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Il sole inizava a tramontare, seguito da strisce rosa sul cielo celeste. Casa Hiddleston iniziava a movimentarsi e a riempirsi di gente per l'attesa festa dei diciott'anni della figlia. I vicini erano già in giardino, con deliziosi aperitivi tra le mani e sorrisi tanto cordiali quanto abbastanza falsi, a sparlare del piu e del meno. I compagni di classe di Malyen arrivavano portando regali costosi e pacchi infiocchettati dalla carta variopinta, che andavano ad ammucchiarsi in un angolo del salotto. Daphne girava tra gli invitati con un sorriso smagliante, meravigliosamente fasciata da un tubino color panna e accompagnata dal marito, che non smetteva di rivolgerle complimenti sussurrati alle orecchie. Alle sette di sera, tutti furono arrivati e sistemati con cibo in abbondanza, dunque la festeggiata era pronta per fare la sua apparizione scenica. Le mani le fremevano e si sfregavano tra di loro mentre Malyen rivolgeva ansiosa le ultime occhiate di controllo all'intero outfit. Avrebbe indossato una gonna lunga fino a metà coscia, nera quanto i suoi capelli, un top semplice bianco e degli stivaletti in pelle con il tacco. Non era eccessivamente elegante ma risultava molto bella nel complesso, con la folta chioma domata in una treccia a spina di pesce. Scese leggermente tremolante, aggrappandosi con fiducia al corrimano. Venne accolta da ovazioni sorprese e meravigliate, da braccia che la stringevano affettuosamente e guancie con cui si scontrò soffice. La serata proseguì senza intoppi e tra divertimenti, con le risate e il vociare che si sovrapponevano e alcune ragazze ballavano allegramente al suono ritmico di uno stereo. Daphne trascinava ridacchiando il marito qua e là, costringendolo a servire tartine e a chiacchierare, osservando di sbieco divertita Loki, che borbottava infastidito. Malyen era rimasta in giardino al fresco, a chiacchierare con Ian. Ian frequentava come lei il quinto anno di liceo alla Rosewood High School, ma in un'altra sezione. Era estremamente affascinante, possedeva uno sguardo intrigante e delle iridi così scure da confondersi con le pupille stesse. I capelli ricci color nocciola erano sempre scompigliati in un ciuffo ribelle, ed era un ragazzo alquanto misterioso, con la classica aria solitaria. Con Malyen sembrava aprirsi ed essere anche dolce. Lei non glielo aveva detto, ma era davvero innamorata e in fondo al cuore sperava che qualcosa potesse succedere quella sera. Magari degli auguri calorosi accompagnati da un bacio solitario alla luce della luna. Nonostante l'aspetto freddo e composto, era pur sempre una romanticona come la madre. Malyen se ne stava seduta sul dondolo cigolante nel giardino, con la testa appoggiata alla spalla del ragazzo. Lo ammirava portarsi una Camel alle labbra, aspirare e cacciare fuori con un sospiro una nuvoletta grigia di fumo.
-Ian, devo dirti una cosa. - sussurrò intimorita. Vide il ragazzo farle cenno di continuare.
-La verità è che mi piaci abbastanza, e in questi mesi che ci siamo conosciuti meglio, ho avuto modo di conoscerti e di apprezzarti...- il tono di voce si spense in un sussurro deluso quando Ian non accennò ad addolcirsi, anzi ritirò bruscamente il braccio con cui avvolgeva la spalla di lei. Buttò la sigaretta consumata a terra, pestando la cicca con la suola degli anfibi bordeaux. Malyen non lo rimproverò.
Il silenzio da imbarazzante, si protrasse con secondi dolorosi, che si scagliavano come schegge nel cuore della giovane.
-Ian? Cos'hai da rispondere? Almeno non fare quella faccia disgustata come se fossi un obrobrio.- disse risentita la ragazza, scostandosi su i cuscini un po' più lontani da lui.
