Nota dell'autore:
Chiedo scusa a tutte le lettrici per il ritardo nella pubblicazione dovuto a motivi di salute che mi hanno reso fisicamente impossibile scrivere. Spero comprendiate e mi perdoniate se capiterà anche nel prossimo futuro. Buona lettura.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~« Da dove pensi di iniziare a spiegare? » chiese all'indirizzo di Faith.
La casa, Cameron, loro. Quelle mani che si serravano più forte in uno spasmo di nervosismo.
Egli, paralizzato. Faith, incapace di proferire parola. Eppure solo quest'ultima sembrava essere l'obiettivo dell'ira di Savannah.
Difficile dire quali pensieri si affollavano nella mente in quei momenti. Sicuramente la fuga era stato uno di essi. Almeno all'inizio.
Almeno fin quando non comprese che il vicolo cieco, nel quale si trovava, lo aveva costruito lei, mattone su mattone, per proteggere colui che, pietrificato, alternava le dita con le sue.
« Aspetto ancora una risposta! Cosa cazzo significa tutto questo! » sbraitò allarmando i vicini alle finestre ed interrompendo anche Justin e Maya in lontananza.
Da dove cominciare? Una spessa coltre di segreti si sommava ad una fatta di menzogne.
Impossibile capire dove terminava l'una ed iniziava l'altra.
Lei sapeva. Non era tanto sciocca da non comprendere. Forse lo era per non capire, o più probabilmente negare a sé stessa, il fatto che Cameron era il simbolo di quella colpa, come da quattro anni a quella parte.
Le chiavi infilate nella toppa, le loro mani. Tutto, però, urlava tradimento al numero venti di Park Avenue.
« Va bene Savannah! Calmati! Ti racconterò tutto! Solo smettila di urlare! »
« Non dirmi di stare calma quando ti vedo mano nella mano con il mio ragazzo! »
Aveva ragione da vendere mentre li indicava. Sottolineava la loro meschinità farsi gesto.
« Posso spiegarti tutto! Non è come sembra! »
Già le parole famose! Non ci credo neppure io...
« Cosa vorresti spiegare? Perché vi conoscete a tal punto da tenervi per mano? Del perché mi hai mostrato una casa che non era la tua? Pensi sia tanto stupida da bermi quella balla sul tuo lavoro? Alissa mi ha raccontato tutto di te! »
Alissa... c'era da aspettarselo.
Le prime lacrime bagnarono il prato tagliato di fresco. Le prime di una lunga serie.
Savannah rimaneva immobile nel suo fervente nervosismo, un piede sul selciato e l'altro sul manto erboso.
« Aspetto una risposta! » esortò con la voce rotta dal pianto.
Come spiegarle l'inspiegabile?
« Ti rispondo io! » comunicò fermamente Cameron uscito dal suo stato di torpore.
Non ci sarebbe stato un altro momento. Il dispiacere era solo una minima parte delle emozioni che provava per quella ragazza mentre scendeva i pochi gradini del patio. Faith glielo aveva detto chiaramente e lui non poteva essere paragonato ad Harry ed alla sua costante insicurezza.
Un'ultima svolta poi il rettilineo.
« Pensi non sappia Cameron? » lo anticipò Savannah prima che preferisse alcuna parola.
« Cosa? »
« Pensi non sappia che mi hai ripetutamente tradito? Sono quattro anni che la nostra relazione ha trovato questo equilibrio. Io mi dicevo: "Non preoccuparti! È solo un periodo, tu ci sarai sempre per lui, anche se..." »
« Anche se... cosa? »
« Anche se a te non è mai importato un cazzo di noi! Non ci hai mai neppure provato! Mi ripetevo che erano scappatelle senza conto perché alla fine tornavi sempre da me.
Poi questo.
Affittare una casa con i tuoi amici senza dirmelo... non eri mai arrivato a tanto! E tutto questo per... lei? Perché Cameron? Voglio sapere il perché! »
Le sue lacrime si spandevano a contatto con il bianco tessuto della sua camicetta.
« Savannah... »
« Dimmelo e torniamo insieme! »
« Non torneremo più insieme. » ammise Cameron.
« Perché? » urlò lei.
« Non voglio dirtelo! »
« Perché? » lo incalzò.
« Savannah... »
« Perché? »
« Perché io la amo! »© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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ONE | Prima Stesura
Teen FictionRomantica, sognatrice, costantemente insicura. Questa è Faith. Diciannove anni sono bastati per segnarla più di quanto lei stessa odi ammettere, un passato visibile negli errori del presente, con la scrittura unico sogno e sentiero tra adolescenza...