Apro gli occhi.
Il biancore all'inizio mi acceca, lasciandomi disorientata, ma mi è vagamente familiare.
Poi realizzo dove sono.
"Ancora qui?" La mia voce esce fioca e rauca come se non parlassi da un po' di tempo.
Ho una flebo al braccio destro e il sinistro è bendato.
A quel punto si spalanca la porta e cado in un immenso deja-vù: ritorno indietro nel tempo dove tutta questa storia ha di fatto avuto inizio.
Simon entra e mi guarda.
Ha lo sguardo stanco, il volto scavato e sembra aver perso peso.
Ovviamente glielo dico: "Ma che ti è successo? Sei conciato malissimo!"
La mia voce ore è meno flebile, seppur ancora rauca.
Lui sorride con la bocca, ma non con gli occhi: "Sì, forse ho perso un po' di peso. Non ho mangiato molto in questi ultimi giorni."
"Non sapevo che i mutaforma potessero non mangiare. Avete bisogno di molte più calorie di un essere umano, visto il vostro metabolismo accelerato."
"Esatto, abbiamo bisogno di molte più calorie, ma ho avuto la testa da un'altra parte. Non ho avuto abbastanza tempo da dedicare al cibo, né la voglia."
E dopo una breve pausa e un'attenta occhiata al mio corpo coperto dalle lenzuola, mi chiede con voce spenta: "Come ti senti?"
"Come se fossi stata investita da un Golem."
A quel punto ride con più convinzione e fa un mezzo passo in avanti nella stanza.
Poi però cambia espressione come si gli fosse venuto in mente qualcosa di spiacevole, infatti: "Bel paio di cazzate che hai fatto lì dentro... Non sapevo avessi questo istinto suicida." Il suo tono è ironico, ma nasconde anche una vena di autentico rimprovero.
"Uno: non erano cazzate, erano azioni pianificate e pensate. Due: non è che avessimo molta altra scelta."
"Forse no, hai ragione. Ciò non toglie che lanciarti nella cupola in quel modo è stata una follia. Poi comunque dovremo parlare con calma io e te, dato che sei stata l'unica a potervi accedere."
Ho un tono vago ora: "Sì, sì, va bene. Ne parleremo. Mi vuoi per favore ora dire cosa è successo? Sono ancora confusa..."
"Hai ucciso Agrios e lo schermo magico è caduto. Così facendo probabilmente è svanito con lui anche l'incantesimo che stava facendo."
Non è andata proprio così, mi pare di ricordare. Ma ho la testa che mi scoppia e faccio fatica a concentrarmi.
Ora sono troppo stanca e disorientata: "Okay, e poi?" Lo incalzo. Ho bisogno di sapere cosa è successo dopo.
"Beh, sei svenuta. Eri quasi morta, come sempre del resto. Il Golem ti ha rotto tre costole e due ti hanno perforato i polmoni. Ti abbiamo preso per i capelli, appena in tempo: avevi una massiccia emorragia interna."
"Da quanto sono qui?" Faccio un gesto plateale verso la stanza indicando intorno a me con il braccio sotto flebo.
"Due giorni e mezzo." Infila le mani nei jeans. Sopra indossa una semplice polo nera. Molto informale, strano per lui, soprattutto se arriva direttamente dall'ufficio.
"Gli altri?" Insisto.
"Stanno bene. Solo quattro perdite. Nessuno dei miei per fortuna. Comunque poteva andare peggio, vista la situazione disperata in cui ci siamo cacciati. L'arrivo della squadra C ha di fatto definitivamente debellato la minaccia degli ultimi monaci rimasti."
"I rapiti?"
"Stanno più o meno tutti bene, compreso Aria. Certo, chi più, chi meno, considerando i danni psicologi e fisici che hanno subito. Li abbiamo subito liberati e dopo essere stati visitati, sono stati interrogati dagli hunter. Ormai hanno sentito tutti e la maggioranza è già ritornata alle proprie famiglie. Tranne qualcuno che è ancora in osservazione in ospedale."
