Capitolo 32

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(LISBONA 1700)
Un maestoso galeone era attraccato al porto di Lisbona in quel giorno di fine Agosto. Le vele candide erano pronte a catturare i venti, l'ancora salda alla nave. Il capitano si stava accertando che i suoi uomini avessero tutto il necessario per il lungo viaggio. Erano i suoi guerrieri migliori: senza pietà e sanguinario. Lui stesso li aveva forgiati fra il fuoco della battaglia ed il sangue della sofferenza. Sicari devoti al dolore, ma ancora di più a lui, l'uomo che li aveva cresciuti; George Montains.
Il grasso governatore li aveva radunati tutti, dal più giovane al più vecchio. Tutti e trenta pronti a battersi per lui e la sua causa. Soltanto uno mancava all'appello. Il suo ribelle preferito, l'unico che non era riuscito a sottomettere, l'ex Cacciatore Jesser.
Avrebbe dovuto intuirlo sin dal giorno in cui il padre, il pirata Jack White, lo abbandonò dinnanzi alla sua porta. Avrebbe dovuto capirlo dai suoi occhi: seri, rigidi, minacciosi, ma al tempo stesso stanchi e sofferenti. Quel ragazzo aveva sangue pirata nelle vene. Quel ragazzo era un filibustiere. George aveva tentato di cambiare la sua natura, ma lo aveva soltanto reso un mostro.
Beh, dopotutto era ciò che voleva suo padre. Il motivo per il quale lo aveva pagato, ma chi mai si sarebbe immaginato che il temuto Cacciatore sarebbe diventato un pirata, ma sopratutto nemico giurato della famosa Gazza Ladra. Nelle locande marinaresche ormai non si parlava d'altro; Rey White e Jecky Black erano diventati rivali. Quale buffa ed esilarante sorte. Prima cacciatore e preda, poi compagni, amanti ... ed ora nemici mortali.
Se la Regina Dei Ladri non si fosse mezza in mezzo, il Figlio del Diavolo sarebbe ancora un Cacciatore. Era tutta colpa sua, Montains ne era certo.

Diavolo cane, quella donna era una vera spina nel fianco. Lei era l'unica che rischiava di mandare tutto in frantumi. La morte di Reyna White non sarebbe servita a nulla se quell'insulsa ladruncola si fosse messa fra lui ed i suoi affari.
Perchè c'era una cosa che George desiderava più di tutte, ma anche la Regina Dei Ladri la voleva, e lui aveva imparato a sue spese che quando la Gazza Ladra si mette in testa una cosa niente può fermarla.
Sua madre gli causò gli stessi problemi tempo fa. Maledetta Annabelle! Non si arrendeva mai, perfino in fin di vita ebbe il coraggio di combattere.

Osservò i suoi sicari allinearsi, attendendo il solito discorso del loro signore. Montains camminò avanti ed indietro, studiandoli ad uno, ad uno.
-Chi sono io per voi?- disse con estrema eleganza, mentre la camicia tratteneva a stenti il suo gran pancione.
-Un capo, un amico, un fratello, un padre, la famiglia- risposero in coro i dodici uomini.
-Ricordatevelo figli miei. Il nostro nemico è forte. Il nostro nemico viene dall'inferno e dagli abissi oscuri dell'oceano- continuò in tono sofferente.
-Nessuna paura. Nessun timore. Nessuna pietà!- le loro voci erano un tripudio di rabbia e grinta, e la cosa non potè che rincuorarlo.

Battè le mani e la linea si sciolse.
Era tutto pronto, l'Ilma sarebbe partita a breve, ma prima c'era un'ultima cosa da fare.

Il governatore si chiuse nella sua cabina ornata d'oro e d'oggetti altrettanto preziosi, afferrò un lunga collana a forma di stella, nascosta in un cofanetto d'argento e la strinse nel pugno. -Anaconda- fu un sussurro. Un caldo e dolce sussurro, ma bastò. Dal pavimento in legno della nave si innalzò un denso fumo nero. Una nebbia oscura, che a poco, a poco, iniziò a prender forma, sino a creare il corpo di una donna.
-Dimmi, Jecky ha trovato l'Alba Nera?- domandò George.
-Oh, Montains ...- sibilò la donna -Come sei ridotto ... minacciare una strega in cambio di cosa? Vendetta?-
A quel punto l'uomo strinse l'amuleto che teneva fra le mani con una forza tale che inziò a sentir dolore -Parla!- ordinò minaccioso -O giuro che questa volta lo spezzo in due, e con esso la tua vita-.
La povera Anaconda si contorse dal dolore, ritrovandosi in ginocchio dinnanzi al governatore. Si rialzò a stenti, con gli occhi vitrei chiusi nel vano tentavito di dimenticare il bruciore sentito al petto. Iniziò a ridacchiare -Oh, ma tu vuoi l'immortalità. Cerchi ciò che cerca la Gazza Ladra- constatò divertita.
-Avrei dovuto porre fine ai giorni di quella miserabile quando ne ebbi l'opportunità! Quella sudicia pirata!- sentiva il sangue ribollirgli nelle vene -Un'odiosa spina nel fianco- disse cercando di tornare calmo.
-Quato tu per me- affermò Anaconda -Quando mi hai rubato il mio amuleto mi hai legata a te. Mi hai costretta ad essere tua serva, ma finalmente la ruota sta girando-
George strinse nuovamente la collana e la strega barcollò a terra -Silenzio! Basta con le chiacchiere! Ray ha la Lacrima?
-Si. Come avevi previsto il Figlio Del Diavolo è venuto a cercarmi ... Ha barattato la morte di Mangia Ferro con la posizione di Jekcy Black.
-Molto bene. Stai facendo in modo che arrivino all'Isola di Zaffiro nello stesso istante?
-Si, ma non posso assicurarti niente, l'oceano protegge Jecky.
-Nulla che io non abbia già affrontato.
-Ti stai scontrano con forze che non comprendi George. In passato hai compiuto la più orrenda delle azioni ... sei ancora in tempo per rimediare. Lascia che Jecky trovi la nave dell'Imperatrice.
-NO! Io ucciderò Ray White. La Kingdom sarà mia, ed unendo la sua ciurma ai miei sicari, formerò una flotta imbattibile. Governerò sul mare. I re e le regine di tutto il mondo dovranno inchinarsi a me. E sai come festeggerò? Strappando a Jecky Black ciò che l'ha fatta impazzire, poi la ucciderò!- Anaconda vide la follia nel suo sguardo. Lo odiava, probabilmente più di quanto odiasse Giacomo, per ciò che aveva fatto. Montains era un vero mostro!
Dannazione, se non l'avesse legata a lui rubandogli la collana, lei non ci avrebbe pensato due volte ad ucciderlo. Quell'amuleto era l'unica cosa che teneva in vita Anaconda, il suo bene più prezioso, ma ora era nelle mani di Montains.

Sangue Pirata: Alba NeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora