Capitolo 48 - Lacrime

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Il sole stava lentamente sdraiandosi sull'orizzonte.
L'aria profumava di lavanda appena sbocciata ed il suo tenue lilla si mescolava in quel turbinio di colori che era la veranda.
Ti prego fa che sia in casa!
Colpì la porta. Una. Due volte.
Il silenzio era tangibile e quanto mai demoralizzante. Ne aveva bisogno. In quel momento come mai prima. L'esperienza poteva fare la differenza. Capire come uscire da quelle rapide nelle quali troppo scioccamente era caduta. Nessuno da incolpare. Forse giusto qualcuno: sé stessa. Gli ormoni difficilmente sono prudenti consiglieri. Credeva di averlo già imparato dal passato. Evidentemente le cattive abitudini non muoiono così facilmente.
Altri due colpi alla porta.
« Maya! »
Un suono appena percettibile. Uno scricchiolio.
« Faith! Stavo sotto la doccia! Stai bene? »
Le prime lacrime si spansero sul rosa spento della camicetta creando cerchi di acceso rubino.
« P... posso parlarti? »
« Ma certo entra! » rispose cingendole le spalle ed accompagnandola all'interno.
Il suo corpo avvolto in un ampio asciugamano.
« Vuoi coprirti? » chiese Faith tentando di asciugare le lacrime con le mani.
« Non preoccuparti per me mentre stai piangendo! Prendi questo! » disse porgendole un fazzoletto di carta. « Chi ti ha ridotta così? Harry? »
« No, non è stato lui... sono stata io! »
« In che senso? »
« Ho incontrato Savannah... »
« Capito. »
« Cosa? »
« Devi capire Faith che te e lei siete la stessa, medesima situazione. Io posso capire che vivere con tre ragazzi sia tanto difficile quanto eccitante, ma sei tu che devi comprendere che un limite è necessario. Il limite è l'amicizia. Un limite da non superare e che dovresti essere tu stessa a tracciare. Guarda due sole settimane come ti hanno ridotto! Hai fatto ciò che ti ho chiesto? »
« L'esame di coscienza? Sì, l'ho fatto! »
« E? »
« E la mia coscienza è sporca! » urlò Faith alzandosi dal divano ed dirigendosi verso la finestra.
« Quindi cosa intendi fare? »
« Niente! Più combatto la corrente più essa mi porta a fondo! »
« Vorresti seguire il flusso allora? »
« Sì! »
« Ma non è stato proprio abbandonarsi ad esso che ti ha portata fin qui? »
Faith non sapeva come controbattere e probabilmente neppure lo desiderava. Crollò, spossata, nuovamente sul divano.
Sentì la gola stringersi in una dolorosa morsa.
« Cosa devo fare? » esclamò tra i singhiozzi in una crisi di pianto per lei alquanto familiare.
« Faith, l'amore arriva quando smetti di cercarlo. Tu hai un vuoto dentro di te che una scopata non può certo colmare. »
« Maya! »
« Lo so! Sono stata un po' brutale ma è solo per il tuo bene! Essere fatalisti non significa abbandonarsi al destino, benché meno incolparlo di ogni cavolata che si commette! Siamo responsabili solo delle nostre scelte! Sta a noi scegliere la strada che vogliamo intraprendere, comprendendo che tutto in questo mondo, molto spesso, è esattamente come appare! »
« Mi faccio schifo! »
« Non essere così severa con te stessa Faith! »
« Aiutami! »
« Io non posso certo dirti cosa fare. Ti sei persa Faith inseguendo troppe strade divergenti da te! Scegli ciò per cui vivi, scegli una strada e seguila! »
« E se sbaglio? »
« Sbaglierai con la tua testa e nessuno potrà mai tacciarti di incoerenza! »

© G.

Angolo dell'autore:
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