XXII

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Gli uomini vestiti di grigio, camminando a passi lenti, si vede che sono sfiniti, arrivano trasportando un gigantesco cappelo vecchio marroncino/nero.
-Ecco a voi- grida quello di sinistra con voce rauca -questo è un tempotrasporto, vi porterà in qualunque tempo voi vogliate, ma ricordate, che non sarete in una dimensione reale, ad esempio, capitate nell'antico 2001, e impedite la caduta delle Torri Gemelle, cosa impossibile, sto ipotizzando, la storia non cambierà, resterà sempre la stessa, afferrato il concetto?-
Tutti in coro urliamo un si spazientiti: tutti vogliamo partire per affrontare questa cavolo di missione.
Dopo qlcune regole dettate dal ministro-robot della salute, ognuno saluta la propria famiglia: Jasmine corre abbracciando goffamente sua mamma: ci è legata tantissimo; Fede cerca di fare il coraggioso ma gli scappa una lacrimuccia mentre abbraccia suo padre: corro a consolarlo ovviamente. Poi Leila si avvicina dignitosamente a i suoi genitori sussurrando vi voglio bene: lei si che è una vera guerriera. Infine Francesco, saluta la sua zietta, ma non fa troppe lagne, infondo lui è una specie di bad boy, insomma, è stato lui come gia sapete a spingermi nel passa porta. Poi ovviamente ci sono io: corro dai, miei genitori abbracciandoli sussurrando <<vi prometto che tornerò>>
Così, in fila, io, Fede, Jasmin, Francesco e per ultima Leila: mi fido di lei cecamente, ci avviamo lentamente verso il passaporta, il ministro-robot ci ha insegnato tutto riguardo questo oggetto: bisogna mettersi intorno e mettere tutti una mano sopra, e poi dire VAI! E.... Parte. Si, credo che lo starete pensando...come Harry Potter:una storia vecchissima degli anni 2000 peccato che la scrittrice sia stata smarrita e non si sa chi l'abbia scritto; ma andiamo avanti con la storia. Piano piano ci avviciniamo al cappello, che francamente puzzava anche della minestra che preparava sempre la mamma di Fede, e ci mettiamo in cerchio come da istruzione; intorno a noi ci sono tutti i nostri parenti, alcuni con le lacrime agli occhi, come quelli di Jasmine e mia zia, e invece gli altri con un sorriso finto, come per sostituire un sorriso.
Ci mettiamo in cerchio e con la voce che tremava diciamo: TRE DUE UNO VIA!
Ad un tratto tutto intorno a noi diventa blu, come se un onda ti travolgesse: poi tutto si stabilizza: siamo in una vecchia cantina, con degli scaffali pieni di polvere, e con degli strani oggetti di vetro con dentro un licquido. Mi giro e dietro di me tutti gli altri si devono ancora stabilizzare tranne Fede e Leila: che in coro mi dicono che siamo nel 1788.

Un viaggio malato e gli eroi di RMCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora