Capitolo 47 - Confidenze

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« Dai, vieni! »
Era così dannatamente gentile. Forse con qualche doppia punta di stoltezza di troppo. Probabilmente con una superficialità che sfiorava la trasparenza.
Cionondimeno era affettuosa e premurosa, la perfetta vittima di Cameron. Legata abbastanza da sorvolare su eventuali complicazioni, stolta quel tanto che bastava da non notare l'evidenza. Era la ragazza di facciata, l'ennesima preda dell'appetito morboso di un erotomane.
« Sai sono tanto contenta di averti incontrata di nuovo! » confessò Savannah una volta preso posto accanto a Faith nell'aula. « Non chiedermi perché ma sento che c'è un legame tra noi due! »
*Sì... le labbra del tuo ragazzo!
« Come sei carina! Anche per me è così! »
Ed il primo masso iniziò a pesare sulla coscienza della povera, quanto bugiarda, Faith.
Era dura. La recitazione non era neppure il suo forte. Al liceo era stata malamente scartata da qualunque recita o club di teatro avesse tentato di mettere piede.
Sperava non se accorgesse.
Il sudore le si accumulava alla base del cranio provocandole un inteso prurito che, oltre a renderla stranamente agitata, la faceva apparire anche poco incline all'uso dello shampoo.
Esattamente ciò che avvenne.
« Ti senti bene? » chiese Savannah.
« Sì! Sì! Sono solo molto emozionata per la lezione!
« Vedrai che andrà tutto benissimo! »
« Speriamo! »
« Ma sì! So che il professore è davvero un tipo tranquillo ed affabile! »
Al proferir di quelle parole fece il suo ingresso un uomo tarchiato, di bassa statura, sulla sessantina, leggermente stempiato e con un paio di spessi occhiali tondi appena appoggiati sull punta del naso.
Prese un pennarello e scrisse il nome del corso a lettere cubitali sulla lavagna in plastica.
« Buongiorno a tutti! Sono il professor Stephen Brown e questo è il primo corso di Letteratura Angloamericana! Chi ha sbagliato aula è pregato di uscire! »
Due ragazzi in fondo alla sala si alzarono non abbastanza silenziosamente da far passare inosservata la loro uscita.
« Ogni anno ce n'è qualcuno! Mi aspettavo fossero di più! » commentò sorridente all'indirizzo della prima fila, lontana almeno otto da Faith e Savannah. « Bene! Possiamo iniziare! Quanti di voi hanno già il libro di testo? »
Gran parte dei presenti lo alzò sopra la propria testa, Faith compresa.
« Molto bene! Potete anche buttarlo nel cestino! » affermò nello spaesamento generale. « Prima lezione: per quanto le mie parole vi possano apparire frutto di sostanze psicotrope, la letteratura va vissuta! Ora vi spiego cosa intendo.
Ciò che noi leggiamo, e che voi studiate, sono i prodotti di un vissuto. Tutto chiaro fin qui? »
Un ragazzo alzò la mano.
« Già le prime domande! Molto bene dimmi! »
« A... avrei sbagliato aula anch'io! » confessò nell'imbarazzo generale.
« E cosa ci fai ancora qui? Forza! Fuori dai piedi! Mi sembrava strano fossero solo due persone! Allora... dov'ero rimasto? Ah sì! Dicevamo i prodotti di un vissuto e, come per tutti noi, quegli scrittori erano esseri umani che hanno vissuto gioie e dolori di un determinato periodo storico, fatto di convenzioni e divieti, che ha influito in qualche modo sulle loro parole. Dove voglio arrivare? Voglio spiegarvi cos'è per me la letteratura. Il libro è un semplice punto di partenza. Ovvio che esso va letto, capito e riassunto, ma ciò che io mi aspetto da voi è un'analisi dello scrittore che anch'esso va letto! Si può ripetere meccanicamente ciò che nei vostri libri di testo vi propinano fantomatici intellettuali? Certo! Ma, alla fine, cosa vi rimarrà? Il mio scopo in questo semestre, e nel prossimo corso, è insegnarvi a leggere, scavare nel significato base delle parole, interrogarsi sulle scelte dello scrittore e capirne le motivazioni. Solo in questo modo potrete permeare al pagina di carta ed essere voi stessi i critici, in un senso positivo del termine, capaci di un proprio giudizio indipendente su quella sequenza di parole chiamata libro! »
Nonostante il suo aspetto a tratti buffo, aveva sicuramente un certo carisma con il quale riusciva a catturare lo studente e farlo interessare realmente alla materia, in sostanza ciò che dovrebbe davvero essere un professore.
Le due ore di lezione corsero svelte tra una battuta, un aneddoto e l'enumerazione di tutti gli argomenti trattati dal corso e le dispense ad essi associati.
Alle undici in punto il professore si ritirò e le due compagne di classe iniziarono a camminare lungo i corridoi del college molto più ordinati rispetto alla prima mattina.
« Che ti avevo detto? Niente di preoccupante, sembra anche un bravo professore! »
« Veramente bravo! riesce a farti appassionare. »
« Ascolta Faith! » esclamò Savannah cambiando decisamente tono ed espressione. « Non so cosa mi prende ma sento di potemi fidare di te! Sento che in qualche modo puoi essermi di aiuto! »
« Vale lo stesso per me! » rispose Faith imbarazzata da tanta fiducia.
« Mi servirebbe un consiglio! Ho tante consorelle ma nessuna di esse è affidabile, o anche intelligente, come tu appari! »
« La mia poca saggezza è a tua disposizione! »
« E' una cosa un po' delicata! »
« Siamo tra donne! Ti assicuro che nulla uscirà all'esterno di questa conversazione! »
Savannah chiuse gli occhi per un momento. Il respiro si fece lento e scandito da profondi respiri.
« Faith... temo che il mio ragazzo mi tradisca! »

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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