Capitolo 40

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Chiamo i ragazzi per la milionesima volta quando non mi raggiungono in cucina. Tra poco avremo l'aereo e sono peggio delle ragazze nel prepararsi. Harry e Zayn sono accanto a me mentre Niall, Louis e Liam sono seduti sulle loro valige mentre cercano di chiuderle. Rido alla scena quando non ci riescono. Aspetto sulla porta con le mani sui fianchi mentre li guardo spazientita.

«Fatto» dice Niall sollevando la sua valigia e portandola in cucina. Louis e Liam fanno lo stesso mentre chiudo le porte del mio appartamento. Harry prende la mia valigia nonostante gli abbia detto che potevo portarla benissimo da sola. Partiremo per L'Italia, Sardegna. I ragazzi, per festeggiare il loro diploma, hanno deciso di regalarsi un viaggio ed è inutile aggiungere che Harry ha insistito nel pagare anche il mio.

È la prima volta che mi allontano da Londra, sono stata soltanto in America e non so cosa aspettarmi. So che mi divertirò perché sono con i ragazzi ma ho anche paura che possa succedere qualcosa. Se mio padre sapesse cosa sto per fare, mi ucciderebbe ma ora non mi interessa. Sto per partire per una vacanza da sogno con i miei migliori amici ed il mio ragazzo e non potrei essere più felice.

L'annuncio del nostro volo risuona per l'intero aeroporto prima che tutti ci avviamo per prendere posto. Nonostante abbia già preso l'areo, sono terrorizzata e sento le gambe e le mani tremare. Harry sembra accorgersene quando mi rivolge un sorriso rassicurante e mi stringe la mano accarezzando dolcemente il palmo con il suo pollice. Sospiro ricambiando il sorriso mentre sento comunque il cuore battere all'impazzata.

Harry mi indica il posto a sedere e spalanco gli occhi quando noto il finestrino alla mia sinistra, non mi sono mai seduta vicino al finestrino. Riesco a vedere la pista e l'ala e non oso immaginare cosa riuscirò a vedere una volta decollati.

«Stai tranquilla. Sono solo il decollo e l'atterraggio le parti più difficili, e poi l'hai già preso, quindi stai tranquilla» mi dice lasciandomi un bacio dolce sulla labbra. Annuisco incapace di dire altro e chiudo gli occhi sperando di partire e di atterrare in men che non si dica.

Una strana sensazione si fa spazio nel mio stomaco quando l'aereo si alza ma mi calmo poco dopo abituandomi alla situazione. Spalanco gli occhi quando vedo il panorama sotto di noi. Tutto è piccolissimo ed ogni abitazione sembra un piccolissimo puntino. Mi tranquillizzo e mi sistemo meglio sul sedile. Harry mi accarezza i capelli ed in un attimo mi addormento.

. . .

«Sky» sento una mano che picchietta sulla mia spalla. Strofino gli occhi per mettere a fuoco la figura e sorrido guardando Harry.

«Stiamo per atterrare» dice slegando la cintura. Lo seguo sistemandomi i capelli e preparandomi all'arrivo. Ho visto le foto del posto in cui staremo ed i ragazzi mi hanno informato che il mare qui è uno dei più belli in tutta Italia. Amo il mare e la tranquillità che mi trasmette e non vedo ora di guardarlo con Harry al mio fianco.

Una macchina ci aspetta proprio qui fuori, così informiamo subito l'autista della destinazione. Annuisce guardandoci dallo specchietto retrovisore ma non accenna a dire altro, forse perché non conosce la nostra lingua, penso tra me e me.

«Niall, potresti, per favore, non appoggiarti con tutto il peso?» dice Liam sovrastato da Niall che gli sta sullo stomaco nel piccolo taxi. Ridiamo tutti alla sua domanda, persino Liam stesso nonostante sia quasi schiacciato. Io sono sulle gambe di Harry ma lui non sembra lamentarsi o soffrire, in fondo non lo fa mai quando mi siedo sulle sue gambe. Louis è al centro e lo guardo mentre è impegnato ad osservare come si muove il mondo al di fuori. Guardo anch'io come le persone sorridono e come sembrano prive di problemi, o magari cercano di dimenticarli. C'è chi gira in costume, soprattutto ragazze, ed è quando i ragazzi ne vedono una che fischiano all'unisono. Colpisco Harry sulla nuca fingendomi arrabbiata ma rimedia subito sussurrando un «sai che guardo solo te.»Sorrido a quelle parole e continuo a guadare fuori.

Dopo qualche minuto, il taxi si ferma e l'autista ci informa che siamo arrivati alzando un semplice pollice. Sono sempre più convinta che non conosca l'inglese. Lo ringraziamo e scendiamo prendendo le nostre valige. Un giovane ragazzo ci dà il benvenuto e ci mette al polso dei bracciali informandoci che ci serviranno come riconoscimento e per partecipare alle varie attività che si svolgeranno nel nostro villaggio. Ringraziamo anche lui e ci avviamo verso quella che sarà la nostra casa per una settimana.

È completamente bianca ed è abbastanza grande da contenere tutti e sei. La sala è grande, come la cucina e ci sono tre bagni. All'esterno c'è un porticato con tanto di televisione. Passiamo alla suddivisione delle camere e cerco di protestare quando vogliono dare a me ed Harry quella più piccola. Harry, con i suoi modi brutali, riesce a spuntarla ricevendo una bellissima camera con il letto matrimoniale e con una bellissima vista. Il mare è davanti a noi e non posso evitare di restare incollata alla finestra osservando quel bellissimo panorama.

Sobbalzo quando due mani stringono la mia vita ma non ho bisogno di pensarci per sapere di chi sono.
«Sarà la nostra vacanza» mi sussurra con la sua voce roca. Annuisco girandomi verso di lui ed agganciando le braccia al suo collo. Schiamazzi dei ragazzi che litigano per i posti dove mettere le valige giungono alle nostre orecchie. Io ed Harry scuotiamo contemporaneamente la testa prima di scoppiare in una fragorosa risata.

Raggiungiamo gli altri nella loro stanza prima di decidere cosa fare. Ormai è ora di cena e non sappiamo ancora cosa mettere sotto i denti. Guardo l'orologio valutando se possiamo uscire per comprare qualcosa senza che si faccia troppo tardi.

«Chi viene con me?» chiedo loro staccando gli occhi dall'orologio.
«Dove?» dicono tutti contemporaneamente.
«In qualche supermercato a comprare qualcosa» spiego mentre mi sistemo i capelli, che ormai non hanno nessun garbo, in una coda.
«Io» dice Harry. Annuisco e metto le scarpe che avevo precedentemente tolto mentre Harry mi aspetta all'ingresso.

Saluto con un cenno gli altri promettendogli di tornare presto e di preparare loro una cenetta con i fiocchi.

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