"Bene." Mi frulla un pensiero in testa, qualcosa mi sfugge, ma non so cosa.
Simon continua nel resoconto: "Carl è venuto a trovarti un paio di volte. Avete ovviamente incassato una bella somma per la risoluzione del caso. Gli hunter vogliono anche darvi una medaglia. Non sapevo neanche che ne dessero... Comunque sei famosa, o almeno ancora più di prima visto che lo eri già, per la risoluzione di questo caso in modo "rapido ed efficiente". Testuali parole del tuo Comandante. Il caso è ovviamente ufficialmente chiuso visto che il colpevole è stato eliminato e la setta debellata. I monaci sono praticamente tutti morti durante lo scontro, a parte qualcuno che è sopravvissuto. Sono ovviamente tutti stati condannati a vita nella Dead Zone."
Lo sto ascoltando, ma non del tutto...
Un po' sovra pensiero gli rispondo: "Bene, è quello che si meritano, anche se noi sappiamo benissimo che non è così. Chi è dietro tutto questo è ancora a piede libero, ma è una battaglia che dovremo combattere un altro giorno..."
Poi all'improvviso realizzo.
Daniel!
Quasi urlo nel chiederlo: "Simon, ma Daniel?!"
Lui abbassa lo sguardo poi risolleva gli occhi stanchi: "Lui non c'era Mak. Non era lì."
Ecco spiegata la perdita di appetito e il volto sconvolto dal dolore.
Lo guardo con occhi spiritati per lo shock: "Come non c'era? Come è possibile?!" Il mio tono lamentoso sembra quello di una bambina spaventata.
"Non lo so. Gli altri rapiti hanno detto che era imprigionato con loro, ma qualche ora prima del rituale è stato portato via."
"Cosa? Perché?" Mi scende una lacrima sulla guancia. La ignoro.
"Non lo sappiamo. Stiamo ancora indagando, ma l'unica persona che poteva dirci qualcosa è morta e gli altri monaci non parlano."
Quasi balbettando dico: "Mi dispiace Simon, io, io ho dovuto..."
"Shhh, tranquilla", mi zittisce lui, "non biasimo di certo te. Non si poteva fare altrimenti: senza uccidere lui, i rapiti sarebbero morti e chissà cosa aveva in mente di fare con quell'incantesimo. Non avevi altra scelta. Hai fatto la cosa giusta, l'unica possibile."
Forse, ma ora sono più lucida e mi ricordo tutto perfettamente: il problema è che lui non sa che avevo già fermato l'incantesimo e avrei potuto catturare Agrios vivo.
Un mal di testa improvviso mi fa pulsare le vene sulle tempie.
Inghiottisco, promettendomi di parlarne con lui, di dirgli la verità, tutto, compresa la storia del Nullo: "No, forse non l'avevo, sai, nella foga del momento... ma ti prometto che farò di tutto, userò tutte le mie fonti e risorse per ritrovare Daniel. Te lo giuro."
Lui fa un cenno affermativo con la testa: "Va bene. Ora però devi riposarti. Ne riparliamo con calma."
Si gira e se ne va chiudendo delicatamente la porta.
Affondo la testa sul cuscino.
Poi inizio a piangere, un pianto liberatorio, ma anche di frustrazione e rabbia.
Ti troverò Daniel, te lo prometto.
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E finisce qui il primo libro della serie su Makhaira, la cacciatrice di taglie!
Ringrazio ancora tutti quelli che mi hanno seguito e letto.
Ora mi dedicherò alla revisione per poi impostare il secondo libro (che ho già in testa ;) ). A presto!
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The Bounty Hunter - La cacciatrice di taglie (Vol. 1) - (In revisione)
FantasiIl mondo è cambiato da tempo: sono ormai quasi 60 anni che gli esseri umani non rappresentano più la specie dominante e hanno dovuto creare delle leggi specifiche per evitarne la completa estinzione. In questa realtà, dove gli umani sono ghettizzati...