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Come ogni bambino piccolo, Michael non aveva riscontrato problemi con  la nuova e stramba arrivata, anzi aveva fin dal primo momento stretto un legame di amicizia. Verso tardo pomeriggio, quando i raggi del sole si facevano più fiochi e rosei attraverso le tendine, Agathe richiamò i tre dal piano di sotto per una merenda. Daphne aveva accettato con infinito entusiasmo di trascorrere ore con il fratellino tra costruzioni di legno e bambole di pezza, divertendosi come non mai. Loki dal canto suo, pur di sfuggire alle occhiate inquisitorie della madre della ragazza, la quale pensava che fosse una semplice guida, era risalito nella camera dei giochi assieme gli altri. Quando Agathe, a tavola, l'aveva squadrato da capo a piedi con cipiglio confuso e gli aveva chiesto se si fossero incontrati prima, o se fosse famoso lì su Midgard, si stese per un attimo un velo di gelo. Daphne si fermò di botto e posò la generosa fetta di torta glassata sul piattino, voltandosi verso il dio, che prontamente sminuì la tensione.
-Oh no credo che vi sbagliate- la sua espressione ebbe un guizzo di fastidio a dover rivolgere del lei ad una semplice e inferiore terrestre. -Suppongo sia un dejavù o come lo chiamate voi qui.- concluse con un sorriso a metà tra il fiero, nel ricordo di ciò che aveva combinato e che secondo lui era buono, e l'amaro, nel ricordo di poi com'era finita. Agathe scosse con tranquillità il capo e senza sospettare oltre, cambiò oggetto di conversazione. Michael, avendo finito per primo il dolce, riprese la mano della sua nuova amica e la condusse estasiato in giardino, dove c'era uno strano gioco soprannominato altalena. Loki rimase sorprendentemente dentro, ogni tanto ad osservare la mortale mentre faceva i piatti, più spesso ad ammirare dalla finestra la tenera scena di Daphne che prendeva in braccio Mike e gli sorrideva affabilmente. Chissà se potrò mai avere una famiglia felice come quella di questa donna. Con il mio carattere nessuna mi potrà accettare e come Daphne, mi dimenticheranno. In fondo lei è serena in compagnia di Jacob e ognuno a questo punto dovrebbe essere per la sua strada. Sono stato io ad incoraggiarla e adesso io sto...rimpiangendo di averlo fatto? Sii forte dannazione, non lasciarti abbindolare da certe sciocchezze frivole disse Loki, ma nella sua mente, per non farsi sorprendere in frasi fraintendibili. L'amore esiste solo nelle fiabe continuò a ripetersi a denti stretti.

***
Il dio aveva cambiato postazione, più volte aveva incrociato lo sguardo curioso di Daphne e non ne era rimasto contento, dunque si spostò su un divano dalle molle scricchiolanti e vi rimase a lungo. Agathe aveva all'inizio cercato di creare un dialogo e interagire, ma alla fine perse le speranze e pur di non alterarsi per
i modi altezzosi del dio, non gli rivolse più la parola. Fu dopo il tramonto che, con Daphne e Mike ancora fuori nel giardino a schiamazzare, la donna ebbe un sussulto improvviso. Stava rassettando al piano terra prima di borbottare frasi confuse e nel panico, e correre su nella propria camera da letto. Nell'armadio di noce trovò la scatola che cercava e vi frugò tra le varie cianfrusaglie, estrapolando una pagina di giornale ripiegata sul fondo.
Rilesse con orrore il titolo posizionato al centro. Attentato a New York: si pensa che l'ideatore provenga da un mondo a noi non conosciuto fin'ora. Tra le righe d'inchiostro dell'articolo oramai giallognolo, una fotografia mostrava il paesaggio apocalittico di grattacieli crollati e affianco un'altra era occupata dal corpo in movimento dell'attentatore. Agathe non ebbe dubbi sulla somiglianza tra quella figura e l'uomo che si trovava nel suo salotto. Un improvviso attacco di paura la investì completamente sebbene cercasse di mantenere controllo e sangue freddo. Ispirò per calmarsi e avere nuovamente una mente lucida in grado di operare ed il primo pensiero andò al figlio più giovane in pericolo, orripilata al solo timore che Loki potesse ferirlo, o addirittura ucciderlo. Con passo fermo scese le scale, appoggiandosi però al corrimano. Richiamò a gran voce i due nello spiazzo di fronte la casa e fece segno a Daphne che la voleva subito dentro. Percepiva lo sguardo pungente del dio sulla nuca, ma si convinse a restare indifferente. Se non lo insospettisco riesco a metterci tutti in salvo al suo riparo pensò angosciata. Prese in braccio il figlioletto e lo condusse senza troppi preamboli nella sua cameretta, dove gli disse di giocare e di non uscire prima di ricevere il permesso. Rimasta nuovamente sola con Daphne, si misero appartate nel corridoio e la madre decise finalmente di raccontarle della sua scoperta.
-Dio mio, quello giù non è una guida: ho riconosciuto in lui il volto di colui che aveva raso al suolo New York due anni e mezzo fa! Tra le vittime c'era anche mia cugina che lavorava come giornalista alla rivista New York Times! Spero tu abbia un buon motivo per avermelo portato qui mettendoci in pericolo!- sussurrò allarmata.
-Madre, so che è arduo da comprendere dal vostro punto di vista poiché conoscete solo Loki per ciò che ha combinato qui, eppure le assicuro che non è malvagio come appare. Inoltre sta giá scontando la sua pena per l'eternità ad Asgard e l'unica ragione per cui l'ho condotto con me è che avevo bisogno di una persona che conoscesse almeno in parte Midgard.-
E soprattutto perché volevo averlo al mio fianco pensò mestamente Daphne, eppure si sforzò di sembrare seria e imperturbabile.
-Non mi importa per nulla di quello che avviene sul vostro pianeta ma qui lui potrebbe farci del male solo schioccando le dita. Devi farlo tornare in cella subito, adesso e senza esitazione.-
-Temo che non sia possibile rimandarlo indietro da solo poiché è un prigioniero e ho giurato al mio sovrano Thor che non l'avrei lasciato e che mi sarei presa appieno la responsabilità dei suoi errori. Per giunta non ha il Tesseract e anche se volesse, non potrebbe creare danni.- spiegò amareggiata la ragazza, portandosi una mano sul viso stanco. La conversazione procedeva tra animati sussurri, entrambe ignoravano la presenza del dio sulle scale, nascosto dalla parete del muro, che ascoltava vigile ogni singola parola.
-Me ne andrò presto poiché ho dei doveri da assolvere su Asgard e delle compagnie che mi attendono. Se pretendete che Loki scompaia in questo istante, dovrò seguirlo io stessa e non sono sicura di quando potrò tornare a farle visita ancora.-
La ragazza si agitò nervosamente sul posto e si appoggiò allo stipite della porta, continuando a parlare con tono basso e quasi impercettibile perfino per il dio che le stava distante solo di pochi metri.
-Loki non è così cattivo, cioè può sembrarlo ed esserlo a tutti gli effetti se lo desidera, ma in realtà ne ha solo passate tante, troppe. È un animo ferito, cerco costantemente di fargli capire che se vuole può cambiare e decidere di essere una persona migliore. Finge di essermi indifferente sebbene io in fondo so che mi ascolta e che i miei discorsi servono almeno al minimo indispensabile per far breccia nella sua corazza. O almeno lo spero...-
Agathe rivolse uno sguardo dispiaciuto a Daphne: si conoscevano da poco meno di un giorno ma l'intesa tra madre e figlia si era sviluppata in un secondo ed era così intensa che nulla la poteva scalfire.
-Bambina mia, temo che tu ti sia presa una bella sbandata. Ti sei proprio innamorata persa... mi chiedo solo perchè ti ostini a donare la tua fiducia ad un uomo che non merita nemmeno di essere degnato della tua presenza. Stai accanto a lui senza avere debiti di onore o costrizioni, gli offri tutto senza un motivo apparente che motivi il tuo amore.-
-La verità è che temo di non poter controllare i miei sentimenti. Quando lo guardo, guardo le stelle e so che potrei trovare una persona migliore di lui che mi meriti davvero - Jacob è quella persona si rammentò. - tuttavia lui è l'unico, il solo che io desideri davvero. Sento che una parte di me lo ama dal primo istante che ci siamo incontrati, e se lo dico significa che ne sono certa purtroppo. Non sono mai stata romantica, pensavo che l'amore fosse una sciocchezza e una leggenda, finché non l'ho provato sulla mia pelle. E fa male, brucia come il fuoco ma non può guarire ed essere dimenticato, come accade ad una ferita corporea. Ci sono ricordi di lui che mi sfiora, che mi parla con una delicatezza adesso inesistente, pensavo di volerli custodire preziosi nel mio cuore, invece desidero dimenticarli e non ci riesco. Uccide dentro amare una persona che vedi tutti i giorni ma sai che non sarà mai tua. Quello che puoi fare è solo sognare sui tuoi desideri che non potrai mai veder diventar reali. -
E alla fine dell'intenso discorso che pareva aver risucchiato le forze a Daphne, anche Loki, giacente dietro il suo nascondiglio, era esausto e sconvolto. Lei mi ama, ed io?

Unmasked ~Loki Laufeyson~ [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora