Capitolo 39

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Harry's pov

Sento il mio nome echeggiare nella stanza gremita di persone ed esco dallo stato di trance dovuto solo ed esclusivamente a lei. Cammino verso il palco ed inizio a salire. Non mi è mai piaciuto espormi così tanto, non davanti a tutte queste persone. Pensieri che qualcuno tra la folla possa ricordarsi di me, del vecchio Harry, fanno capolino nella mia mente ma si placano quando la responsabile mi porge il diploma. Cerco con il mio sguardo quello della ragazza che amo e lo trovo. Lo afferro allungandolo nella direzione di Sky come se fosse per lei, perché è grazie a lei se ho messo la testa a posto ed è grazie a lei se ho deciso di farne qualcosa della mia vita. Se non l'avessi conosciuta, sono sicuro che, oggi, in questo preciso istante, non starei qui davanti a tutte queste persone. Riesco a percepire le sensazioni che mi trasmette il suo sguardo anche da qui. È fiera di me e lo vedo dai suoi occhi lucidi. Io sono fiero di me, non solo per essere arrivato fin qui, ma per esserci arrivato perché lei me ne ha dato motivo. Mi ha fatto credere che valessi qualcosa, che la mia vita valesse qualcosa.

Quando sposto lo sguardo da lei alle due donne accanto, sento il cuore uscirmi fuori dal petto. È come se tutto si fosse annullato. Tutto sembra essere sfocato ed è quasi come se riuscissi a mettere a fuoco solo i loro volti. Gli occhi di mia madre e mia sorella sono puntati nei miei ma non riesco a muovermi. Sento come se il pavimento mi tenesse incollato a sé e non so se è una sensazione negativa o positiva vederle. Mi decido a muovermi staccando gli occhi dalle tre figure e prendere il posto che occupavo precedentemente. Mille domande si rincorrono nella mia mente e mi chiedo come siano venute a conoscenza di questa cerimonia. Sono sicuro che mia madre non sapesse nemmeno quale anno stessi frequentando.

La cerimonia finisce e mi incammino verso Sky ignorando tutte le persone che si congratulano con me. Non mi interessa dei loro complimenti ora come ora. Voglio solo sapere qualcosa in più riguardo questa storia. Tra la masse di persone presenti, riesco finalmente a scorgerla ma lei non mi vede. I suoi occhi vagano in ogni possibile direzione ma non nella mia. Rido quando la vedo alzarsi sulle punte per cercarmi. È così piccola rispetto a me è stata così grande nel riportarmi a galla evitando che io annegassi nella disperazione che era la mia vita.

Mi avvicino coprendole gli occhi con la mano. Resto fermo quando fa scorrere le sue dita lungo le mie braccia cercando di capire a chi appartengano. Il suo tocco indugia sugli anelli che avvolgono le mie dita e sono più che sicuro che abbia capito chi sono. Non vedo mia madre e mia sorella e sarei deluso se scoprissi che sono andate via senza nemmeno salutarmi. Mi dimostrerebbero ancora di più quanto tengono a me.

«Harry» si gira stringendo le braccia al mio collo. La alzo leggermente facendo un piccolo giro su me stesso. Ride tra i miei capelli e fa scorrere una mano sulla mia guancia guardandomi come solo lei, tra mille, sa guardarmi.

«Sono così fiera di te» arrossisce e sorride e penso di non aver visto niente di meglio in tutti questi anni.

Quando il suo sguardo si sposta verso qualcosa dietro di me, capisco che sia catturata dalla presenza di qualcun altro. Sussulto nel vedere mia madre. Non è cambiata ed è bellissima come sempre. Gemma è al suo fianco ed è ancora più bella di quando l'avevo lasciata.

«Figliolo», «Harry» dicono entrambe prima di stringermi a loro. Sono così colto dal loro gesto che non so cosa fare. Con Sky mi verrebbe naturale ricambiare il suo abbraccio ma con loro è diverso. Capisco perfettamente cosa è giusto fare quando è il mio cuore a dettarmi di abbassare le mie braccia sui loro esili corpi. I singhiozzi di mia madre contro il mio stomaco riecheggiano nella mia mente e mi sento in dovere di accarezzarle i capelli come per consolarla, nonostante lei non ci sia stata quando avevo bisogno io di essere consolato con quell'affetto che solo una madre può darti.

«Usciamo» dico loro quando sento gli spintoni delle persone che si accalcano verso l'uscita diventare più frequenti. Stringo la mano di Sky che è rimasta a fissarci per tutto il tempo mentre la guido verso l'uscita seguito da mia madre e mia sorella.

Sky si allunga verso di me avvicinando la sua bocca al mio orecchio.

«Vado a complimentarmi con i ragazzi» annuisco prima di vederla sparire tra la folla. So che l'ha fatto per lasciarmi da solo con Gemma e mia madre e da un lato gliene sono grato perché tutta questa situazione è diventata insostenibile. È impossibile non provare invidia nei genitori che abbracciano i loro figli per me che non ricevo un abbraccio da mia madre da quando mi ha spedito a scuola.

Ci sediamo su una panchina poco distante dalla scuola mentre l'aria calda accarezza la nostra pelle. Sfilo la tunica e cerco di piegarla nel miglior modo possibile ma fallisco miseramente. Gemma ridacchia prima di sfilarla dalla mie mani e piegarla per poi riporla sulle sue gambe. Gli occhi di mia madre percorrono le mie braccia soffermandosi su ogni tatuaggio, a partire dalla piccola croce fino ad arrivare al veliero più in alto. Se solo sapesse che ho tatuato anche le loro iniziali. Non so cosa mi spinse a farlo ma penso che si possa definire  mancanza. Mi piaceva l'idea di averle sempre con me nonostante non mi affiancassero nella vita reale.

«Sei cresciuto così tanto» dice mia madre con voce tremante spezzando il silenzio.

«Già» annuisco in accordo. Forse dovrei dire di più ma è come se tutte le parole che non ho mai detto, stessero nella mia gola bloccando il fluire della mia voce.

«Ci sei mancato» mia sorella gioca con le sue dita presumo per l'imbarazzo di pronunciare quelle parole senza aver fatto nulla di concreto per evitare quelle mancanze.

«Davvero?» chiedo ironicamente. So di essere stronzo ma non riesco ad evitare di esserlo dopo un'affermazione del genere.

«Purtroppo non avete fatto nulla per cambiare le cose»  scrollo le spalle cercando di non guardarle.
«Non pensavamo fossi diventato così responsabile e maturo. Pensavamo fossi il vecchio Harry, che non fossi cambiato. Tutte le persone che ho incontrato, mi hanno detto che combinavi guai a scuola e che rischiavi di perdere l'anno per il tuo comportamento. Non volevo farmi del male vedendo che eri sempre lo stesso e non avrei mai immaginato che fossi diventato così, un Harry responsabile» dice mia madre asciugando qualche lacrima

«Se sono l'uomo di oggi è solo grazie a lei.» I nostri sguardi si incrociano e sorride.

«Lo so. È stata la tua salvezza» dice prendendo la mia mano. Non mi sposto. Non lo faccio semplicemente perché ho bisogno del suo affetto.

«Pensi sia stato facile per me in tutti questi anni? So che ho sbagliato e sono consapevole della persona orribile che ero ma era straziante non poter contare su nessuno. Era straziante non poter ricevere un abbraccio di mia madre quando ne avevo bisogno. Pensi sia stato facile allontanarmi da Gemma e non starle accanto per proteggerla e metterla in guardia dai ragazzi? Non è stato facile camminare per strada e sentire sussurrare ogni singola persona che incrociava il tuo sguardo. No, non lo è stato per niente.» Faccio scorrere una mano tra i miei capelli lasciando andare un respiro che non sapevo di star trattenendo.
Sento il mio cuore spezzarsi quando i singhiozzi di due delle donne più importanti della mia vita riecheggiano nella mia mente.

«Se solo potessimo lasciarci alle spalle il passato ed iniziare tutto daccapo..» questa volta a parlare è Gemma che continua a torturarsi le mani.

«Il passato non può essere dimenticato» dico guadagnandomi uno sguardo deluso e frustrato da parte di entrambe.

«Ma se volessi dimenticarlo?» i loro sguardi saettano su di me e, prima che possa aggiungere altro, mia madre si stringe a me mentre Gemma si siede sulle mie gambe imitando il gesto di mia madre.

Per la prima volta so cosa devo fare e non ho bisogno di pensarci su. Le stringo a me e, finalmente, posso dire di stare completamente bene con me stesso.



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