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Una donna dal viso luminoso e occhi vispi, aprì la porta con un sorriso radioso. Il volto giovanile era solcato da poche rughe e i capelli erano dello stesso color cioccolato di Daphne, qualche ciocca qua e là spiccava bianca. Ricci ribelli sfuggivano ad una crocchia disordinata e dall'aria indaffarata, probabilmente l'avevano colta mente cucinava il pranzo, considerato il grembiule di stoffa allacciato alla vita. Il cuore di Daphne le balzò in gola: era davvero quella la donna che venti anni prima l'aveva data alla luce? La spavalderia che era da sempre un punto indiscutibile del suo carattere, sembrò di vacillare. La voce si incrinò prima di chiedere alla donna se il suo effettivo nome fosse Agathe James.
-Si, chi siete voi?-
Poche parole fecero tremare la ragazza in un turbine di emozioni contrastanti, non realizzava di aver davanti colei che aveva sognato numerose volte ma senza avere mai un volto preciso da ricordare. Era reale, era davanti a lei. Si coprì le labbra, cercando di impedire alle lacrime di gioia di sgorgare copiose e buttò improvvisamente le braccia al collo della donna, stupida dal gesto della sconosciuta.
-Madre, sono riuscita finalmente a trovarvi. Sono lieta di comunicarle che io sono Daphne, la neonata che Odino padre degli dei vi costrinse a lasciare su Asgard tempi orsono.-
L'espressione di Agathe mutò da stranita ad impressionata: spalancò gli occhi e il corpo si irrigidì come trasformato in pietra. La voce le uscì poco più di un sussurro flebile e condusse entrambi con un cenno verso l'interno della villa.
-Entrate prego, sarà meglio discuterne non qui fuori, ci sono troppi occhi indiscreti.-
I tre giunsero in una cucina allestita in modo rustico e spartano, ma grazioso e pieno di foto della famiglia appese ai muri grigio cenere. La proprietaria li fece accomodare intorno ad un tavolo di vetro opaco e servì in silenzio del thè verde bollente da una teiera a fiori. Poggiò delle tazzine sulla superficie e le offrì ai suoi ospiti, inutile specificare che Loki non smetteva di sbuffare e l'idea di berlo non gli passò per la mente.
-Scusatemi per il disordine- accennò alle pentole fumanti sui fornelli e al profumo stuzzicante a piacevole che emanava il forno acceso - sto cucinando un dolce e sono piuttosto incasinata: non attendevo ospiti.-
La donna si sedette con un sospiro sulla sedia accanto Daphne e le rivolse un caldo sorriso. Messe accanto, la somiglianza era più riconoscibile nei tratti snelli e aguzzi del viso, nei capelli ricci bagnati d'oro. La tensione all'interno della stanza era palpabile per entrambe, il dio invece se ne stava rilassato esaminando con nochalance gli oggettini chic sui vari mobili.
-Figlia mia, credevo di non aver speranze di incontrarti. Sei così adulta e meravigliosa- le portò le mani morbide al viso e Daphne le racchiuse nelle sue, mentre una lacrima le scorreva inevitabilmente sulla guancia -Mi sarebbe piaciuto così tanto poter starti accanto durante le fasi fondamentali della tua infanzia, Odino mi ha recato un torto ingiusto e non lo perdonerò per avermi strappato dal seno la mia piccola.-
Loki emise una risata ironica, attirando l'attenzione delle tue donne
-Vedo che padre degli dei non era gradito a tutti come voleva far credere. Beh signora le assicuro che quel verme era un vecchio stoltο e ai suoi tempi, un giovane privo di intelligenza. -
Daphne gli scoccò uno sguardo irato per le sue parole, considerandole inappropriate e offensive per l'anima defunta. Procedette a informare la madre della morte del sovrano e le raccontò sommariamente di Asgard. Le confidò che nemmeno un secondo in quei lunghissimi anni il padre Heimdall aveva rinunciato a vegliare su di lei con amore, e che non la condannava per aver creato la sua nuova famiglia. Agathe invece spiegò che il marito Harry prestava servizio come militare e attualmente era impegnato in una missione in Iraq, dunque per mesi non l'avrebbe incontrato. Per quanto riguardava il figlio giovane Michael, sarebbe tornato dalle scuole elementari a momenti, a bordo di uno strano carro che Agathe aveva chiamato autobus. Madre e figlia si scambiarono abbracci affettuosi e parlottarono fitto tra di loro, trovando l'intesa che prima di allora non avevano potuto provare nei loro cuori. Loki fungeva da misera tappezzeria con il suo silenzio ostinato alle domande gentili che la donna aveva provato a rivolgergli. Durante il racconto dettagliato di un episodio capitatole da piccola, un rumore esterno goffo e squillante attirò l'attenzione della madre che esclamò entusiasta
-Oh ecco il clacson, Mikey è arrivato alla fermata, su venite fuori che ve lo presento.-
Daphne, curiosa, seguì volentieri la donna, il dio invece si trascinò dietro senza aver nulla di meglio da fare. Una sagoma bassina saltellò giù dai gradini di un macchinario giallo limone e corse trotterellando verso il giardino di casa Abbott. Una chioma riccia come quella di Daphne e Agathe, sebbene più bionda, come il grano si avvicinò ai tre fermi sul vialetto di ciottoli. Andò convinto contro le gambe della donna più anziana e le strinse forte ridendo: una risata fresca e innocente, di un bambino ancora piccolo e spensierato. Le spalline sorreggevano un minuscolo zainetto arancione con il disegno di un orsacchiotto e una volta in braccio alla mamma, il bambino rivolse l'attenzione agli estranei. Puntò due occhioni verde bottiglia sul viso sorridente di Daphne e a sua volta inarcò le labbra all'insù, rivelando una fessura tra i dentini bianchi di latte.
-E tu chi sei?- chiese dolcemente, gonfiando le tenere guanciotte.
-Io sono un'amica della tua mamma e mi chiamo Daphne piacere. Mi hanno detto che tu sei Mikey.- rispose allegra la ragazza, scompigliando con affetto i capelli del suo fratellino. Il piccolo passò il suo interesse all'aria minacciosa di Loki, trovandolo buffo, allungò la manina cicciotta a tiragli i capelli bruni. Essendo colto da stupore, il dio si trattenne dallo scatenarsi ricordandosi degli obblighi da rispettare, imponendosi di 'star buono' per non commettere azioni futili. Contrasse il volto in un cipiglio irritato e scostò con un gesto secco il bambino, mentre Daphne soffocava una risata sommessa alle sue spalle.
-Hey Mikey ti va di assaggiare la buonissima torta al cioccolato che sta cuocendo? Intanto andiamo a giocare in camera tua che dici?- propose più che contenta la ragazza, sostituendo la madre e prendendo con poco sforzo tra le braccia il bambino e facendo smorfie strane e divertenti. Il piccolo accettò con urletti di gioia e dopo che le fu idicata la strada, Daphne non indugiò oltre e si prodigò per passare delle ore spensierate con il suo giovane fratello.

Unmasked ~Loki Laufeyson~ [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora