Capitolo 10 - Savannah

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Che stronzo!
Possibile quello fosse l'unico aggettivo che si avvicinava minimamente alla pochezza di Cameron? Faith era sicura di sì.
Non l'aveva neppure guardata.
Anzi. Le aveva lanciato un'occhiata di sufficienza e distolto immediatamente lo sguardo per timore di una risposta. L'aveva trattata come una tediosa mendicante.
Vero, non si conoscevano da tanto ed i loro primi approcci erano stati quantomeno conflittuali.
Forse però l'ho ferito ieri dicendogli quelle frasi...
Ed eccola di nuovo. Quella imperterrita bontà ad ogni costo. Lo faceva sempre. Era un errore ricorrente. Ma si sa, a lungo andare, la bontà viene scambiata per debolezza.
Due realtà di Faith combattevano un presente comune. Una remissiva ed accomodante ultimamente lasciava sempre più il posto alla metà provata e ferita, la Faith cinica e risoluta che perdeva però ogni briciola di comprensione sfociando nella vendetta. In quei momenti era un veicolo in balia di una sbandata, controllando la prima verso destra, perdeva il controllo eccedendo con il volante sulla sinistra.
Meglio essere temuti o amati?
Ottanta e venti!
Ma non avrebbe più commesso lo stesso errore. Nulla giustificava minimamente quel vergognoso comportamento. Non importava se lui conoscesse o meno il rettore. Non importava se un'ala del college avesse il nome della sua famiglia.
Potrebbe conoscere anche il presidente, ha iniziato una guerra che non può vincere!
Promesse, promesse.
Quante ne facciamo. Agli altri, a noi stessi. Quest'ultime però sono le più facili da disilludere e le più difficili da sopportare.
Ma c'erano cose più importanti a cui pensare di un ragazzino viziato e spocchioso.
A malincuore varcò la soglia della biblioteca Raileigh.
Forse causa l'orario, la scoprì completamente deserta.
Meglio così!
Ampi tavoli contornati da sedie e poltroncine facevano bella mostra di loro negli spazi lasciati liberi dagli scaffali in legno chiaro. In fondo un'ampia vetrata si apriva sul campus mostrando il passaggio degli studenti e regalando il panorama dei giardini interni al chiostro del college.
Diede un'occhiata alla lista di libri sul foglio giallo appena consegnatole. Si concentrò sui primi due della lista: "Letteratura italiana 1", "Dispense di retorica" sempre "1".
Iniziò a vagare tra gli scaffali ed i cartelli che, ad essi appesi, indicavano la lettera iniziale di ogni volume.
Avrebbe dovuto seguire un totale di cinque differenti corsi, diversificati in basilari come "Inglese e letteratura medievale" primo e secondo semestre, e quelli da lei selezionati, come "Grammatica Italiana".
Ma quel piccolo, insignificante essere che rispondeva al nome di Cameron Raileigh continuava a farla vagare nei suoi pensieri, impedendole costantemente di trovare lo scaffale giusto.
Forza Faith! Concentrati!
Era entrato nella sua testa. Non sapeva come ne perché ma era ancora lì, cannibalizzando qualsiasi altro pensiero o distrazione Faith usasse per allontanarlo.
Non comprendeva proprio il perché di quel comportamento. Sarebbe bastato un cenno, un minimo sorriso abbozzato.
Ma niente.
E come un cane che si morde la coda Faith entrò in una vorticosa spirale nella quale la consapevolezza della sua distrazione era linfa ai dubbi sul perché di quel turbamento e per i ricordi di quanto accaduto.
Un circolo vizioso che si interruppe contro la spalla di una ragazza.
Una pila di libri tra le braccia le impedì di evitarla, nascosta dietro l'ennesimo scaffale.
« Ehi! Stai attenta! » urlò la sconosciuta alla quale sfuggirono di mano due tomi.
« Scusami! Con tutti questi libri non vedo dove vado! » disse raccogliendole da terra una copia degli gli stessi libri che aveva da poco preso in prestito.
Sollevò lo sguardo.
Una familiare chioma bionda lunga fino alle natiche, due occhi di un profondo azzurro scuro tendenti al grigio già incontrati prima, un rossetto rosa tenue che esaltava la carnosità di quelle piccole labbra viste baciare ed un corpo invidiabilmente magro arricchito da un seno prosperoso. La perfezione fatta persona... tutto il contrario di Faith.
Ci mancava solo questa...
« Ma tu non sei la ragazza della segreteria? » chiese la sconosciuta.
« Sì! Chiedevo informazioni sui libri appunto! Anche tu al primo anno? »
«Ebbene sì! Lingue, letterature e traduzioni! »
Perfetto... lo stesso mio corso!
« Ma dai! Non mi dire! Anch'io seguo quel corso! » urlò Faith simulando soddisfazione e sfoggiando il sorriso più finto che avesse tra le sue espressioni.
Era proprio lei. Quante possibilità ci potevano essere che la ragazza di Cameron seguisse il suo stesso, medesimo corso? Poche, molto poche.
« Perdonami! Che maleducata! Non mi sono presentata! Mi chiamo Savannah! »
Quanto ti odio!

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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