Cosa fare quando la via è incerta? Cosa fare se il mondo intorno a noi ordisce piani e confonde le nostre scelte?
Decidere la strada con una bussola guasta, quando il nord è molteplice ed ogni altro punto cardinale celato?
L'unica soluzione è tentare. L'unica soluzione è arrancare, scendere a patti con le paure ed immergersi.
O sprofondare.
Forse era già troppo tardi per Faith. Tergiversare si era rivelata la scelta meno adatta nelle sabbie mobili della sua vita. Attendere aveva solamente dato luogo a false speranze nei cuori di persone a lei care e fatta apparire a tratti facile.
E io non ho fatto nulla per impedirlo.
Ne era cosciente mentre il soffitto della camera si dipingeva dei ricordi di una vita e degli insegnamenti di un mese.
Le prime gialle foglie di un autunno imminente ed immaginato forse diversamente. Solo una di esse bussò alla sua finestra incastrandosi tra le due parti scorrevoli della stessa.
Vibrò agitata dal vento di un mare in tempesta.
Sarebbe stato complicato. In quel giorno scadeva il termine e Cameron sarebbe tornato.
Gli allenamenti avevano assorbito Justin più di quanto la relazione con Maya non facesse. E poi lui: Harry.
Lui e quel loro ultimo incontro. Un tutt'uno, imprescindibili vicendevolmente. Passione, coscienza, colpa, amore. Scegliete voi la pagina su cui quegli avvenimenti era impressi a fuoco. Avevano bruciato i bordi della carta e con essi la voglia di Faith di vivere.
Ma una scelta era stata irrevocabilmente presa.
Ogni secondo di attesa, ogni istante. Il battito del cuore nelle orecchie. Sperare nell'ultimo di quella snervante attesa.
Un rumore al piano inferiore.
La porta grattò il pavimento nel suo fragoroso richiudersi.
Era tornato. Passi pesanti.
Avrà altri bagagli.
La porta della sua camera cigolò. Il tonfo. Si era liberato del peso dei borsoni.
Il cigolio del letto. Poi altri passi.
Si avvicina.
Cosa dirgli? Come spiegargli?
« Faith? Posso? »
Era sudato. Una ciocca saldamente ferma sulla sua umida fronte.
« Ciao Cameron. »
« E io che mi aspettavo un'accoglienza calorosa. Non sei contenta che sono tornato? Sono tre giorni che non ci vediamo! »
Si alzò. Mestamente lo strinse a sé premettendo al suo profumo di penetrarle i pensieri.
« Hai ragione. »
« Faith! È successo qualcosa? »
Come spiegare? Harry, la dispensa, la sua lingua. Confessioni non dovute ma necessarie. L'amarezza di una bruciante verità.
Come sono debole..
« Ti va di sederti e parlare? »
« So per esperienza che non è mai un buon segno se una donna pronuncia queste parole! »
« Ti prego! »
« Va bene ti ascolterò. »
Si liberò della giacca di pelle che ancora indossava e sistemò i capelli prima di sedersi sul letto vicino a Faith.
« Non è facile da dire... »
« Puoi dirmi ogni cosa Faith, io sarò dalla tua parte! »
« Così non mi rendi il compito facile... »
« Avevo ragione: brutte notizie. »
« Cameron io so che tu hai lasciato Savannah per me... »
« Sì, l'ho fatto. » sottolineò inclinando il capo cercando di intuire quale fosse il punto del discorso.
« Quel tuo gesto, la tua dichiarazione... è stato tutto talmente repentino! »
« Dove vuoi arrivare? »
Ed eccolo lì.
Il capolinea di un bus per troppo tempo fuori controllo.
« Tu sei andato via ed Harry... »
« Ho capito! » concluse Cameron alzandosi e recuperando la sua giacca.
« Dove vai adesso? »
« Pensavo di essere stato chiaro Faith. Io avrei fatto tutto per te. Qualsiasi cosa per averti. Non capisco cosa chiedi di più. Evidentemente non è ancora abbastanza. »© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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ONE | Prima Stesura
Teen FictionRomantica, sognatrice, costantemente insicura. Questa è Faith. Diciannove anni sono bastati per segnarla più di quanto lei stessa odi ammettere, un passato visibile negli errori del presente, con la scrittura unico sogno e sentiero tra adolescenza...