La porta si spalanca ed io arresto il mio movimento, notando ora che indosso solo reggiseno e mutande. Imbarazzante.
Ed ecco che entra lo stesso tipo simpatico di poco fa.
Visto così da vicino è ancor più impressionante: alto circa un metro e ottantacinque abbondante, spalle ampie, petto e bicipiti muscolosi. Indossa dei semplici jeans e una maglietta aderente.
Ha i capelli biondo cenere, leggermente ondulati, ma il tratto più caratteristico sono gli occhi: giallo/dorati, che emanano una luce intensa, sicurezza da predatore che sa di essere sul gradino più alto della catena alimentare.
Senza dargli l'opportunità di proferire verbo, lo batto sul tempo dicendo a bruciapelo: "Non respirare troppo forte, altrimenti la maglietta ti si riduce in brandelli. Avevano finito la tua taglia?"
Lui mi guarda scioccato. Stava per dirmi qualcosa, ma io l'ho preceduto.
Quando sono nervosa per una situazione scomoda (e questa direi che rientra perfettamente nei canoni), tendo a diventare sarcastica e a fare battute, che spesso non vengono apprezzate.
Lui mi guarda strabuzzando gli occhi enormi e minacciosi, per poi dire con voce intensa (non me la ricordavo così dal nostro primo breve incontro): "Cosa diavolo..."
Non gli do tregua e proseguo imperterrita: "Perdonami, non volevo essere scortese. È che davvero sembra lì lì per strapparsi. Un peccato, sembra costosa."
"Ok, ora basta!"
Lo fisso intensamente: "Dove sono i miei vestiti e le mie armi?"
Lui si avvicina di più al letto e sospirando mi dice: "Ma voi umani parlate sempre così a sproposito?"
"Dipende. Dove sono?"
Mi indica verso il fondo della stanza: "Sono lì, in quell'armadio."
"Bene. Vi ringrazio per non avermi divorato e per avermi bendato la ferita, ma devo andare."
Tiro i piedi giù dal letto, fregandomene di essere praticamente nuda di fronte a un perfetto sconosciuto. Li appoggio sul pavimento gelido e cerco di fare un passo, ma mi gira la testa. Sto per cadere al suolo come un sacco di patate, in maniera molto elegante e strategica, data la situazione, ma lui, muovendosi velocemente come un gatto, anzi, un grosso micione, mi afferra, mi solleva come se pesassi nulla e mi rimette sul letto.
Mi sento una bambina rispetto alle sue dimensioni smisurate. Una strana sensazione, ben presto rimpiazzata da una nausea indescrivibile. La stanza non smette di girare.
Lui mi guarda con sguardo a metà tra il rimprovero e il divertimento: "Non è il caso di alzarsi ora. Non sei nelle condizioni di andartene. E tranquilla, non ho intenzione di mangiarti né di ucciderti, per il momento..." Aggiunge subito dopo.
"Oh bene, ora sì che posso riposare in tranquillità."
"Non ti hanno mai detto che sei insopportabilmente fastidiosa?"
"Oh sì, in parecchi."
Appoggio la testa sul cuscino e lo scruto con la coda dell'occhio.
Lui fa un profondo respiro che gli fa alzare il petto e tirare ancora di più la maglietta. Ma perché continuo a guardargli il petto?
Lui interrompe il filo dei miei pensieri a dir poco sconclusionati (non sto per niente bene) e mi dice: "Come va ora con il giramento di testa?"
"Meglio. Ma come è possibile? Sono stata già morsa in passato e non ho mai avuto una reazione simile."
STAI LEGGENDO
The Bounty Hunter - La cacciatrice di taglie (Vol. 1) - (In revisione)
FantasiIl mondo è cambiato da tempo: sono ormai quasi 60 anni che gli esseri umani non rappresentano più la specie dominante e hanno dovuto creare delle leggi specifiche per evitarne la completa estinzione. In questa realtà, dove gli umani sono ghettizzati...