Capitolo 6

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Harry's pov

Esco da scuola e stringo i pugni lungo i fianchi. Quel fottuto Zayn la pagherà per avermi colpito in pieno viso.

Riesco ancora a vedere la sua faccia quando gli ho detto che volevo farmi la sua fidanzatina. Se non mi avesse fermato quella stronza, Malik sarebbe ancora disteso a terra affiancato da tutti i suoi amici che pregavano affinché stesse bene.

Ma è arrivata lei.

Quella maledetta ragazza così maledettamente bella. Era bella anche se non ci provava ad esserlo. Non aveva bisogno di sbattere il culo, come Britney o di far ondeggiare i suoi capelli per piacere alla gente.

Lei è il tipo di ragazza che, anche con uno straccio, starebbe comunque magnificamente. Mi dispiacerebbe se fosse davvero la fidanzata di Malik, non so perché ma è così.

Vorrei prendermi a pugni per quello che ho appena detto. Io non sono dispiaciuto per nessuno. Io posso avere tutte. Nessuna fino ad adesso mi ha mai rifiutato. Ne è un esempio Britney che se ne va in giro per la scuola dicendo di essere la mia fidanzata. Nessuno le crede, nemmeno io. Spara così tante cazzate che nessuno l'ascolta più.

Lei è bella ma, per quanto sembrino strane queste parole pronunciate da un tipo come me, sto ancora aspettando la ragazza giusta, quella che saprà prendermi non solo fisicamente ma anche mentalmente e non che sbavi soltanto alla vista dei miei pettorali o di qualcos'altro. So che se qualcuno mi ascoltasse pronunciare queste cose, riderebbe di me. Ho costruito un personaggio per troppo tempo, il che ha portato le persone ad allontanarsi da me ma non so se voglio che sia ancora così.

Ho bisogno di qualcuno che mi porti sulla buona strada una volta per sempre, oppure potrei marcire così.

Entro nel primo bar che trovo sulla strada verso il mio appartamento e mi fermo. Ordino una birra e mi siedo aspettando che il cameriere, fin troppo anziano, me la porti. La bevo, pago ed esco avviandomi verso casa.

Mentre cammino vedo una madre che abbraccia suo figlio. Sembrano così felici mentre la donna fa scivolare la sua mano lungo la schiena del bambino. Io non sento mia madre da parecchio tempo, non che mi interessi più di tanto, ma mi farebbe piacere ascoltare il tono della sua voce e magari sapere come sta. Vorrei chiederle di Gemma e raccontarle della mia vita ma cosa potrei dirle?  Lo farei se non fossi troppo orgoglioso e non mi ricordassi di tutte le volte che non c'è stata per me ed è per questo che non la chiamerò. Sto bene così e non pregherò per ricevere una loro chiamata.

Mi mancano, su questo non c'è alcun dubbio ma evidentemente non hanno voglia di sentirmi dopo quello che è successo. Il nuovo marito di mia madre lo conosco a malapena e non ho intenzione di parlare con lui, non avrei niente da dirgli anche perché, forse, non ricorda nemmeno il mio viso.

Estraggo le chiavi dalla tasca ed apro la porta. L'appartamento è completamente sottosopra e puzza di chiuso, ma non mi interessa più di tanto. Non ci sono mai a casa e, quelle volte in cui ci vengo, è solo per dormire. Le mie giornate le trascorrono tra bar e scuola, più bar che scuola.

A casa mia non ho mai portato nessuna ragazza. Sono loro ad inviatarmi ed ad offrirmi qualche servizietto prima di inviatarmi a casa loro.

Mi lancio sul letto ed accendo la televisione scorrendo tra i canali. Pessima idea. Rispengo il televisore e chiudo gli occhi mentre occhi color nocciola e capelli lunghi e castani balenano nella mia mente.

...

Quando mi sveglio penso che sia ancora sera. Accendo il cellulare per controllare l'orario. Cazzo.
Mi alzo e mi vesto. Metto un pantalone nero ed una maglia bianca con una felpa grigia. Vorrei mettere il cappello ma lascio perdere. Prendo lo zaino e mi avvio verso scuola.

IMPOSSIBLE | H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora