~Sometimes we don't say what we feel not because we don't want to but because we don't know how.~
Erano trascorse due pesanti settimane durante la quale Daphne e Loki non si erano incontrati. Il prigioniero non aveva il permesso di uscire dalla cella e si rese conto solo quando fu nuovamente solo, che l'ancella gli aveva fatto più compagnia di quanto credesse. Non c'erano più discorsi fastidiosi da ribattere ma un silenzio assordava il dio. Pensava di essere abituato alla solitudine perché era davvero stato così negli anni passati eppure... Lei era subentrata nella sua piatta monotonia con la delicatezza di una bomba, sconvolgendo tutte le certezze di Loki. Insomma non si era trasformato in un angioletto candido e senza peccato eppure qualcosa si era smosso, un minuscolo pettezzo di lui si era trasformato. Quando si trovava a dover passare le giornate intere da solo, rimpiageva i battibecchi con la ragazza e vagando per la stanza, riviveva quell'abbraccio. Era sentimento indecifrabile, indefinibile che li legava indissolubilmente senza che se ne rendessero conto. Erano entrambi così complicati che non avrebbero mai ammesso di mancarsi, non si sarebbero mai abbassati per dare ragione all'altro né per orgoglio, avrebbero rinunciato a definirsi autonomi e in grado di vivere da soli. Daphne per conto suo, cercò di ignorare i pensieri che riguardavano il dio, pensando che fosse facile. Ma si sa che tra il dire e fare c'è di mezzo il mare. Un bacio c'era stato tra loro ed era arrivato come una folata disastrosa e improvvisa di vento che l'aveva destabilizzata. Okay che le era piaciuto, proprio questo c'era di inaccettabile. E il desiderio di riprovare ancora quelle sensazioni così strane nello stomaco, di tirarlo a sè... Doveva dimenticare, cancellare, eliminare i ricordi. La svolta positiva che la distrasse almeno in minima parte, fu l'amicizia che nacque tra lei e Jane Foster, la nuova regina di Asgard. Non che Thor fosse sgorbutico ma Jane era senz'altro piú sciolta e confidenziale nel parlare, essendo abituata ai modi della Terra. Non era altezzosa o presuntuosa e aveva accettato di buon grado di raccontare della sua vita su Midgard. Daphne era pur sempre proveniente per metà da quel mondo e le interessava sapere notizie dall'affascinante pianeta che non aveva mai potuto visitare. Avevano in poco tempo stretto un legame solido ed insieme avevano affrontato le due settimane di lutto. La tradizione asgardiana voleva infatti che per determinato tempo il popolo rispettasse la morte del sovrano senza celebrare feste e rincasando al tramonto. Alla scadenza, veniva poi organizzato un grasso banchetto a corte per il pretendente al trono assieme i suoi parenti e gli amici. Thor aveva insistito affinché Daphne fosse invitata, ritenendola l'unica in grado ipoteticamente di calmare il fratello, siccome avrebbe dovuto partecipare anche lui. La giovane aveva accettato controvoglia: non era in vena di rivedere Loki ma era stato il suo futuro re a chiederlo quindi decise di mordersi la lingua. Sperava solo che non avrebbe combinato nessun disastro e che non le avrebbe rivolto la parola. E così ben presto, troppo presto per quanto avrebbe voluto, Daphne si ritrovò a braccetto con Jane, dinanzi un'enorme porta di quercia dietro la quale si celava la sala da pranzo. Aveva deciso di tingersi nuovamente i capelli nel suo colore naturale quindi li portava ondulati e sciolti sulle spalle, dai riflessi color cioccolato e miele. Jane doveva ancora prendere la mano con i suontosi abiti di corte che non avevano niente a che vedere con i suoi comodi jeans, eppure scelse un magnifico abito per la sua amica. Il vestito porpora era semplice ma faceva la sua figura: le lasciava scoperte le spalle e le maniche a sbuffo si chiudevano con dei polsini dai bottoni di avorio. In petto si apriva un ovale che lasciava intravedere il seno, nulla di troppo appariscente comunque. In vita il tessuto aderiva e proseguiva dopo più morbido, aprendosi in una gonna ampia e lunga fino i piedi. L'agitazione nel corpo di Daphne scorreva nelle vene con adrenalina e ansia, ovviamente non lo dava a vedere e sorrideva felice all'amica.
Lei non sapeva di ciò che era accaduto con il fratello del suo ragazzo, del bacio, e Daphne aveva paura di raccontarglielo, non volendo sentire ennesime critiche sul conto del dio. Sapeva peró che l'ancella era stata una delle poche a mostrarsi disponibile nei confronti di Loki e apprezzava come riuscisse ad andare oltre i pregiudizi. Jane strinse leggermente il braccio dell'amica per infonderle coraggio, mentre entrambe entravano in una sfarzosa sala da pranzo, accolte da fischi. La stanza enorme era provvista di un lungo tavolo imbandito con ogni ben di dio, alcune colonne possenti si innalzavano fino ad un soffitto lussuoso e affrescato. Una parete di vetro rivelava il paesaggio di Asgard visto dall'alto: illuminate dal tenue sfavillio del tramonto, le campagne immense e le ville apparivano graziose come in un modellino in scala. Una quindicina di persone erano sedute a mangiare e tra di loro entrambe riconobbero Thor e i suoi più fedeli amici in battaglia, tra cui lady Sif. Jane l'aveva spesso incontrata con a dosso gonne corte di cuoio o con l'armatura, ma doveva ammettere con un pizzico di gelosia che era davvero molto femminile con vestiti eleganti. Thor venne incontro alle due con immensa gioia, baciò le labbra della fidanzata e si inchino dinanzi a Daphne. Le fece accomodare vicine, con cortesia presentò ai suoi compari la giovane misteriosa che già tutti adocchiavano con interesse. Ricevette numerosi complimenti e sorrisi cortesi che la fecero subito sentire meno a disagio. L'atmosfera si riscaldò in poco e tra una birra e un'altra, grasse risate risuonavano nella sala. Con ilarità i guerrieri riempivano boccali e li portavano alla bocca svuotandoli in pochi secondi, mangiavano altra carne e discutevano animatamente con il loro vicino di sedia. Passarono le ore e scese la sera che tinse di scuro il cielo: tutti chiacchieravano con allegria e non badarono quando la porta venne aperta. Una figura entrò, coperta dal buio, portando con sé un tintinnio metallico. Quando parlò, la sua voce di una calma mortale fece calare il silenzio improvviso tra ogni commensale.
-Buonasera, il fenomeno da baraccone è arrivato. Adesso potrete divertirvi ancora di piú.- Loki avanzò verso la luce di una torcia, rivelando il suo viso bianco come sempre e gli occhi ardenti di rabbia e odio. Alzò le mani per mostrare al suo "pubblico" che erano legate tra loro con pesanti catene e rivolse un sorriso falso in direzione di Thor.
-Fratello caro, mi hai invitato a questa festa e devo dire di essere piuttosto onorato.- la voce piena di disprezzo trasudava ironia malvagia mentre tutti se ne stavano fermi ad ascoltare come incantati. -Oggi è il suo giorno, dedicato all'incoronazione che hai bramato durante la tua vita. A che scopo mi tieni qui? Forse per sbattermi in faccia fin dove sei arrivato e cosa ho io? Non ho nulla, lo ammetto ma preferisco questa situazione ad essere te, idiota. Tornate pure a ubriacarvi come stupidi, fate come se io non ci fossi.-
Daphne fino ad allora aveva pensato che non si sarebbe piu presentato ma quando lo vide entrare, ebbe un tuffo al cuore. Finse espressione neutra eppure una volta che Loki si accomodò su una sedia proprio di fronte a lei, abbassò vergognosamente lo sguardo. Nei primi istanti, il gelo e l'imbarazzo si impossessò della gente a tavola poi ripresero senza troppi scrupoli a fare baldoria.
-Daphne, guarda, c'è quel ragazzo che ti fissa da un bel po'. Magari dovresti rivolgergli la parola non credi?- sussurrò Jane all'orecchio dell'amica cercando di farle notare un giovane accanto Thor. Aveva capelli corti biondi come il grano, occhi di un azzurro acceso e blu intenso, le labbra piene e carnose. Sul viso aveva qualche cicatrice probabilmente risalente a battaglie passate, ma nulla che rovinasse la sua particolare bellezza. Dopo averlo notato, Daphne realizzò che davvero stava guardando nella sua direzione e così gli rivolse un sorriso sincero, per incoraggiarlo. Non era certo in cerca di nuove storie, però non aveva granché da perdere se quella sera si divertiva in sua compagnia. Aveva necessità di distrazioni e lui poteva esserne una magari. Così, quando il ragazzo si avvicinò e si presentò gentilmente come Jacob, Daphne si lasciò sfiorare la mano dalle sue labbra e accettò l'invito a ballare che le porse. Inutile dire che Jane dietro di lei ridacchiava come una quattordicenne fangirl. Insieme a qualche altra coppia, danzarono non proprio in maniera perfetta eppure si divertirono con gusto. Daphne si riscoprì piacevolmente interessata nei confronti del ragazzo: avevano la passione del disegno in comune e le era stato raccontato che spesso raffigurava a matita ritratti. A differenza di quasi qualsiasi guerriero, Jacob era comunque un ragazzo colto e dai modi gentili e altruisti, non era un armadio vivente scorbutico e rozzo. Dopo essersi scocciati di ballare, si sederono di nuovo a parlottare fitto dei loro interessi. Ad un certo punto però Jane ritornò dall'amica e le chiese un attimo di privacy tra loro due poichè le doveva parlare.
-Cosa succede? Mi hai spronato tu ad andare da lui e sono più che entusiasta di averlo incontrato. - esclamò forse con troppo brio Daphne, gesticolando confusamente. La terrestre la prese per il polso e la trascinò dietro una colonna e le indicò Loki. Il dio se ne stava al lato opposto della sala da solo, la schiena posata sul muro e lo gli occhi puntati nella loro direzione.
-Succede Daphne che se gli sguardi potessero uccidere, tu e mister simpatia che ha attaccato bottone con te sareste già un mucchietto di cenere. Loki ti scruta fin dal tuo primo ballo con quel ragazzo e non voglio nemmeno sapere perché così tanto si interessi a te, ma non va bene. Ti osserva come se volesse rapirti: ho avuto a che fare davvero poco con lui e so che pensi lo stesso sia buono, ma lui ha distrutto New York e quel tipo di occhiate già le ho viste. Ti assicuro che non sono positive. Ti prego risolvi qualsiasi cosa tu debba discutere con lui prima che decida di distruggere il palazzo solo per sfogarsi.-
Il discorso breve ma conciso di Jane fece riflettere un secondo Daphne e le creò mille film mentali e domande a cui sapeva che Loki non avrebbe dato risposta. Perché la osservava se poi affermava che di lei non gliene importava nemmeno un po'? Si stava solamente svagando, dov'era il problema? Come da suo carattere, dopo pochi minuti era già fuori nei corridoi del palazzo che teneva per mano il dio. Senza proferire parola lo aveva afferrato e portato fuori, alla ricerca di un posto isolato e tranquillo per parlare. Cercava tra i numerosi corridoi uno sbocco, magari un balcone e l'irritante risata di Loki certo non l'aiutava a mantenere la calma. Finalmente uscirono su una terrazza spaziosa e il freddo pungente la investì in viso, facendola rabbrividire. Ispirò, preparandosi mentalmente ad una conversazione estenuante, e si sedette sul bordo della ringhiera, voltando lo sguardo verso il basso.
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Unmasked ~Loki Laufeyson~ [CONCLUSA]
FanfictionI nove pianeti sono in pace e Thor è tornato a Midgard da Jane Foster, dopo aver sconfitto Malekith. Loki Laufeyson è rinchiuso nuovamente nelle celle del palazzo di Odino, ad Asgard, costretto a passarci l'eternità. Il dio delle malefatte conoscerà...