Capitolo 18

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Non penso si possa spiegare la bellezza di Harry a parole. Nonostante indossi solo una maglia nera ed un pantalone nero, è uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto. Nessun ragazzo, anche con addosso il completo più bello del mondo, potrebbe eguagliare la bellezza di Harry in questo momento.

Questo posto è più carino di quello precedente, non che quello non fosse carino ma era troppo per noi. Noi non siamo come quella gente e, sinceramente, volevo un appuntamento rilassato come la mattina in cui era venuto da me.

Quando entriamo, il campanello suona sulla nostra testa ed Harry mi tiene saldamente la mano. Non me l'ha mai lasciata, neppure in macchina. Ogni tanto la stringe, un po come fa Zayn.

Zayn.

Lo metto da parte per stasera anche perché non ha preso proprio bene la notizia. Quando gliel'ho detto voleva quasi uccidermi ma starò attenta. Ho capito che persona è Harry. Vuole mostrare una corazza che non ha o che magari sta cercando di far cadere con me. Ci sta provando e non voglio rifiutarlo anche perché non so se sopporterei l'idea di non vederlo. Sto bene con Harry ed amo la sua compagnia.

Ci sediamo ad un tavolo piccolo, per due, ed ordiniamo un semplice panino con hamburger e patatine. Queste sono le cose che piacciono a noi, cose semplici. Harry sembra rilassato. Le sue spalle sono rilassate e le sue sopracciglia non aggrottate. È tranquillo e lo sono anch'io.

Mentre aspettiamo che il cameriere ci porti il nostro cibo decido di parlare ma lui mi precede.
«Allora» inizia «come stai?»
Amo quando qualcuno mi chiede come sto. È come dire «mi interessa di te».
«
Sto bene, tu?» i miei occhi nei suoi.

«Bene» dice.

«Mi spieghi della H?» rido per la sua curiosità. Mi sistemo sulla sedia mentre lui picchietta le dita sul tavolo in segno di impazienza.

«Beh, per adesso ho messo solo H perché ho visto un solo lato del tuo carattere. A mano a mano che mi mostrerai un altro aspetto di te, aggiungerò una lettera.» gli spiego.
Lui sembra confuso.

Non so nemmeno come mi sia venuta in mente una cosa del genere ma quando ho visto la H nel biglietto si è accesa una lucina nella mia testa. Inoltre è una bella idea.

«Sei originale» mi dice ed io sorrido.

«Ma come sai che ti mostrerò ogni lato del mio carattere?»

«Mi hai mostrato quello più difficile da mostrare per te, ovvero l'essere dolce. Quindi non dovrebbe essere un problema mostrare anche gli altri» gli spiego. Lui sembra capire ed annuisce.

Il cameriere ci porta il cibo e, pochi minuti dopo, Harry ha già finito il suo mentre io sono ancora a metà. Mi fissa ma non mi dà fastidio. Mi guarda, mi osserva in un modo che non mi mette imbarazzo ma serenità. Quando finisco, lui paga ed andiamo via.

Il viaggio in macchina è silenzioso e vorrei chiedergli della sua famiglia ma ho paura della sua reazione. Voglio vedere un lato di Harry ma quello arrabbiato non stasera. Ci provo ma se non vorrà parlarne non me la prenderò. So che ha un brutto passato alle spalle e noi ci conosciamo da poco tempo. Non mi aspetto così tanto da lui. Tempo al tempo.

«Dimmi qualcosa di te, della tua famiglia» gli dico. Lui stringe la presa sul volante della sua bellissima range rover, della quale mi innamoro ogni giorno di più. È stata una cattiva idea, lo so.

«In realtà non mi va molto di parlarne» sposta i suoi occhi su di me per poi riportarli quasi immediatamente sulla strada. Io lo sto fissando da quando siamo saliti e non ho intenzione di staccargli gli occhi di dosso. I muscoli delle braccia sono contratti per la presa sul volante.
Annuisco non sapendo cosa dire.

«Parlami tu di te» il tono è dolce e risulta più una supplica.

«Beh, la mia è una famiglia normale, come tutte le altre.» inizio.

«Mia madre abita qui, a Londra, ma lontano da dove abito io. È un'insegnante di italiano. Mio padre è in America invece, è un medico lì. Lavora in una clinica importantissima» gli spiego. Lui sembra curioso riguardo la mia vita.

«Cosa vorresti fare dopo il liceo?» mi chiede. La mia più grande preoccupazione: il futuro.

«In realtà non lo so.» gli dico mentre appoggio la testa contro il finestrino. Gli alberi corrono velocemente mentre Harry sfreccia sulla strada.

«Mio padre vorrebbe che facessi medicina e che andassi lì a studiare. Ma non lo so. Mi piace quell'ambito ma mi sento più a casa, più me stessa intraprendendo la carriera di mia madre. Mi piacerebbe insegnare in un liceo. Mi piace il rapporto tra alunno ed insegnante, se l'insegnante è buono ovviamente» dico e ridiamo insieme.
L'aria è leggera nell'auto e sono davvero contenta di stare con lui qui.

«È davvero fantastico Sky» si complimenta con me.

«Ti ci vedo insegnante» mi dice.

"Vorrei comunque andare in America, mi piace lì anche se mi dispiace lasciare la mia Londra»
Se lo conoscessi bene, potrei dire che è dispiaciuto della mia confessione ma non lo conosco bene.

«Capisco» dice e ferma la macchina. Senza che nemmeno me ne accorgessi, siamo già fuori casa mia.

«È stato un piacere passare questa serata con te. Io, io sono stato bene." Il tono è basso come sempre e mi trasmette tranquillità.

«Anch'io» gli dico.

Harry sorride.

«Mi piacerebbe rivederti e non intendo solo a scuola ma vorrei più serate così.» Il mio cuore batte forte all'idea che anche lui è stato bene quanto me.

«Ci vedremo di sicuro» gli prometto.
Si allunga dal suo posto per baciarmi una guancia. Per un attimo avevo creduto che volesse baciarmi sulle labbra e, a dir la verità, volevo che lo facesse. Ma, se vogliamo che le cose funzionino, dobbiamo andarci piano. Nessuno ci corre dietro. Apro la portiera e scendo.

Harry mi saluta con la mano prima di sfrecciare ad alta velocità per le strade di Londra.



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