Capitolo 15

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«Harry?» gli chiedo mentre penso che Harry Styles, il ragazzo più temuto della scuola, è qui davanti a me con una scatola da colazione in mano.
Lui non risponde e si limita a fissare la scatola tra le sue mani. Resto ferma sulla porta un attimo per assicurarmi che sia davvero qui per me e che, magari, non conosca qualcun altro in questo posto. Quando non si muove, decido: è qui per me.

«Accomodati» mi sposto di lato per farlo entrare ed, una volta che è dentro, chiudo la porta alle mie spalle.
L'appartamento stamattina è pulito, cosa rara. È come se mi aspettassi davvero l'arrivo di qualcuno e mi sono messa a pulirlo da cima a fondo. Saranno gli effetti della febbre.

Harry si guarda intorno e, dall'espressione sul suo viso, capisco che gli piace l'appartamento. Del resto piace anche a me: piccolo, carino ed accogliente. I miei ne avevano pensato ad uno più grande ma cosa devo farci? Mi sentirei incredibilmente sola. Questo è perfetto ed è proporzionato alla mia persona. Due camere, due bagni, ed una bellissima cucina. Cosa potrei desiderare di più?

«Accomodati» ripeto non sapendo davvero cosa dire. Si siede di fronte a me al tavolo e ci appoggia la scatola.

«Come mai non sei venuta a scuola?» finalmente parla. Non capisco perché gli importi così tanto ma la sua presenza qui non mi dispiace. Mi piace, in fondo. Non che mi piace, nel senso che ne sono infatuata, ma mi piace la sua compagnia nonostante, a volte, sa essere stronzo e fin troppo cupo. So che c'è di buono in lui e scaverò a fondo affinché lo trovi.

«Ieri sera mi è salita la febbre e non stavo tanto bene tra raffreddore e dolori alle gambe» gli spiego. Lui mi guarda e non osa interrompere il contatto visivo. I suoi occhi sembrano incantarmi ogni volta di più. Verdi e profondi.

Cosa mi stai facendo Harry?

Gioca con i suoi anelli, che avevo già precedentemente notato nel viaggio in macchina. Sono tutti d'argento e circondano quasi tutte le dita.

«Qual buon vento ti porta qui?» finalmente gli chiedo. Mi fa piacere che si stia impegnando in questa cosa, ci tiene a me, almeno credo.

«Tu avevi detto che dovevo corteggiarti e cosa c'è di meglio di una merdata del genere?» dice e scoppio a ridere. Lui mi segue ed il suono riempie la casa. La sua risata è dolce e sembra quasi musica per le mie orecchie.

«Allora? Vuoi continuare a fissarmi?» mi ha beccata. Sì, lo stavo fissando ma come si fa a fare il contrario? Un sorrisetto è sul suo viso e mi avvicino a lui colpendolo scherzosamente sul braccio. Mi accorgo del mio gesto e rimetto, frettolosamente, la mano a posto.

«Hei, non so cosa ti abbiano detto di me ma non ti mangio. Non penso si spingano a dire anche questo.» resto confusa dalle sue parole. I ragazzi mi hanno detto di stargli lontana ma cosa potrebbero mai dire su di lui? La curiosità si impossessa di me.

«Cosa dovrebbero dire su di te?» gli chiedo. Uso un tono gentile. Se osassi affrontarlo, sarebbe solo peggio.

«Non penso sia il momento per parlarne» scatta. Ecco che diventa scorbutico da un momento ad un altro. Ma ha ragione. Ci conosciamo da poco ed è già tanto che si è presentato con la colazione da me stamattina.

«Mangiamo allora.» Mi alzo dalla sedia e prendo due tovagliette da colazione. Apro la scatola ed il buon profumo si espande per casa. Passo un cornetto a lui ed uno a me e verso il caffè ad entrambi. Noto un foglietto sul fondo e lo apro.

C'è una H.

H di Harry.

Gli sorrido e lui ricambia mentre addenta il suo pasto. Noto come mastica e cose si sposta i capelli lunghi dalla fronte con la mano libera. Quando appoggia la mano sul tavolo gli anelli fanno uno strano ma piacevole rumore.  Addento il mio.

«È davvero buonissimo»  gli dico. Lui annuisce in accordo e si pulisce la bocca con un tovagliolo.

«Ci sono riuscito?» aggrotto le sopracciglia non sapendo a cosa si stia riferendo.

«Mi sono guadagnato un'uscita con te?» Se lo conoscessi potrei dire che è impaziente, ma non lo conosco.

Vorrei dirgli che desideravo uscire con lui da quando mi ha accompagnata a casa ma non volevo dargli la soddisfazione di avere un'altra ragazza ai suoi piedi. Deve imparare che non è Dio e che tutte, se vogliono, possono dirgli di no.

«Sì» gli dico semplicemente.
Questo sì contiene tutte le parole che vorrei dirgli al momento.

Lui sorride, di un sorriso sincero e penso che, Harry Styles, possa essere definito l'ottava meraviglia del mondo.

IMPOSSIBLE | H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora