Capitolo 17

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Harry's pov.

Sono fermo sotto casa di Sky e sto aspettando che scenda. Le ho mandato un messaggio. Ieri ci siamo scambiati i numeri e la cosa strana è che ha voluto che le salvassi il mio  scrivendo non il mio nome per intero ma solo la mia iniziale. H.

La H che le ho lasciato nel biglietto perché non sapevo cosa scriverle, non sono mai stato bravo con le parole. Non ha voluto dirmi il motivo di questa decisione, me lo dirà stasera e mi ritrovo in ansia, quando si tratta di lei, anche solo per una stronzata del genere.

Quando la vedo scendere le scale del suo condominio, quasi devo mantenere i miei occhi per non far sì che escano dalle orbite.

Indossa un abito nero, non troppo corto, una lunghezza perfetta. A coprirgli le gambe delle semplici calze nere, senza alcuna fantasia e un paio di anfibi con i calzini che escono un po al di fuori, giusto un po per essere notati. Il suo trucco è leggero, quasi non si nota e rimango sorpreso dal fatto che lei è una di quelle ragazze che non hanno bisogno di un trucco pesante e di un abito appariscente per essere bellissime. Lei starebbe bene anche con uno straccio, anche con il pigiama ricoperto da panda di ieri mattina.

Io sono vestito come sempre. Jeans nero, maglia nera a maniche lunghe ed i miei stivaletti marroni un po rovinati sulle punte. Mi sento immediatamente a disagio vestito in questo modo. Avrei dovuto vestirmi meglio.

Si avvicina a me e le do un bacio sulla guancia. Lei arrossisce ed è ancora più bella. Ripenso alla scena della coppietta al bar e le apro la porta della macchina. Lei sembra sorpresa ma non dice niente.
Vado dalla mia parte e salgo.

«Dove vuoi che ti porti? Puoi decidere tu.»Ho già in mente un posto in cui andare ma preferisco sapere se lei ha qualche preferenza.

«Oh, per me va bene qualsiasi cosa» dice. Decido di portarla dove avevo pensato.

Quando scendiamo, il ristorante è illuminato e davvero bellissimo. So che è troppo da snob ma voglio davvero che sia tutto perfetto. Non sembra essere stata un'ottima scelta quando la vedo leggermente in difficoltà.

«C'è qualcosa che non va?» il mio tono è preoccupato e vorrei tanto sapere cosa passa in quella sua piccola testolina.

«Per niente» sorride «solo che forse è troppo costoso». È così dannatamente dolce.

«Non devi preoccuparti, ok?» le dico. Lei sembra rassicurarsi e la guido verso l'interno. Uomini in smoking e donne con abiti altezzosi riempiono la sala e mi pento di averla portata qui. Noi non siamo come questa gente e sento il bisogno di andare via.

«Harry..» mi chiama. Sono sicuro che sta pensando la mia stessa cosa.

«Io preferirei un posto più tranquillo» la voce è dolce e non è arrabbiata con me. Ho fatto un'altra cazzata ma sono ancora in tempo per rimediare.

Le prendo la mano e la guido fuori. Sussulta al mio gesto ma, invece di tirarla via, fa incrociare le nostre dita.
Sorrido anche se lei non può vedermi. Mi volto per guardarla ed ha le guance arrossate ma, cosa più importante, sta sorridendo. Di nuovo.



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