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Stranamente, quella notte Daphne si addormentò subito, forse sia lo stress, sia la stanchezza avevano contribuito a chiuderle con facilità le palpebre. Quando si svegliò però era ancora mattina presto e quando uscì dalla sua piccola villetta, il sole nel cielo era ancora acerbo. La volta celeste era dipinta da pennellate sottili di arancione, rosso sangue e un violetto tenue . La stagione invernale iniziava a portare i primi fiocchi di neve e quella mattina Daphne necessitò di coprirsi con un lungo mantello. Dopo aver calato giù il cappuccio ed aver raccolto i capelli eburnei in una coda alta, affondò i passi nella soffice neve accumulatasi durante la notte. Quasi tutte le abitazioni erano ancora chiuse e silenziose dunque poté camminare a passo svelto senza dover ascoltare le critiche e i sussurri dietro di sé. Qualche minuto dopo stava già procedendo sul ponte trasparente verso il Bifrost. La passerella di vetro rifletteva i colori dell'arcobaleno ma lasciava intravedere la profondità e vastità dello spazio sottostante. Una mossa imprevista e sarebbe sprofondata nei meandri più oscuri e deserti della galassia. Quando giunse a destinazione, trovò il padre al suo solito posto: perfettamente dritto al centro della sfarzosa sala, che impugnava una spada dalla lama lucente. La corazza lucente emanava uno splendore aureo e conferiva un'aria seria e imponente. La figlia si apprestò ad avvicinarsi e inchinarsi in segno di riverenza

-Padre, sono qui per conferire con lei e chiederle consiglio. È al corrente degli avvenimenti successi in questi giorni nella cella del prigioniero a cui sono stata affidata e temo possa darle fastidio ciò che ho detto ieri. Sono qui per sapere se ciò che sospetto è reale e per capire cosa vuole che faccia con il figlio di Laufey. Accetterò qualsiasi decisione.-

Heimdall sorrise apprensivamente e allungò un braccio per carezzare la guancia della figlia. I suoi occhi dorati brillavano di amore e dolcezza ed era chiaramente preoccupato per la figlia. Parlò con voce soffice ma profonda e decisa

-Ascoltami Daphne, non credo che il rivelare le tue origini ti possa danneggiare poiché comunque Asgard intera è a conoscenza del fatto che tu sia una mezzosangue. So quanto questo ti faccia soffrire a causa delle malelingue e delle occhiate malevole che ti riservano gli altri, sono spiacente davvero. Puoi decidere cosa fare liberamente, è giunta l'ora che tu faccia le tue decisioni senza influenze altrui: hai ben vent'anni secondo Midgard e ti ritengo già un'adulta matura e consapevole del tuo carattere. Sono fiero di colei che sei diventata perciò non hai piú bisogno dei miei consigli e agisci come credi sia giusto.-
Heimdall le posò un bacio sul capo mentre sulla guancia della figlia scorreva una lacrima cristallina e solitaria.

-La mamma sarebbe stata felice di vederti così grande - sussurrò con tenerezza guardando la donna che aveva cresciuto, allontanarsi a testa china.

-Daphne, voglio solo avvertirti. Devi stare in guardia, non importa cosa dica o faccia quel dio, devi ricordare chi è e tenerlo ben a mente. Lui vive nelle menzogne e c'è sempre l'altro lato della medaglia nelle sue azioni, per cui sii attenta e prudente, soprattutto non fidarti mai. Se c'è qualcosa di sicuro, è che il cuore del figlio di Laufey è ghiacciato e privo di emozioni, per questo non cadere nella trappola. La base di un inganno convincente è composta dalle parole e Loki è un perfetto oratore. Rammenta figlia mia questi pochi consigli che hai da ricordare: non ti osserverò più, limiterò la mia vista perché voglio darti libertà e non sarò più consapevole di ció che ti accadrà senza che tu me lo riferirai.-

La ragazza annuì convinta e riprese la direzione verso il palazzo di Odino, lì dove sapeva che l'attendeva l'intrigante prigioniero. Era curiosa in effetti di sapere notizie in più sul passato di Loki, senza ascoltare i soliti pettegolezzi sulla bocca di tutti gli asgardiani, senza le solite solfe sui danni provocati da lui che oramai erano noti a tutti. Il giardino del castello era coperto da un sottile strato di candida neve e il laghetto dove i bambini erano soliti cibare le papere in primavera, era ghiacciato. I passi erano attutiti dalla soffice copertura e numerosi fiocchi continuavano a volteggiare nell'aria, soffermandosi sui capelli e il volto di Daphne.
Percorse la strada familiare lastricata da massiccie pietre scure, fino a giungere nuovamente nei sotterranei dove, se possibile, il freddo era ancora più tagliente. Un uomo dalla barba incolta e sporca, dagli occhi scuri e piccoli le rivolse un commento poco pudico. Un istante dopo Daphne era entrata nella cella e gli aveva spaccato sulla schiena una sedia. Insomma nulla di che. L'elemento in comune nel carattere suo e di Loki era che era consigliabile non farli arrabbiare se non volete per primo ricevere delle sberle, poi una vendetta 'servita fredda'. Chi l'ha detto che le donne non sanno né combattere né sono in grado di difendersi? Daphne lo sapeva fare in modo più che ottimo e non aveva paura di mostrare agli altri l'allenamento che le era stato insegnato. Senza troppi tentennamenti ritornò fuori con un sogghigno e puntò verso la stanza del suo assegnato. Lo trovò ancora una volta seduto a terra con la schiena al muro ma questa volta non leggeva, giocava con un oggetto in mano che ella non riuscì a distinguere. Il suo aspetto non era composto e ordinato, al contrario i capelli erano arruffati lungo le spalle, gli occhi, cerchiati da profonde occhiaie bluastre. Le nocche delle mani erano arrossate e con molte crosticine di sangue rappreso, come se avesse picchiato o sferrato un pugno. Notò chiaramente l'ingresso della ragazza ma la ignorò, guardandola di sbieco nel togliersi il mantello e piegarlo su una poltrona.

-Buongiorno Loki, sono qui ancora ina volta ed oggi tocca a lei parlare. Prima però vorrei sapere cosa le è accaduto.-
Disse cautamente Daphne, accostandosi al dio accasciato sul pavimento. Gli sfiorò le mani per constatare il danno: con suo stupore egli non si ritrasse con sdegno anzi la lasciò esaminare, voltando il viso per non incontrare il suo sguardo. L'ancella si accorse che l'oggetto con cui prima Loki stava giochicchiando era in realtà un piccolo pupazzo raffigurante un orsetto. Ma cosa ci poteva mai fare un criminale del suo livello, un simile uomo privo di rimorso o pietà, osservare con quasi dolcezza un peluche? La ragazza guardò le nocche sanguinanti e provocò un sussulto nel dio quando decise di fasciargliele nella garza bianca che la stanza metteva a disposizione per primo soccorso. Avvolse l'esile mano in più strati di tessuto fino a proteggere le ferite

-Adesso va meglio, potrebbe rivolgermi la parola? -

Loki si girò ma nei suoi occhi dalle numerose sfumature non c'era più traccia di spavalderia, solo un dolore sconfinato, che lo stava logorando dentro. Serrò la mascella, deciso, rivolse un'occhiata sprezzante nei confronti della ragazza, nonostante le cure.

-Se ne vada stupida bambina, accetti un altro incarico che non preveda assistere ad uno squilibrato come me: un immorale, un omicida e un criminale. Illusa, lei crede in qualche modo di potersi avvicinare a me senza ricordarsi che sono un pericolo, come una bomba pronta ad esplodere da un momento all'altro - rise, prima leggermente, poi più sguaiatamente, come un folle, gettando la testa all'indietro e fissando il soffitto - Io sono il mostro da tenere distante e solo, devo essere rinchiuso qui, a muffire, fintanto che gli altri si dimenticano di Loki Laufeyson, tutto va bene e sono al sicuro. Hanno paura di me, e pensavo un tempo che mi piacesse il fatto che gli altri provassero questo nei miei confronti, ma non fanno altro che istigare ancora il mio odio e non soddisfazione. Hanno una  paura giustificata ma non sanno andare oltre essa. Se solo potessero leggere tra le linee, sarebbe diverso.-

Questa volta fu Daphne a tacere perché non aveva nulla da rispondere  ma capiva cosa intendesse il dio. Spesso le persone notano e ricordano a lungo le cattive azioni che gli altri fanno, lei era cosciente che Loki avesse compiuto un atto di distruzione terribile ma se oltre gli eventi di New York, in quella persona ci fosse stato altro?? Se in fondo, molto in fondo, la giovane avrebbe potuto trovare lo stesso animo da bambino del ragazzo dai capelli mori? Si chiedeva se fosse stato mai in grado di seppellire l'odio e il rancore verso Odino, ma forse era troppo presto per creare un discorso del genere.

-Comunque sia, le racconterò di me ma non si aspetti troppo, non vorrei deludere le sue aspettative di una infanzia serena e rigogliosa.-

Unmasked ~Loki Laufeyson~ [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora