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~La nostra Daphne qui nei media del capitolo. :)☜~

Daphne si destò dal sonno, svegliata da piacevoli baci sparsi sulle sue clavicole. Sfioramenti soffici lungo il corpo le provocavano brividi di piacere. Ridacchiò per il solletico e aprì lentamente gli occhi, mettendo a fuoco la propria stanza da letto e riconoscendo il fidanzato al suo fianco. Riconobbe anche il letto sontuoso a baldacchino su cui avevano dormito. Gli rivolse un sorriso delizioso e soave e ammirò la carnagione perfetta del dio, così pallida che pareva scolpita nel marmo più pregiato. Gli occhi chiari come il cristallo, limpidi come il ghiaccio, la scrutavano con un guizzo di divertimento. Loki se ne stava sdraiato, guardando di sbieco l'affascinante ragazza. Le augurò un buongiorno accompagnato da soffici carezze sparse qua e là sulla pelle mulatta.
-Oggi ho una sorpresa per te mia diletta. - sussurrò con una voce leggermente roca. I capelli nei due mesi da quando stavano insieme, le erano cresciuti e le arrivavano due dita oltre le spalle e solleticavano morbidi il viso di Loki.
-Non sarò mai in grado di dirti quanto io mi senta felice ogni giorno che passa e noi stiamo ancora insieme. - disse Daphne coccolando il più grande tra le sue braccia.  Dopo essersi innamorata di lui mesi prima, non aveva più smesso né lo aveva odiato quanto avrebbe voluto per averle spezzato il cuore. Le era sempre mancato come una parte essenziale della sua vita, non aveva mai smesso di preoccuparsi per lui anche quando la trattava male. Quando aveva sentito proprio quelle parole Ti amo da parte di Loki, aveva creduto di essere in un sogno o forse sotto effetto di qualche pozione allucinogena, non le era sembrato reale. La loro relazione era sicuramente ardua e non priva di litigi eppure proprio le coppie che più litigano,sono le più forti. Non perché la lotta li renda migliori, ma perchè dopo viene la realizzazione che l'amore, è più importante delle differenze. I litigi li hanno aiutato ad accettarsi reciprocamente e a perdonare gli errori. Così funzionava con loro: Daphne e Loki si amavano così  profondamente che sarebbero stati legati fino alla morte da un legame di affetto. Erano anime gemelle.

La ragazza si voltò per vedere ben in viso il fidanzato, scrutò attentamente i lineamenti duri ma che sapeva rendere dolci per lei. La prima cosa che aveva amato fin da subito di lui erano stati quegli occhi così intriganti e con un certo fascino magnetico. Quando ancora la respingeva e le rispondeva sgarbatamente, lei era in grado di leggerli per capire se fosse serio o se stesse solo indossando una maschera. Adorava accarezzare la sua pelle di porcellana, morbida e fresca, come se fosse una bambola da custodire con premura. Loki le sorrideva, senza traccia di malignità o inganni, era semplicemente se stesso.

-Sai mio padre mi disse una volta, quando avevo quattordici anni e iniziavo a maturare, che se mi fossi mai innamorata di una persona, avrei dovuto amare per primo lo sguardo. Perché con gli anni, quando quella persona sarebbe invecchiata e il suo corpo sarebbe stato diverso, lo sguardo sarebbe stato invece lo stesso di anni prima.  Mi disse che se avessi davvero amato in quel modo,  lo avrei fatto per sempre. - sussurrò Daphne, prima di baciare ancora una volta il giovane. Non ne avrebbero mai avuto abbastanza di stringersi, incontrarsi e saltarsi addosso ad abbracciarsi, baciarsi. Loki aveva sprecato così tempo cercando di diventare chi non voleva, ergendo mura intorno a sé e costruendo corazze per la sua anima. Da quando aveva riaperto le porte del suo cuore, era rinato e non aveva intenzione di sprofondare nuovamente nella solitudine. Era appagato e soddisfatto: non avrebbe scelto mai nessuna diversa dalla sua Daphne.
-Ti amo.- le sussurrò mentre la osservava alzarsi, avvolta nelle lenzuola ricamate, bella e impeccabile come una statua greca. La ragazza gli rivolse uno sguardo addolcito e si girò per andare verso il bagno a cambiarsi.
-Ci vediamo ai giardini tra dieci minuti. Io vado a controllare che sia tutto pronto, tu aspettami lì. - furono le ultime parole di Loki prima di scomparire dietro la porta. Daphne avvertì i passi allontanarsi e sospirò, sistemando nelle asole gli ultimi bottoni di un vestito bianco latte lungo fino ai polpacci e dai bordi argentei. Dopo gli ultimi ritocchi ed essersi perfino messa del rossetto rosso bordeaux, cosa del tutto non da lei dato il suo carattere spiccio e pratico, si diresse verso il luogo dell'appartamento. L'estate inoltrata da un pezzo rendeva l'aria afosa e il sole batteva su Asgard durante le ore del giorno con afa persistente. Camminava adagio, ammirando gli alberi in fiore che si potevano vedere dalle finestre dei corridoi; incontrò per caso Jane Foster e la salutò cordialmente. Si fermarono a chiacchierare per qualche minuto ma l'emozione e l'agitazione per la sorpresa costrinsero la ragazza a dileguarsi in fretta con il timore di fare tardi. Saltellando con gaudio, svoltò l'angolo, trovandosi improvvisamente di fronte ad una figura familiare. Alzò lo sguardo imbarazzata, verso due occhi dall'azzurro intenso. Forzò un sorriso e gli rivolse le solite domande di cortesia.
-Ciao Jacob, da quanto tempo, come stai?-
La voce le suonò falsa e strozzata ma il ragazzo non sembrò farci caso e rispose con troppo entusiasmo.
-È okay. Stavo giusto andando in sala comune per la colazione, posso offrirti un thè se ti va. -
Non si incontravano da mesi: Daphne non aveva avuto sue notizie ed, onestamente non aveva avvertito il distacco. Trovava strano il fatto che dal nulla fosse spuntata la volontà da parte di lui di frequentarla ancora. Pensava che la odiasse a morte per avergli rovinato il loro gran giorno...
Non era il caso, né sentiva il bisogno di accettare la proposta, per cui ritenne adatto liquidarlo con fermezza. Gli disse che aveva un appuntamento con Loki, non senza arrossire imbarazzata, ma riuscì a mantenere lo sguardo fisso sul volto allegro di Jacob. Quest'ultimo insistè, con un sorriso più forzato e i denti serrati, Daphne negò ancora, notando come si stesse innervosendo. Iniziava a strofinarsi le mani e la rabbia cedeva alla maschera di allegria, rivelando un lato pericoloso con cui lei non aveva mai avuto a che fare. La ragazza affrettò il passo nella direzione opposta, eppure con uno scatto intellogente, Jacob le si riposizionò dinanzi e prima che potesse reagire le appoggiò un panno sulla bocca. Le uscì un urlo flebile e soffocato. Le mani che un tempo l'avevano accarezzata come una principessa, la trascinavano in una stanza buia e minuscola, forse adibita a ripostiglio, in uno dei immensi corridoi. Chiuse a chiave dall'interno. La sostanza in cui aveva imbevuto il tessuto pizzicava le narici di Daphne e la indeboliva, facendola cadere in uno stato di trance semi cosciente. Riuscì a mormorare parole, ma confuse, senza un filo logico. Mormorò il nome di Loki, con le lettere finali che le morirono tra le labbra prima che le palpebre si socchiudessero in un sonno profondo. Aveva perso conoscenza. Jacob la osservò distesa al suolo, le braccia piegate in un'angolatura innatutale, le labbra carnose schiuse e la gonna del vestito sollevata a coprire poca parte delle cosce. Da quando l'avave vista baciare il dio delle malefatte, un cambiamento era avvenuto nel suo cervello, una svolta nel suo modo di comportarsi. Qualsiasi traccia di gentilezza, indulgenza e sensibilità era scivolata nel nulla lasciando posto a rancore nero e avversione contro la donna. Come una bambola rotta, venne alzata di forza da sotto le ascelle e sotto lo sguardo famelico di Jacob, privata da gesti violenti degli abiti. Il pensiero che fosse andata a letto e magari addirittura perso la verginità con il dio anziché con lui annebbiò il resto della sua ragione e diede l'imput al suo piano di vendetta. Strappò di dosso l'intimo di pizzo che la ragazza indossava, soffermandosi sul corpo perfetto che aveva desiderato a lungo. Una rabbia accecante gli aveva impedito di provare rimorso nel momento in cui si era calato i boxer ed era penetrato con durezza, affondando nella povera carne della giovane. Ansimò di piacere, sostenendo con le braccia Daphne svenuta appoggiata al muro. Un'altra scossa di odio lo fece continuare, ancora e ancora, con più veemenza possibile finchè non ne ebbe abbastanza. Uscì rivestendosi velocemente. Lasciò sola la ragazza, piegata storta sul pavimento di fredde mattonelle, nuda e circondata da una pozza di sangue cremisi attorno il ventre molle.

Unmasked ~Loki Laufeyson~ [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora