Dopo circa 20 minuti, raggiungo il territorio più esterno delle tigri bianche a sud della città.
Rombando in modo discreto, arrivo nel quartiere centrale, per poi raggiungere in poco tempo l'edificio del capo branco, Simon.
Il palazzo si vede anche da lontano e grazie alla sua struttura quasi completamente in vetro, riflette come un diamante tra i palazzi grigi che lo circondano.
Decido di arrivare fino all'entrata principale. In fondo perché sgattaiolare dal dietro come ladri se si è attesi?
Spingendo sul gas, faccio la curva e parcheggio proprio di fronte all'ingresso. Mi tolgo il casco con piacere. Anche oggi la giornata è piuttosto calda.
Smonto, metto via il casco e mi tolgo i guanti, che appendo alla cintura.
"Pensi di metterci molto ancora? Sai, non ho tutto il giorno libero e di certo non posso perdere tempo ad aspettare te!"
Mi volto lentamente, con già un bel sorriso a pieni denti stampato sul volto: "Non pensavo fossi così felice di vedermi né che addirittura venissi ad accogliermi all'ingresso." Lo squadro e senza dargli il tempo di ribattere, continuo: "Vedo che hai una camicia della tua misura oggi. E poi sono cinque minuti in anticipo, quindi ho tutto il tempo di sistemarmi con calma."
Simon, affiancato dalle sue guardie del corpo, che ho già avuto il piacere di conoscere, mi osserva attentamente. Io mi muovo con deliberata lentezza. Non so perché, ma provo gusto a farlo innervosire.
"Hai finito? Possiamo andare?", e fa cenno con il braccio, invitandomi ad entrare.
Annuisco: "Andiamo, sì."
Poi mi rivolgo ai due mastodonti silenziosi: "E ciao anche a voi due, eh! Posso chiamarvi A e B? Così almeno vi distinguo." I due non danno segno di reagire in alcun modo alla mia provocazione.
Simon invece sta sorridendo: "Te li presento io, visto che sono di poche parole e prendono molto sul serio il loro lavoro.", indica il gigante sulla destra dicendo: "Lui è Matt", poi quello alla sinistra, "Invece lui è Rob."
"Mmmh, piacere di conoscervi Matt e Rob. Ricordatemi di non giocare mai a poker con voi, sarebbe un inferno capire quando state mentendo..."
Rob solleva un sopracciglio e anche l'angolo della bocca. Un accenno di divertimento.
Simon attira la mia attenzione: "Forza Makhaira, andiamo nel mio ufficio a parlare."
Entriamo nel solito ascensore e questa volta saliamo fino al diciassettesimo piano.
Arriviamo sempre in un ampio atrio con una serie di uffici open space. Il colore prevalente è il bianco, con le forniture dei mobili in beige chiaro. Avanziamo fino in fondo dove c'è l'unico ufficio chiuso da una porta. Ovviamente il capo ha l'ufficio all'angolo ed è grande più del mio appartamento.
"Non è molto chiaro che tu sia il capo, sai? Mi aspettavo qualcosa di meglio!" Lo guardo ridendo. Sa che lo sto stuzzicando.
"Vedo che oltre al mio appartamento apprezzi anche il mio ufficio." Simon sta al gioco. C'è una luce particolare nei suoi occhi, mentre mi guarda.
Osservo in giro. L'ufficio è in piena attività. "C'è un bel po' di gente qui."
"Sono, appunto, gli uffici. La sala operativa da cui governiamo tutto il branco e i gruppi affiliati. C'è anche la sezione PR, ufficio stampa e crisis management."
"Pronti a tutto. Gestione branchi 2.0."
"Esattamente. Siamo nell'era post moderna e se non ci adattiamo, rimaniamo indietro. Su, vieni." Entra nell'ufficio e chiude la porta dietro di noi.
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The Bounty Hunter - La cacciatrice di taglie (Vol. 1) - (In revisione)
FantasíaIl mondo è cambiato da tempo: sono ormai quasi 60 anni che gli esseri umani non rappresentano più la specie dominante e hanno dovuto creare delle leggi specifiche per evitarne la completa estinzione. In questa realtà, dove gli umani sono ghettizzati...