« Davvero vuoi negare l'evidenza Cameron? »
« Quale evidenza Faith? L'unica evidenza che vedo è che sei tu a volerla negare! Quindi ti chiedo, quale evidenza? » rispose con nonchalance.
« Il chiaro piacere che hai nello stare con me! »
« Potrei argomentare anch'io nello stesso modo! »
« Già! Ma non sono io che ti ho rubato un bacio! »
« E tu vuoi negare il fatto che ti sia piaciuto? »
« Non cambiare discorso Cameron! Ammettilo! » esclamò divertita da quel singolare contraddittorio.
Era esattamente come aveva detto: "Preda e predatore di affrontano per definire chi è chi".
Eppure non era squallido come aveva immaginato. Non era triste o volgare. Era divertente duellare su quel delicato terreno di sfida che per Cameron era il quotidiano pavimento su cui camminare.
E ancora. Un ulteriore sorriso a rinforzare quel inaspettato legame.
Il comune buon senso imponeva di leggere oltre la copertina. Quella di Cameron raccontava di menefreghismo, tradimenti e forse malattie sessualmente trasmissibili.
Ma era guardare in due dimensioni.
Aveva avuto ragione. Era bastato poco: una semplice uscita insieme, un flûte di champagne.
C'è di più oltre la maschera.
Perfino lui l'aveva chiamata così al barbecue.
Maschera.
Opprimente, asfissiante. Così la immaginava. Una maschera nasconde. La sua nascondeva agli occhi del mondo qualcosa di ancora dolorosamente sconosciuto.
« Mia cara, accusi me dei tuoi peccati! » rispose a tono lui.
« Quali peccati? »
« I fatto che mi trovi attraente... » rispose distogliendo lo sguardo dagli scuri occhi di Faith per timore di influenzare la risposta.
« Non lo ammetterò mai e poi mai! »
« Grazie Faith! Anch'io ti trovo bellissima! »
Tornò ad accarezzarla con lo sguardo. Piccole grinze ai lati degli occhi nei quali il viso di Faith si rispecchiava in uno specchio di timore ed eccitazione.
La bocca dei due leggermente socchiusa a respirare le esalazioni di passione che il loro respiro liberava.
« Perché mi stai spingendo tra le sue braccia Cameron? »
« Perché voglio darti l'opportunità di scegliere. »
« Non voglio scegliere! Non voglio essere divisiva, non voglio... »
« E' troppo tardi Faith! Non saresti dovuta essere così perfetta! »
Un battito in meno. Un respiro strozzato. Una parola sussurrata.
Cameron...
Un passo in avanti. Un passo verso di lui. Così vicina da leggere la sua paura. Così prossima da percepire il calore che essa emanava.
Non poteva. Non avrebbe potuto. Non avrebbe dovuto.
La farsa si spinse oltre. Diventò realtà tangibile ed incredibilmente umida.
La mano di Cameron corse dalla spalla sino alla base del collo toccando ogni possibile terminazione nervosa. Al suo tocco, lo specchio d'acqua che era la coscienza di Faith, si agitò creando onde che si infrangevano contro i muri del suo pudore, infrangendoli come primo argine ad un uragano.
Le sue dita si fermarono tra i capelli. Si sentì morire, affondare in quel pubblico gesto che chiunque poteva vedere.
Ma il mondo era lontano. I suoni arrivavano attuti. Le luci si spensero nell'abbandono delle palpebre alla gravità.
La cinse ancora, più saldamente.
Non sarebbe stato rubato, repentino o nascosto. Sarebbe stato solo desiderato.
I respiri si fusero in un vapore di desiderio appena oltre le labbra.
Cosa sono pochi centimetri? Nulla per loro due.
Affondarono. Sprofondarono nelle loro bocche. Come carte del destino si mischiarono e si intrecciarono sino a fondersi.
Era bravo. Era nella sua mente.
Sapeva perfettamente cosa fare. Dapprima lento, asciutto. Poi umido, aperto.
Era dentro di lei. Le loro lingue si toccarono quando le gambe di Faith cedettero al momento. Ma lui la sorreggeva. O forse le impediva di scappare.
Faith avvolse il capo di lui tra le dita.
Era voluto, desiderato.
Era una farsa.
Ma fino a che punto? Nulla di deciso. Nulla di studiato. Erano i protagonisti che prendevano il sopravvento sulla storia. Era la coscienza che scemava nel desiderio.
Sapeva di essere guardata.
Ma quel buco nero che continuava a chiamarsi Cameron, cannibalizzava qualsiasi altro pensiero fosse estraneo a quel bacio. A quella lingua che con tanta sapienza scivolava sempre più in fondo accarezzandole il cuore.
Per quanto quel gesto rimase pubblico? Per quanto tempo Harry era stato spettatore? Faith non sapeva rispondersi.
Quando si allontanarono il mondo riprese vita. La musica tornò a scorrere, le luci contrassero nuovamente le loro pupille che, come bussole, tendevano costantemente al proprio nord.
Nessuno apparentemente si era accorto di quel bacio.
Forse solo qualcuno. Forse solo lui. Forse solo Harry.
© G.Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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ONE | Prima Stesura
Teen FictionRomantica, sognatrice, costantemente insicura. Questa è Faith. Diciannove anni sono bastati per segnarla più di quanto lei stessa odi ammettere, un passato visibile negli errori del presente, con la scrittura unico sogno e sentiero tra adolescenza...