Le spalle curve tradivano la falsa compostezza di Daphne, che se ne stava seduta su una panchina di ferro battuto davanti alla casa, ad ammirare l'interessante manto erboso. Sopra di lei un cielo trapuntato di stelle estendeva i suoi bracci di oscurità sulla città ed una luna piena bagnava i tetti di una luce argentea. Pensava a tante cose, ma il suo chiodo fisso era sempre il figlio di Laufey, che pareva aver messo le radici nella sua mente più profonde di quanto credesse. Dopo il discorso imbarazzante e a suo parere umiliante con la madre, non aveva avuto il coraggio di rivolgere parola al dio, sentendosi una sciocca a provare certe sensazioni ogni volta che incrociava i suoi occhi vitrei. Lo evitò per l'intera cena e quando ebbe finito di sparecchiare, uscì fuori per una boccata d'aria e schiarirsi il groviglio di pensieri. La brezza dolce primaverile non era più pungente come quella della stagione passata e portava con sé un profumo di fiori freschi. L'angoscia stringeva il petto di Daphne in una morsa dolorosa e la ragazza soffriva in una maniera lancinante. L'amore la rendeva vulnerabile e le apriva il petto e il cuore, lasciandolo scoperto e indifeso alla cattiveria di Loki. Il suo nome le passò per i pensieri e come per telepatia il dio si materializzò accanto, con il suo solito passo silenzioso e felino. Rimasero in silenzio in quella meravigliosa serata dal cielo sgombro di nuvole, finché Daphne non prese coraggio e aprì bocca
-Stiamo per partire, lo faremo subito, tra poche ore. Mia madre ha capito chi sei e non vuole averti intorno. Ho scelto di seguirti ad Asgard, ho scelto te alla donna con cui avrei dovuto trascorrere piú tempo di così. - sussurrò con voce strozzata e il torace che le doleva come se una lancia lo avesse trapassato.
-Lo so che hai rinunciato a lei per me, vi ho ascoltate prima.- annunciò piatto, senza mostrare cambiamenti repentini di umore. Daphne per poco non svenne. Non riuscì a valutare con lucidità la frase di Loki. Mai prima di allora si era sentita tanto umiliata nell'onore e si era vergognata di ció che aveva confessato. Si sentì ferita nell'orgoglio e per il fatto che il giovane avesse la certezza di tenerla in pugno con le sue azioni. Sono alla sua mercè rifletté delusa. Non si mostrò sopresa e restò voltata verso l'albero secolare, ammirando il tronco nodoso, nella direzione opposta del dio. Non parlò e nemmeno Loki lo fece per lunghi minuti interminabili che sembrarono durare ore, finché Daphne non decise di andare in fondo alla questione. Devo dire tutto adesso e levarmi un peso, non ho nulla da perdere pensò tra se e se.
-Avrei dovuto immaginarlo, mica per nulla ti chiamano il dio degli inganni...Comunque hai ragione, sono innamorata di te - prese un sospiro e cercò di apparire naturale nell'espressione calma che portava sul viso, col cuore che le scoppiava. -Mi manchi, tutto il tempo. E questo è il massimo indicatore del fatto che il mio amore per te è senza speranza.
Sono sempre stata una ragazza forte durante la mia giovinezza, una che ha tentato di bastarsi da sola ed essere aspra e sgorbutica con gli altri. Non ho mai fantasticato, pianto, riso per qualcuno. Non ho mai amato qualcuno perché come te pensavo che l'amore fosse una effimera perdita di tempo. Il mio orgoglio, l'ho difeso in qualsiasi maniera pur di non sentirlo ferito. Mi chiedo, e ancora non trovo risposta esauriente, perché ho lasciato ogni cosa in cui credevo, abbandonandomi al comportamento di una persona esterna. Non sapevo cosa si provasse con un cuore rotto perché non lo avevo mai avuto, prima di ora. Non mi meriti Loki, la mia testa questo lo sa ma il mio cuore non lo accetta e perció l'unica cosa che posso fare è aspettarti. Avevo pianificato di dirti chissà quante orribili parole, di insultarti, eppure alla fine ciò che ho espresso sono solo i miei sentimenti.-
Il buio calava sempre più scuro sul giardino e l'aria iniziava a diventare più fresca, mai quanto però il gelo che Daphne provava dentro. Si sentiva svuotata da ogni emozione, avvertiva solo desolazione e tristezza infinita. Ogni secondo silenzioso che si protraeva la uccideva dentro come una lama che affonda sempre più.
- Fino ad ora mai, lo giuro, avevo desiderato una persona, mai l'ho ritenuta indispensabile nella mia vita, persino con mio padre. Invece tu mi hai stravolta, hai vinto la partita. Guarda il mio stato, mi hai fatto del male e spero che adesso sarai contento. Ti sei levato questo sfizio ed io ho perso, sono stufa di seguire i tuoi giochini. -
Daphne si alzò a fatica dalla panchina, fingendo di spolverarsi i jeans. Fece per ritornare dentro, ma si girò a metà strada del vialetto. La luce le illuminava fioca il volto e gli occhi lucidi, la voce le suonò debole e rotta dalle lacrime che stavano per sopraggiungere.
-Ecco, ripongo troppa fiducia in te, che viene puntualmente tradita. Ad esempio, stavo ancora aspettando che mi dicessi qualcosa per tirarmi su. Che stupida, pensavo addirittura ad un bacio, come quello sul balcone. Eppure no, te ne stai immobile, lasciando che nulla ti tocchi davvero, freddo e distante. Non ce la faccio più a combattere per una causa persa Loki.-
Tornò sui suoi passi e prima di entrare definitivamente, si appoggiò un attimo alla porta e di spalle disse
-Partiremo tra pochi minuti, avverto mia madre e poi apriremo il portale.- stavolta le parole le uscirono di una calma e fermezza micidiale, di chi è appena passata dal dolore alla rabbia e frustrazione. Svanì presto dietro la porta, lasciando Loki in piedi, immerso in chissà quali pensieri.

Unmasked ~Loki Laufeyson~ [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora