Il fruscio del mantello di Loki lo accompagnava nel silenzio mortale dei corridoi. Il dio aveva in mente una meta ben precisa e nulla avrebbe potuto dissuaderlo. Sentiva il cuore gonfiarsi di rabbia e il vecchio e rancoroso lui riemergeva con violenza. Salì le scale di marmo fino al terzo piano, dove sapeva alloggiassero i soldati del personale esercito del fratello. Era anche al corrente della ronda notturna che venisse messa in atto ogni sera e dei cambi che si davano ogni cinque ore. Secondo i suoi calcoli, tra pochi minuti sarebbe dovuta scoccare la mezza notte, segnalata dal suono ovattato delle campane della chiesa incorporata nel castello. Infatti poco dopo, avvertì da lontano il rumore metallico e accellerò il passo. Si nascondeva furtivo dietro i muri, appiattendosi e avanzando con il silenzio e l'abilità di una pantera nera. Sbirciò verso la prima fila di camere che si estendeva su quel piano, e trovò subito ció che cercava. Una guardia tozza e dai lineamenti squadrati parlottava a bassa voce con un'altra figura muscolosa, la quale sostituì la prima con una pacca sulla spalla. La nuova sentinella se ne stava con la postura ritta e sul chi vive, la spada deposta nel fodero di camoscio sul fianco. Dall'elmo placcato d'oro, alla luce dei mozzoni di fiaccole accese, Loki riconobbe ciuffi biondo grano fuoriuscire sul viso e due occhi vispi e azzurri. Il dio strinse i pugni: l'odio montava in lui senza controllo e limiti. Avrebbe ucciso in quell'istante l'uomo che aveva reso la vita di Daphne un inferno rovente, ma no, doveva vederlo soffrire, consumarsi davanti i suoi stessi occhi, lentamente e con il dolore che meritava. Il controllo che per interi mesi aveva conservato per la fidanzata era svanito negli istanti in cui aveva incontrato di nuovo Jacob. Sapeva di non poter sconfiggerlo in una lotta corpo a corpo, per la sua statura esile, tuttavia poteva tentare con il suo asso nella manica: la magia. Il buonsenso e il freddo senso calcolatore gli suggerivano di rimanere celato nell'ombra e pronunciare l'incantesimo da lontano, senza rischio di essere scoperto. Ma voleva farsi vedere. Voleva che quella persona lo guardasse negli occhi mentre il fiato gli sarebbe mancato e il corpo contratto dal dolore lancinante. Voleva sentirsi chiedere perdono, ascoltare le suppliche imploranti. Camminò di spalle alla figura ignara e quando essa se ne accorse, Loki era quasi sopraggiunto alle sue spalle. Iniziò a sussurrare parole incomprensibili, di una lingua sconosciuta. Jacob lo riconobbe ed ebbe un attimo di smarrimento e sorpresa, poi costruì ad arte un ghigno malefico sul volto. Gli occhi azzurri scintillavano come diamanti.
-Oh guarda chi si incontra: deduco che tu sia a conoscenza dei fatti. Avresti dovuto vederla sai, la tua fidanzatina, così esposta e vulnerabile... - il tono di voce si fece provocatorio e disnibito, con il dio che sempre più infervorato tremava di rabbia. -Era nuda, candida e impotente.-
Loki ebbe l'istinto incontrollato di distruggere quel bastardo. Continuò a recitare l'incantesimo con parole segrete, e la pelle delle mani sbiancava e diventava azzurrina. Il suo volto gli si colorava di blu cobalto: si stava trasformando nela forma di gigante di ghiaccio. Jacob osservò il cambiamento con spavanto, ma cercò di mascherarlo con un'espressione sufficiente, scrollando le spalle tuttavia allontanandosi con cautela. Eh no. Non l'avrebbe lasciato scappare. Il dio alzò in alto il braccio e sollevato da una forza invisibile, il corpo del guerriero si librò in aria e una presa salda si serrò alla gola.
-Tu. Stronzo. - ad ogni parola, il respiro di Jacob si faceva più affaticato e rado e iniziò a impallidire velocemente. Da codardo qual'era aveva presto perso tutta la spavalderia. Secondi interminabili passarono in silenzio nel tentativo blando del ragazzo di liberarsi. Ben presto si accorse che non poteva nulla e le forze gli vennero a mancare, smettendo di scalciare. Era ancora troppo presto per farlo morire. Loki decise di mollare Jacob, il quale si accasciò ansimante a terra, e riprese a recitare un incantesimo in greco antico. All'improvviso il guerriero emise urla straziate, iniziando a tenersi la testa tra le mani e strizzando gli occhi in confusione. Non sapeva cosa gli stesse succedendo ma Loki sì. Attraverso i suoi poteri, gli stava facendo rivivere tutti i brutti momenti della sua vita, accompagnati da allucinazioni dei peggiori incubi che avesse mai fatto. Flashback orrendi si susseguivano come un film horror nella sua mente, e cercava invano di scacciarli via, rotolandosi in posizione fetale a terra e gemendo. Era bastato così poco a far cedere la maschera di arroganza. Il dio si avvicinò alla sagoma rannicchiata e la guardò con astio dall'alto in basso: sferrò un calcio nello stomaco e gli strappò l'ennesimo agghiacciante lamento. Si chinò sulle ginocchia e avvicinò le labbra alle orecchie di Jacob. Non smetteva di borbottare e singhiozzare, terrorizzato da mostri inesistenti, plasmati dalle paure della sua mente e resi falsamente reali dal potente incantesimo.
-Ecco, su, soffri. Proprio come lei. Sopporta in silenzio, abbi un pesante e viscido fardello da portare sulle spalle affinché il senso di colpa ti possa perseguitare e logorare l'anima fino al tuo ultimo respiro. -
Un fuoco di vendetta ardeva nel cuore di Loki e bruciava ogni sentimento di pietà e benevolenza che aveva acquistato nel tempo grazie alla misericordia Daphne. Lo stava uccidendo. L'intento era quello finché non sentì voci improvvise verso l'inizio del corridoio. Non ebbe il tempo di reagire o scansarsi, perché numerose guardie piombarono attorno a lui, con spade sguainate e puntate al collo. Nessuna mossa fulminea avrebbe potuto salvarlo poiché erano troppi e almeno uno sarebbe riuscito a trapassarlo con la lama affilata prima che potesse scappare. Il cuore sembrò rallentargli e sentì i battiti rimbombare nelle orecchie. L'adrenalina del momento defluì come gli effetti di una droga la mattina dopo, e il sangue gli si gelò nelle vene per aver realizzato la gravità delle sue azioni. Doveva essere onesto: non si pentiva di aver inferto lo stesso dolore a Jacob che lui aveva provocato a Daphne eppure... Non si trattava solo di lui. Lo avevano scoperto. Cosa ne sarebbe stato adesso del suo futuro? Cosa gli sarebbe successo? Lo avrebbero rinchiuso dinuovo? Avebbe deluso l'unica persona a cui teneva: già immaginava la faccia sconvolta che avrebbe assunto.
-Loki Laufeyson, lei dovrà rispondere di tentato omicidio, per ora ci segua nelle celle dei sotterranei dove passerà le notti.- pronunciò severo un uomo, strattonandolo via.
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Unmasked ~Loki Laufeyson~ [CONCLUSA]
FanfictionI nove pianeti sono in pace e Thor è tornato a Midgard da Jane Foster, dopo aver sconfitto Malekith. Loki Laufeyson è rinchiuso nuovamente nelle celle del palazzo di Odino, ad Asgard, costretto a passarci l'eternità. Il dio delle malefatte conoscerà...