Come previsto, Thor era lungi dal tornare presto in patria. Le foglie colorate di rosso, arancione e viola, giorno dopo giorno iniziarono a cadere dagli alberi, ricoprendo il terriccio di un manto variopinto e scricchionte. I rami degli alberi si fecero sempre più spogli con l'irrigidirsi delle temperature e ben presto, per Daphne arrivò il secondo e duro inverno da quando conosceva Loki. Il dio, ancora intrappolato nella sua cella, riceveva visite quotidiane da parte della dama ed entrambi si erano rassegnati, aspettando uno svolgimento che tardava ad arrivare. Inutile piangere sul latte versato, spero solo che il re abbia clemenza e mi creda continuava a ripetersi la giovane, cercando di convincere anche sé stessa. Durante quella gelida mattinata di inizio dicembre, Daphne si era recata nei sotterranei con un moto d'agitazione per la notizia da comunicare al fidanzato, una notizia che la rendeva gioiosa ed entusiasta ma allo stesso tempo la preoccupava. Avvertiva un fastidioso senso di nausea alla bocca dello stomaco, che da alcuni giorni sembrava non volerla abbandonare. Ah ci dovrò fare l'abitudine per un bel po'. Giunse con passo un po' affaticato e la schiena dolente fino alla cella di Loki e lo trovò addormentato con la schiena appoggiata al muro. Al contrario della precedente, la nuova era provvista di un pagliericcio sacco improvvisato a giaciglio ed una misera latrina, oltre i resti della sedia ridotta in pezzi. Era in una condizione molto meno agevole e pratica, ed il giovane giaceva con le labbra schiuse seduto scomodo sulla paglia, ignaro dell'arrivo della ragazza. Una volta che fu svegliato, addentò un pezzo dalla pagnotta che avevano passato da una feritoia e mangiò della zuppa oramai fredda, ridotto come un cane randagio. Parlarono di argomenti sciocchi, cercando di alleviare la tensione tra di loro e Daphne trascorse alcune ore a leggere ad alta voce un libro, acoccolata sul un gradino accanto la cella. All'ennesimo capitolo terminato, la ragazza chiuse il volume, stringendolo tra le mani per il nervosismo.
-Loki ho bisogno di dirti una cosa importante. - le mani scivolarono sull'addome, accarezzandolo sovrappensiero. Il dio le rivolse tutta la sua attennzione e cercò di sorriderle per infonderle coraggio. Parlò velocemente, buttando fuori l'aria in un istante come un palloncino che si sgonfia.
-Aspetto una bambina, sono incinta da quattro mesi ma l'ho scoperto solo ieri, perché mi sono sentita poco bene. -
Il viso del dio si illuminò di leggerezza e contentezza, con una sfumatura di tristezza per non poter abbracciare e congratularsi da vicino con la propria amata. La osservò sfiorarsi la pancia e quando notò il suo sguardo, gli sorrise, tendendo con i palmi il tessuto morbido del vestito e mostrando una dolce protuberanza, un accenno di pancione.
-Ti amo così tanto. Non avresti potuto rendermi piú sereno e felice. Desidero quanto te questa dolce attesa. Amerò la piccola più di me stesso. -
Daphne aveva gli occhi lucidi di commozione nel pensiero che tra qualche mese avrebbe dato alla luce una bellissima femminuccia. Il ricordo dell'aborto era ancora vivido in lei come una ferita aperta, tuttavia sapeva che quella nascita le stava dando una nuova speranza e una rinascita di cui approfittare. Sarebbe diventata mamma. E Loki le sarebbe sul serio rimasto accanto nonostante i pregiudizi degli altri. Anche lui si sarebbe dovuto calare nel ruolo di genitore. Ce l'avrebbero fatta? D'altronde le sfide nel loro rapporto non erano mancate dall'inizio, ma con la buona volontà e l'amore ce l'avevano fatta a tirare avanti più che decentemente. A strapparla dai suoi ragionamenti fu una guardia scontrosa che la riprese dicendole di alzarsi, e che fece cenno a Loki di fare lo stesso.
