Arrivo trafelata e sudata a casa, dopo una folle corsa a piedi e con i mezzi pubblici.
Spalanco la porta e sento un miagolio.
"Oh no! Missy, dove sei? Mi dispiace tantissimo!"
Inizio a guardarmi in giro, ma non la vedo. Dopo cinque minuti di ricerche, finalmente la trovo nascosta dentro un armadietto della cucina. È palesemente arrabbiata con me, e come darle torto?
Mi guardo intorno e vedo che ha acqua e cibo nelle ciotole. Ho capito, quella santa di Miss White, la mia vicina, ha notato che non c'ero (non le sfugge niente e se vuoi sapere qualcosa su qualcuno nel vicinato basta chiedere a lei), e sentendo i miagolii disperati di Missy, è passata a darle da mangiare. È già successo in passato che sparissi improvvisante per qualche giorno, e per ogni evenienza, le ho lasciato una copia delle mie chiavi. In fin dei conti non ho nessun altro che si potrebbe prendere cura del mio gatto quando non ci sono.
Comincio ad accarezzarla e a mormorare nell'orecchio parole di scuse. Dopo un primo momento di rigidità e indifferenza, inizia a fare sonore fusa profonde.
"Ah, lo vedi che basta poco per farti cambiare idea?"
Dopo averla messa giù, sistemo un po' la casa e poi mi faccio una doccia rinfrescante.
Poco dopo, il telefono comincia a squillare.
Corro per rispondere: "Sì, pronto?"
"Mak, sono Carl, ma dove diavolo ti eri cacciata?"
"Ciao Carl. Ho avuto un po' da fare."
"E' da ieri che ti cerco, ma non mi hai mai risposto né al cellulare né a casa."
"Te l'ho detto Carl, ho avuto da fare e non potevo rispondere. Cosa vuoi?" Mi rendo conto di stare usando un tono duro, ma non sono molto di buon umore e l'ultima cosa di cui ho bisogno è di qualcuno che mi riprende come una scolaretta.
"Di buon umore come sempre, sento... Niente, volevo solo sapere se avevi scoperto qualcosa sulla setta. Io forse ho una pista. Ci incontriamo per confrontare le informazioni?"
Ci penso su: "Io non ho molto, ma... Sì, va bene. Vediamoci al bar solito sulla sesta."
"Ottimo. Per che ora?"
"Tra un'ora."
Riabbasso il ricevitore senza salutarlo.
Sta cominciando ad innervosirmi questo suo atteggiamento. Devo mettere un paio di cose in chiaro con lui.
Finisco di prepararmi e poi esco. È ormai l'ora di pranzo.
In perfetto orario entro nel bar che è molto luminoso e con ampie vetrate che danno sulla strada. L'interno è eccezionalmente tutto in legno, una rarità, ormai, visto che li fanno sempre con i materiali più moderni, freddi e algidi. Inoltre è un bar misto, cioè lo possono frequentare tutte le razze, compreso noi umani. Si respira il passato, un passato che non ho mai vissuto e di cui mi hanno solo raccontato, ma proprio per questo è uno dei miei locali preferiti.
Ecco Carl, lì seduto che mi aspetta. Impeccabile come sempre, sembra appena saltato fuori da una rivista di moda. Solleva la testa e mi saluta con un cenno.
Mi avvicino al tavolo e mi siedo.
Lui mi guarda con attenzione, mi fa quasi una radiografia: "Lo sai che sei uno straccio?"
Sollevo un sopracciglio e un lato della bocca (la mia miglior espressione di disprezzo): "E tu sei fin troppo perfetto, come sempre."
"Ma cos'hai?" Fa lui, con tono preoccupato.
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The Bounty Hunter - La cacciatrice di taglie (Vol. 1) - (In revisione)
FantasyIl mondo è cambiato da tempo: sono ormai quasi 60 anni che gli esseri umani non rappresentano più la specie dominante e hanno dovuto creare delle leggi specifiche per evitarne la completa estinzione. In questa realtà, dove gli umani sono ghettizzati...