustang imbizzarrito che era diventata la sua vita da due settimane a quella parte.
Due colpi di acceleratore.
Le case di Park Avenue sfilarono in una manciata di battiti cardiaci mentre Cameron si immetteva sulla Main senza badare alle precedenze.
Aveva accettato spinta da così inusitata galanteria.
Sapeva cosa stava facendo. Sapeva che il casco che indossava era stato precedentemente calzato da Savannah. Era con quel casco indosso che l'aveva vista la prima volta. Eppure non le interessava.
La velocita. L'adrenalina. La strada che si restringeva per un effetto ottico superati i cento chilometri orari.
Tutto in lei gridava voglia di rivalsa, desiderio di libertà, bisogno di spensieratezza.
Cameron sapeva come donarle tutto ciò.
Poco importava come era iniziata - si diceva - sarebbe stata lei a decidere come concluderla.
Quella era la Faith risoluta. Quella era la Faith che prendeva in mano il suo destino, che saliva in groppa al suo mustang e lo domava.
Lei era Faith.
Sbagliare con la propria testa, con le proprie convinzioni e crescere, questo ciò che era stata, quello ciò che era.
Crescere, sbagliare, imparare e crescere ancora. Ma ogni passo compiuto è un passo verso quel luogo dove i sogni trovano la propria metà, verso quel luogo chiamato amore.
Così scriveva Faith, ciò in cui credeva.
Una vita fatta di sbagli e rinunce. Una vita spesa alla ricerca di comprensione. Capire sé stessi per interpretare il mondo circostante.
Solo due settimane e già aveva compreso quanto l'amore potesse essere complesso, quanto i rapporti non si limitassero genericamente alle tre "A" di amicizia, affetto, amore ma piuttosto ad una commistione profonda ed intangibile delle tre.
Dove quella ricerca l'avrebbe condotta? Difficile dirlo.
Il senno di poi era sempre, pericolosamente, in agguato a rammentarle quanto poco saggia era stata, quale svolta l'aveva fatta cadere nella corrente.
La certezza è materia vana. Un secondo, un anno, una vita. Nessuno può confortarci su quanto essa può durare.
Harry... beh! Lui era rimasto vagante nei pensieri di Faith per più tempo degli altri. Forse poco più di Cameron.
Ma come si dice... alla fine ne rimarrà solo uno.
Molti penseranno: "È scegliere la padella anziché la brace!".
Forse sì. Forse no.
L'amore è un tunnel buio. L'esperienza, l'unica fonte di luce a nostra disposizione. Quando essa manca ci possiamo solo che affidarci alla fortuna e all'istinto e, quest'ultimo, consigliava a Faith di stringersi forte a Cameron, anche fisicamente.
« Hai paura? » urlò alzando la visiera del proprio casco sfrecciando sulla Shoreline.
« No! È bellissimo! »
Alla loro destra onde screziate, pettinate dai venti che abbandonavano la costa, colpivano con forza le scogliere a picco sull'oceano Pacifico. Ampi banchi di schiuma le accoglievano lungo il litorale dove esso lasciava spazio a spiagge di sabbia fine.
Esse si allungavano dolcemente dove la forza erosiva dell'acqua aveva creato anse riparate ed apparentemente inaccessibili.
« Guarda! » consigliò Cameron.
La mano sinistra ad indicare le colline. Rallentò la corsa ed il ruggito della moto si trasformò in un flebile afflato sommesso.
Lì, in direzione del suo dito, filari carichi di graspi si avvicendavano in direzione sud. Il tenue sole del tramonto li accarezzava donando loro tonalità ramate quasi ambrate, risaltate dal giallo vivo della terra arsa dei campi.
Il cielo si colorava dei toni caldi della sera scaldando i loro occhi ed i loro corpi.
Nelle vigne, i lavoranti riponevano con perizia l'uva destinata alla pressatura all'interno di ceste mentre la polvere sollevata da un trattore in lontananza incorniciava un quadro naturale fatto di tradizione, amore per la terra e rispetto per la natura. Nuove scoperte per le quali Faith doveva ringraziare una sola persona.
Appoggiò lentamente la testa sulla schiena di Cameron abbracciandolo alla vita. Avrebbe voluto sentire la sensazione di quella pelle sfiorarle la guancia, ma il casco lo impediva.
La moto si inclinò verso destra oltrepassando la carreggiata fermandosi in uno spiazzo sterrato.
« Madame, siamo arrivati! »

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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