Capitolo 45

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È impensabile come il tempo passi così velocemente quando si sta bene. Il tempo a volte ti inganna ed è come se aspettasse di vederti felice per poi scorrere velocemente, così da toglierti tutti i momenti piu belli e renderli solo dei ricordi, ricordi che rimarranno indelebili nel mio cuore e nella mia mente. Sembra sia stato ieri il giorno in cui abbiamo messo piede in questa confortevole dimora che ci ha ospitati nel migliore dei modi in questi velocissimi sei giorni. Il pensiero di partire domani, di lasciare questo bellissimo paese e di ritornare alla mia quotidianità, con la consapevolezza che non ci saranno i ragazzi ad affrontare un nuovo anno, il più difficile, con me e, soprattutto, che non ci sarà la mia famiglia a sostenermi quando qualcosa andrà male. Ma più di tutto e tutti, mi mancherà Harry. Mi mancherà averlo sempre tra i piedi, mi mancherà non vederlo sporgersi dalla sua porta solo per guardarmi o irrompere nella mia aula quando non mi vede per troppo tempo. Sono piccole cose quelle che mi mancheranno ma che provocano in me un dolore incolmabile. Ho la fortuna di averli vicini e ringrazio dio per questo. Se sono così giù adesso che si di averli comunque accanto a me nonostante gli impegni che cercheranno di ostacolarci, non oso immaginare come sarei stata se qualcuno di loro avesse lasciato il paese.

Piego ordinatamente ogni capo di abbigliamento possibile sia mia che di Harry, il quale mi ha esplicitamente pregato di aiutarlo viste le sue scarse abilità nel piegare vestiti. Metto tutto in valigia cercando di guadagnare più spazio possibile in modo che si chiuda. È il mio penultimo giorno qui e la mia ultima notte in questa camera che ho condiviso con Harry. Ho amato sentirlo respirare mentre dormiva e mi faceva impazzire la sensazione della mia testa sul mio petto e delle sue braccia che mi cingevano lo stomaco. Per non parlare della sua voce rauca di prima mattina, impastata dal sonno, che lo rendeva ancora più bello di quanto non sia già. Lascio fuori il cambio da indossare domani mattina per tornare a casa e lo spazzolino per lavare i denti subito dopo colazione. Harry, che è accanto a me, fa la stessa cosa.

Posso vedere il profondo cipiglio che occupa il suo viso ed odio vederlo così. Mi sono abituata all'Harry con un sorriso stampato costantemente sulle labbra che si è illuminato ancora di più da quando ha chiarito con sua madre e da quando siamo qui. So che anche lui è triste per lasciare questo posto e so che pensieri negativi attraversano la sua mente.
«E se avessimo così tanti impegni da non poterci ritagliare del tempo nostro durante quest'anno?» È questo ciò che mi ha detto questa notte mentre mi ribadiva di amarmi più di qualsiasi altra cosa. Continuo a fissarlo mentre guarda per la stanza assicurandosi di non lasciare niente qui. Quando il suo sguardo incrocia il mio mi rivolge un sorriso che però non raggiunge i suoi occhi. Non aggiungo alcuna parola per non ricadere nella profonda spirale della malinconia.

Guardo come i ragazzi sistemano le loro cose in modo silenzioso, che non è affatto da loro. Ma come darci torto? È come se, in queste quattro mura, tutte le nostre emozioni siano amplificate. Ci siamo sentiti come in una bolla, la nostra bolla. Una bolla che ha trattenuto ogni pensiero perverso da parte dei ragazzi ed ogni risata con la consapevolezza che saremo tutti troppo impegnati per trovare del tempo solo per fare commenti poco fini su qualcuno.

Chiudo la valigia mettendo sopra di essa lo zaino con il quale partirò domani mattina. Abbiamo intenzione di andare in spiaggia stasera. Una coppia di anziani di origini italiane me che vivevano in America, che abbiamo incontrato qualche sera fa, ci hanno detto che stasera sarà la notte di san Lorenzo, la notte dove le stelle sono più visibili ed è possibile, se siamo fortunati, vedere anche qualche stella cadente. Indosso una felpa pesante poiché le temperature si abbassano sempre qui e aspetto che i ragazzi siano pronti prima di lasciare casa per recarci in spiaggia.

«Cos'è questo silenzio? Dobbiamo divertirci stasera» dice Niall. Mi era mancato il suo ottimismo. Senza di loro non sarebbe stato lo stesso. Ognuno ha contribuito a rendere quest'avventura meravigliosa, in un modo o nell'altro. Voci provenienti dal posto in cui ci stiamo dirigendo, catturano la nostra attenzione prima che della musica si senta ad un volume davvero alto. E se stessero dando una festa? Sarebbe il modo migliore di concludere. Quando ci avviciniamo, il volume è sempre più alto tanto che le voci dei ragazzi dietro di me sono a malapena udibili.

Un'enorme folla di ragazzi della nostra età più o meno si muovono on pista a ritmo di musica.
«Andiamo» urlo affinché mi sentano e capisco di essere riuscita nel mio intento quando mi seguono. Non conosciamo i passi e so benissimo quanto possiamo essere delle frane nel ballare ma, per una volta in vita mia, non voglio dar retta a cosa potrebbe pensare la gente di me.

Voglio chiudere degnamente questa vacanza e sono sicura che lo farò quando Harry mi trascina in pista prendendomi per mano. Ci facciamo spazio tra centinaia di corpi sudati fino a raggiungere un piccolo spazio vuoto.

«Non so come si fa, ma voglio farlo» dice Harry nel mio orecchio. Rido e gli prendo le mani per poi mettermele sui fianchi. Metto le mie intorno al suo collo mente ci muoviamo a ritmo.

«Ti amo» dice Harry mentre piccole gocce di sudore iniziano a farsi spazio sul suo viso. È possibile che appaia così bello anche tutto sudato? Sì, è possibile.

«Ti amo» gli dico e gli prometto mentre la musica rimbomba nelle nostre orecchie.



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