XVIII

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Oggi è il grande giorno. Il giorno in cui partirò, forse l'ultimo giorno in cui vedrò i miei genitori, la mia famiglia, i miei amici. E NON HO ANCORA DECISO CHI È IL QUINTO DI NOI. Lo so, lo so...dovevo decidere prima, ma non ho avuto tempo. Ieri ho preparato un piano e la mia valigetta. Alle 12 mi aspettano in piazza Koss, e partiremo. Bene: io conosco 10 persone in grado di aiutarmi. E devo telefonare a ognuna chiedendo di affrontare una missione suicida.
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Ho chiamato Pietro, Giulia, Giada, Clara, Patrizia, Alice, Leila, Fede, Jassmin, Lorenzo. Praticamente solo Leila, Fede e Jass hanno accettato. Mi serve il quinto. Il quinto. IL QUINTO. E mi è venuta un'idea, un'idea stupida, senza senso, ma essenziale. Potrei chiedere alla persona causa di tutto questo, a quello che odio di più al mondo. Posso chiedere a Francesco, il mio amatissimo vicino di casa. Così, a testa bassa, pensando a cosa dire, perché non lo vedo da quando abbiamo litigato, perché gli ho rotto il suo UccelloAndroid, lui mi ha spinta nel passaporta. Chissà come sarà, se si sarà pentito o se è felice. Non lo so. Giungo alla sua porta, lentamente avvicinò la mia mano al legno e... Busso. Busso tre volte e spero che nessuno mi apra. Ma ovviamente chi mi potevo ritrovare davanti? Francesco in persona!
F: Ehi! Come va Betty?
Io: Mi chiamo Annabeth, per la precisione.
F: Oh. Perdonami.
Io: Ehm... Ti volevo dire che...
F: La risposta è sì. Vado a preparami, ci vediamo alle 11:56 qui fuori, andiamo insieme ok?
Si, ormai lo sapete, il vaccino.
Io: Beh... Okay... Si .... Ci vediamo allora...
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Non è stato cosi difficile come credevo. Bene, ora, devo organizzare un piano; mi metto seduta sulla sedia e penso, dove devo andare? O meglio, quando devo andare?

Un viaggio malato e gli eroi di RMCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora