capitolo 3

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Nella foto: Governatore George Montains

Aprì lentamente gli occhi, ed il buio la investì immediatamente assieme alla nauseante puzza di putrefazione e sporcizia.

Si guardò intorno, riconoscendo ,grazie ad una flebile luce proveniente da una piccola finestra, che delle sbarre di ferro delimitavano il piccolo spazio di quella che sembrava essere una cella.

-Dannazione!- fece Jecky, fra se e se, provando ad alzarsi sulle sue gambe, ma un acuto dolore la costrinse a rimanere seduta.

Aveva ancora i vestiti del ballo, solo che ora, il sontuoso abito, era molto più sporco e strappato in vari punti.

Guardò preoccupata il punto da cui proveniva il dolore, non ricordandosi come aveva fatto a procurarsi una ferita del genere.

Poi il ricordo del rumore della pistola di Ray Jesser, le fecero tornare in mente l'accaduto.

Le aveva sparato! Quel farabutto le aveva veramente sparato!

Strappò con rabbia una parte del suo sottogonna, per legarselo attorno al polpaccio, in modo da rallentare l'emorragia, anche se per sua fortuna il proiettile, aveva soltanto causato un grande graffio al polpaccio della pirata.

Non era la prima volta che finiva al fresco, ma era la prima volta che si faceva abbindolare così da un uomo.

Come aveva potuto essere così ingenua! Come!?

-Stupido Cacciatore dei miei stivali! Che Belzebù ti maledica!- continuò furiosa facendo un doppio nodo al pezzo di stoffa.

La luce dell'alba entrò dalla piccola finestra, illuminando l'ambiente: era rinchiusa in una piccola cella, priva di letto o quant'altro. Le mura erano sporche di sangue e delle buffe scritte, incise con la pietra, le fecero pensare, che molto probabilmente, lei non era la prima ad essere capitata in quel posto. In più i resti di uno scheletro umano proprio dinnanzi ai suoi piedi davano poco spazio all'immaginazione.

-Spero di non fare la tua stessa fine amico mio ...- fece lei, inorridita da quella scena. Scansando con un piede il teschio umano.

-Dipende da voi questo - una forte voce, all'improvviso, rimbombò per tutto il luogo.

Jecky sobbalzò, cercando di capire chi avesse parlato -Scheletro? Sei tu?- domandò questa sporgendosi verso le ossa.

-No, ma mi meraviglia che vi siate già dimenticata della mia voce!- la figura di Ray Jesser comparve all'improvviso dall'oscurità: i capelli corti e ben curati, i vestiti ricamati eppure apparentemente comodi, ed adatti al combattimento. La barbetta sul mento, e poi gli occhi: verdi, lucenti e brillanti come due smeraldi. Tutto rovinato da quella cicatrice sull'occhio sinistro.

Jecky sbuffo -Ancora voi? Non dovreste essere in qualche sudicia locanda a vantarvi di aver catturato la Gazza Ladra?-

-No quando una criminale come voi risiede nelle mie segrete.

Ecco dov'era! Nelle segrete di casa Jesser! Per cui ora era a casa dell'uomo che a breve l'avrebbe mandata al patibolo ... "Interessante" pensò fra se e se.
-Oh, mi avete fatto la guardia. Ma che gentil uomo-

Ray sorrise appena, meravigliato dai modi di fare per niente seri della pirata.

-Immagino che ora ci sarà l'interrogatorio ...- continuò questa sbuffando, appoggiandosi svogliatamente alle sbarre.

-Immaginate bene. Allora, perché volete La Lacrima Del Sole?- domandò il cacciatore, avvicinandosi alla ragazza.

-Oh, voi lo sapete il perché- lo stuzzicò Jecky, scandendo ogni parola con le sue labbra carnose.

Sangue Pirata: Alba NeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora