Capitolo 74 - Lui

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Era arrivato il momento.
Alla fine la scelta era ricaduta su di lui. Lui che era cambiato. Lui che aveva abbandonato la maschera dell'incuranza e scoperto sé stesso. Lui che con piccoli passi si era avvicinato ad enormi falcate.
Cameron.
La signora Mulligan aprì la sua famigerata finestra inondando di luce la stanza di Faith.
Non servì.
I suoi occhi erano rimasti inesorabilmente aperti su quel soffitto sul quale la mente proiettava i ricordi più prossimi senza soluzione di continuità.
Ogni svolta, ogni curva a gomito. I tornanti della vita indissolubilmente lì.
L'amore è cinico. Spesse volte calcolatore di estrema perizia.
In algebra più per più fa sempre più. Fu così che i meriti ben presto superarono i passati difetti. Era pura logica matematica. Ma era amore?
Cameron lo aveva confermato.
Di fronte alla sua ragazza, o meglio, ormai ex.
E Faith?
Per l'ennesima - altro termine mutuato dall'algebra - volta erano i pro e contro, erano i calcoli statistici a decretare il vincitore.
Ma tant'era.
Le chiacchiere stavano a zero.
Ancora numeri...
Si rispose fosse normale. Si disse che fosse assolutamente naturale paragonare due esseri umani secondo il proprio metro di giudizio, un'unità di misura che poteva apparire meccanica e cinica.
Ma la logica è fatta di certezze.
Lui, Cameron, era cambiato. Riduttivo dire solo "cambiato".
Un mese. Era bastato tanto poco.
Era bastato fosse lei.
Ed ora quasi un dovere. La sua scelta più obbligata che mai.
Cameron. Punto. Era deciso.
Ma ad ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria, insegnano al liceo.
Lo shock. La gioia. La scelta. Ed ora...
Come dirlo ad Harry? Quali parole scegliere? Le più giuste, ammesso esistano.
Metterlo di fronte al fatto compiuto. Togliere un cerotto, strappare via il cuore con esso.
Meschino lo venisse a sapere da persone terze.
La speranza lo teneva in vita. Gli dava la forza di seguire i corsi e lavorare, oltre che al North, anche da Maya che gentilmente si era offerta di offrirgli un posto in prova, magari per una futura sostituzione del malconcio aiutante Paul.
Aveva fatto richiesta per entrare in uno specifico programma di dilazionamento delle rette riservato a persone con difficoltà di tipo economico. Grazie allo zampino del padre di Cameron il consiglio d'istituto aveva accettato senza fare troppe domande.
L'ultima spiaggia. Davvero l'ultima per ricucire i rapporti, da un lato, e salvare il curriculum scolastico, dall'altro.
Questi i pensieri. Queste le paure di una Faith che non si riconosceva nello specchio. Una Faith la cui decisione sperava non sarebbe stata quella spinta che avrebbe rischiato di far crollare un Harry in bilico sul filo della vita.
Fino a quel momento la sua scelta era rimasta intimamente sua.
Cameron, dopo l'incontro con Savannah, era partito. Aveva fatto le valigie, lanciato un malinconico sguardo a Faith e promesso che sarebbe presto tornato da lei. Qualche giorno dai genitori. Il tempo di schiarirsi le idee, resettare il cuore e tornare a credere in un amore sincero.
Faith si promise di portare a termine il medesimo intento. La sua vita necessitava di ordine. Direzioni chiare che il cuore non sapeva prendere e la mente confondeva.
Guardò in alto.
Il cielo. Le nuvole, in quel fine di settembre opprimenti. Come la situazione. Come il destino. Come le parole.
Le stesse che avrebbe detto alla persona che la attendeva in quel deserto, primo mattino tra i tavoli esterni del North.
« Ciao Harry. »

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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