-Re Thor è appena tornato, la attende il processo in piazza. -
***
Sua maestà re di Asgard si stanziava regale a cavallo di un destriero dal manto chiazzato, mentre la gente si affollava radunandosi in cerchio in una piazza popolare. Attorno si ergevano case basse e dai comignoli fumanti e la folla iniziò ad urlare di disgusto e disapprovazione quando vide giungere il dio delle malefatte in persona, scortato da quattro guardie muscolose. Alla luce del tenue sole il metallo delle catene ai polsi scintillava e una maschera gli serrava la mascella impedendogli di parlare. Fu spintonato malamente al centro dello spiazzo e costretto ad abbracciare un palo di legno, il viso premuto contro la superficie ruvida. Loki non lo sapeva ma Thor aveva lasciato l'esito del processo in mano alle persone, andando a votazione. Si era dichiarato imparziale alla causa, in quanto suo fratello. Daphne singhiozzò disperata quando vide il dio venire sbattuto con violenza e si spaventò alle urla impazzite della gente. Un uomo giovane ma dall'aspetto guerrigliero scese dal suo stallone nero, che nitrì con uno sbuffo, e si diresse al fianco del prigioniero. Indossava una cotta di ferro dagli stretti anelli, e sul fianco destro spiccava l'elsa di una spada. Sull'altro, spuntava il manico di cuoio di quella che doveva essere una frusta. Nonostante la sua prematura età, tutti capirono che godeva di una certa autorità, poiché nemmeno il re mosse ciglio quando, sostituite le catene ai polsi del dio in corde, le strinse di più, provocando contusioni dolorose. Loki se ne stava immobile, senza ribellarsi, ma con uno sguardo furioso e saccente, che avrebbe sfidato volentieri il suo aguzzino. Il ragazzo si scostò una ciocca di capelli castani svolazzata sul volto e parlò con voce dura e severa.
-Questo individuo, che già precedentemente è stato rinchiuso nelle segrete per aver commesso atti incresciosi ed è stato graziato con la libertà. È nuovamente accusato di aggressione ad un innocente, un soldato di nome Jacob. La verità è schiacciante e non può nasconderla. Dichiaro ufficialmente Loki Laufeyson colpevole. -
Dalla folla aumentarono le urla e l'atmosfera si fece fervente in attesa di giustizia. Purtoppo il modo in cui decisero di eseguirla fu brutale e senza scrupoli. L'uomo, che si scopri chiamarsi Damien, sfoderò la frusta e con uno schiocco in aria, la fece sibilare come una serpe velenosa. Strappò di dosso al prigioniero la camicia, rivelando la pelle pallida e liscia della schiena e ghignò malvagio, pregustando i successivi istanti. Era un sadico e Daphne si sarebbe lanciata per impedirgli di fare del male, ma delle guardie la tenevano salda per gli amambracci, mentre lei scalciava e urlava in preda al panico. Damien alzò il braccio, osservò la superficie che stava per colpire, e sferzò l'aria in una frazione di secondo, ferendo in profondità. Una striscia rossa iniziò a grondare gocce di sangue cremisi e Loki strizzò gli occhi, si notò il suo dolore ma non poté fiatare con quella razza di museruola sulla faccia. Un altro colpo. Il terzo. Il quarto. Dal popolo si levavano ovazioni che incitavano a continuare la tortura. Le braccia del dio erano strette e impossibilitate a muoversi, i capelli gli si incollavano al viso sudato e sbiancato. Il dolore era insopportabile, disumano. Pensava di morire, tanto forti le fitte erano che lo attraversavano come lame. Il sangue scorreva copioso con la lingua di cuoio che non accennava a smettere di marchiare la pelle con future cicatrici. Il re stette ad assistere, impassibile, perché non poteva piú fare nulla per fermare la gente inferocita. Daphne piangeva, si strappava i capelli e lanciava urla sguainate e disperate, essendo costretta ad assistere a quel supplizio. Il vice ne ebbe abbastanza solo quando un colpo più potente degli altri fece accasciare al suolo il dio, in una posizione innaturale e le braccia tirate su dalle corde ma molli. Le palpebre erano abbassate e il volto privo di espressione. Aveva perso i sensi. I polsi furono slegati e le mani ricaddero nel suolo polveroso, col sangue che macchiava la terra intorno. La gente, finito lo spettacolo macabro, sfociò lentamente in altre strade, separandosi e rendendo la piazza vuota. I cavalli girarono e partirono al trotto verso il castello reale, assieme i loro cavalieri. Rimase solo Daphne, finalmente libera, che si buttò al capezzale del fidanzato ferito. Cercò di svegliarlo schiaffeggiandolo, ma non dava segni di risposta. Iniziò a piangere, versando lacrime sul grembo e tirando a sé il volto sporco del dio. Abbracciava con disperazione il suo amore, sussurrandogli dolci parole all'orecchio, rassicurazioni di cui nemmeno lei era certa. Andrà tutto bene. Deve andare tutto bene. Altrimenti io come faccio senza te?
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Unmasked ~Loki Laufeyson~ [CONCLUSA]
FanfictionI nove pianeti sono in pace e Thor è tornato a Midgard da Jane Foster, dopo aver sconfitto Malekith. Loki Laufeyson è rinchiuso nuovamente nelle celle del palazzo di Odino, ad Asgard, costretto a passarci l'eternità. Il dio delle malefatte conoscerà...