Epilogo

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Cameron. Harry. Cameron. Harry...
Ridicolo cercare certezze in un fiore. Ridicolo sperare di trovarle quando esse sfuggono a noi senza soluzione, quando esse si sottraggono a noi come quegli stessi petali farebbero tra le nostre dita se trascinati dal vento.
La verità è che siamo principianti. Ora, domani, in questa vita. Nient'altro che principianti.
Possiamo illuderci di conoscere tutte le risposte. Possiamo sperare e seguire chi dice di conoscerle per poi pentirci. Possiamo affidarci ad un'entità soprannaturale e pregare.
Ma la verità è sempre una: in questa vita siamo esordienti. Lava piatti gettati a capo di una cucina, mozzi promossi capitani, passacarte ora direttori.
Perché la vita, dal momento in cui inizia a quello in cui termina, è un'impresa più grande di noi, una sequela di imprevisti e sviste che ti portano fuori strada.
Fuori strada...
Ma da quale strada? La più facile? La più remunerativa?
Semplicemente la nostra.
Per un fiore che consigliava una via, Faith ne trovava dieci che consigliavano tutto l'opposto.
Senza bussola la sua nave perdeva i pezzi.
Justin, a seguito della vittoria, era diventato primo quarterback dei Cossacks ed era stato invitato nella confraternita della Beta Chi.
Aveva accettato. In fondo lo capiva. Justin si era lasciato alle spalle un'amicizia complicata ed un amore non corrisposto. Nulla teneva più insieme i cocci della sua vita. Li portò via con sé, lasciando una stanza vuota e tanti ricordi da tappezzare le pareti.
Lo aveva chiesto a Faith. Lei non aveva potuto far altro che ripetere quanto il bene che gli voleva le impedisse di andare oltre una fortissima amicizia.
Maya non le parlava da giorni. Faith le aveva raccontato tutto. Ne aveva sentito il bisogno.
La festa, Justin, la dichiarazione, il quasi bacio. Solo la tragedia di Alissa li aveva interrotti. La verità è che lui non si sarebbe fermato. La verità è che Faith non avrebbe fatto nulla per impedirlo.
Un terzo elemento del gruppo probabilmente avrebbe abbandonato la compagnia a breve.
Cameron. Harry. Cameron. Harry... maledetti fiori!
Il destino non la aiutava. Raramente aiuta. Il più delle volte è beffardo ed ironico. Il più delle volte è silenzioso e ti colpisce con la peggiore delle stoccate. Eppure continuiamo a sperare.
Le strade erano due ma la via una sola. La scelta era impellente. L'illusione di un chiarimento spontaneo tra i due si spense nel momento in cui, il giorno dopo la commemorazione di Alissa, Justin fu costretto per l'ennesima volta a sedare una lite tra i due. Qualsiasi pretesto era preso a spunto di discussione. Dal posto a tavola all'uso del televisore.
Faith era lì, in un angolo della stanza di Justin, una manciata di margherite strappate al giardino, Miss. Woolson sdraiata a terra accanto ai piedi ed il suo quaderno dove scrivere il suo dolore.
Fu quando il sole si appoggiò sull'orizzonte che solo il campanello di casa suonato con vigore la spinse ad alzarsi ed andare ad aprire.
Un'alta figura si stagliava oltre la finestra al lato della porta d'ingresso.
A fatica la aprì.
« Desidera? »
Un uomo, afroamericano, sulla quarantina, capelli tagliati corti che addolcivano i tratti spigolosi del suo viso si avvicinò alla soglia.
« Signorina De Nisio? »
« S... si? »
« Bill Coaster, polizia di Santa Rosa. » si presentò indicando il distintivo.
« Buonasera agente! Qualche problema? »
« Nessuno! Solo qualche domanda. Le dispiace se entro? »
« P... prego! »
Chiusa la porta alle loro spalle poté notare il suo abbigliamento. Pantaloni lunghi di cotone grigio, camicia nera infilata dentro essi ed una pistola che sporgeva dalla fondina vicino al distintivo.
« Il signor... » si fermò per leggere da un taccuino estratto dalla tasca. « Il signor Harry Sommers è in casa? »
« Non al momento! Ma perché? È successo qualcosa? »
« Lei sa dov'è? »
« No! Mi vuole spiegare qual è il problema? »
La porta di ingresso si aprì.
« Harry! Meno male che sei arrivato! Questo agente chiede di te! »
« Detective, prego! » specificò l'uomo.
« Di me? »
« Lei è il signor Sommers? »
« Sono io! »
« In quali rapporti era con la signorina Alissa Enfield? »
« In nessun rapporto! Abbiamo avuto una relazione che non definirei neppure tale! »
« Siete stati amanti? »
« Solo da un punto di vista platonico! Ma posso sapere perché mi fa tutte queste domande? »
« Abbiamo rinvenuto tracce di DNA sul corpo di Alissa Enfield! Isolando i marker genetici e confrontandoli con i campioni prelevati a tutti i presenti di quella sera, la traccia è risultata positiva al novantanove percento con il suo di campione, signor Sommers... »
« Questo non prova nulla! » lo difese Faith.
« ...ed al settantasette percento con il suo, signorina De Nisio! » terminò il detective.
Un istante carico di sconcerto coinvolse i presenti.
« Cosa significa? »
L'uomo aggrottò la fronte stupito.
« Non sapete di essere fratellastri? »

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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