-Non mi interessa quello che hai da confessarmi, onestamente non mi interessi in quel senso e se devi starmi accanto come un'animale in calore, preferisco non vederti più. -
Fu insensibile come se si stesse rivolgendo ad una statua, non mostrò dispiacere ma una semplice indifferenza. Si strinse nel giubbotto di pelle e guardò verso Malyen, che guardava davanti a sé verso la strada, con lacrime che minacciavano di sgorgare fuori. Non gli importava di lei. Era così. Non gli faceva né caldo né freddo, non era mai stato suo amico e confidente, tuttavia di questo la ragazza ancora non era cosciente, ignara dei sotterfugi che oscurassero la vita del perfetto Ian. Lo guardò allontanarsi verso un gruppo di ragazzi, scambiarsi il cinque con uno e dare uno schiaffetto fastidioso sul sedere di una ragazza dal vestito rosa fluo striminzito. Non si voltò indietro nella direzione della festeggiata, lasciandola amareggiata. Grandioso, ecco come rovinare un party che si prospettava come il migliore della mia vita brontolò ferita. Vide scomparire all'interno della casa il ragazzo, e decise di entrare anche lei, alla ricerca di un bicchiere di coca-cola fresca per la sua gola secca. Scansò a testa bassa le persone che cercavano la sua attenzione, liquidò con poche e scarne parole gli invitati che cercavano di intavolare una conversazione, seduti come fantocci sulle sedie. Girò tra le stanze, direzione cucina, ma si fermò un istante prima di entrarvici. Il corridoio, lontano dal giardino e dal salone, non era affollato, anzi Malyen era l'unica presente, accostata dietro lo stipite della porta. Sbirciò perplessa verso la camera, e notò i genitori discutere a bassa voce, ma spicci e apparentemente nervosi. Il padre rigirava tra le mani un pezzo di carta e sembrava molto provato dallo shock. Daphne non sembrava trovare pace e camminava avanti e indietro, per poi fermarsi dietro la schiena del marito, abbracciarlo da dietro e affondare il viso vicino al suo collo.
-Ti prego devi ignorare questo, ci farebbe solo del male raccontare tutto a questo punto. Come credi che potrebbe reagire? Ci odierebbe lo sai, non potrebbe mai perdonarcelo.-
Stava parlando sussurrando, ma tradiva un tremore agitato, nonostante lo nascondesse lasciando piccoli baci sulla pelle bianca del dio.
-Lei merita di sapere, è un suo diritto. L'abbiamo capito anche troppo tardi che adesso lei è grande ed è in grado di gestirsi da sola, decidere cosa fare dopo aver assunto la consapevolezza di chi davvero è. Deve andare fiera delle sue origini, non esserne all'oscuro.-
-Loki, abbiamo ricominciato proprio per dimenticarci di ciò che ci siamo lasciati alle spalle.-
Malyen rabbrividì inconsciamente a quel nome mai sentito prima, eppure con qualcosa di familiare. Perché sua mamma si era rivolta al marito, da sempre nominato come Thomas, con l'appellativo di Loki? Che razza di nome poteva mai essere quello?
-Era da tanto che non mi chiamavi così, mi ero quasi abituato a questa identità. -
-Hai ragione, non devi dimenticare chi sei e fingere che queste sianonle tue radici, ma almeno Malyen, lei voglio che stia fuori dal turbamento che potrebbe sconvolgerla, capisci? Non possiamo proprio dirglielo, perlomeno finchè non mostrerà segni che dovremo spiegare per forza con la verità... Fino ad adesso ha vissuto una vita normale e non è giusto che questa- indicò il foglio che Loki teneva stretto tra le mani dalle nocche sbiancate. - rovini quello per cui abbiamo lottato.-
In un momento, Malyen capì che stavano discutendo della lettera, la stessa che lei pensava di aver buttato nel cestino, ma che qualcuno aveva fatto arrivare a loro. Realizzò che non si sbagliava, che i suoi adorati genitori le stavano sul serio nascondendo un segreto. Un macigno sembrò caderle sul petto, come un peso legato al cuore che la faceva sprofondare. Sussultò impaurita quando avvertì in lontananza un urlo divertito e sguaiato di qualche ragazza, tradendo un rumore in più del consentito. I genitori avanzarono fuori dalla stanza con un'espressione sconvolta e quando vide la figlia, Daphne inghiottì aria. Il momento che aveva temuto eea.

Unmasked ~Loki Laufeyson~ [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora