Capitolo 27

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(IN FOTO JAMES WEST)

Il vento le soffiava fra i capelli biondi e sempre più lunghi; un vento freddo, che sapeva di ghiaccio, di gelo, di neve. La Grey Wind si era allontanata molto dal Mar dei Caraibi, e si era diretta a nord, dove nascosta nei ghiacci, la nave dell'imperatrice attendeva l'arrivo della Gazza Ladra. Avrebbero dovuto viaggiare ancora a lungo, ma ormai erano vicini alla loro meta. 

Jecky era comodamente adagiata sulla punta della nave, la schiena appoggiata ad una trave di legno, una gamba a penzolini, la mente persa nei suoi intrecciati pensieri.

(JECKY POV)
Chissà cos'è più blu, il mare o il cielo? A vista d'occhio sembrano così simili, eppure sono talmente differenti, tuttavia si toccano tutti i giorni e nessuno dei due infastidisce l'altro.

Devo smetterla di fare certi paragoni.
Non fanno che ricordarmi di ...
Aah! Jecky no! Shh.

Improvvisamente il tocco una calda mano si posa sulla mia spalla, riportandomi alla realtà. Mi volto verso colui che in questi due mesi mi ha sorretta e protetta come un valoroso guerriero, ritrovandomi davanti agli occhi due pozzi di miele, grandi e splendenti.
-Di questo passo diventerai un tutt'uno con la nave, la murena finirà con l'assorbirti- scherza James dedicandomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi, che ovviamente ricambio senza esitazione.
-Non dovresti pulire l'ancora te?- chiedo, scendendo dal mio comodo posto per mettemi alla pari con il biondo dinnanzi a me.
I nostri corpi sono vicinissimi, ed ora riesco quasi a percepire il calore emanato dal suo corpo di marmo. Le sue labbra sono ad un centimetro dalle mie ed i nostri nasi si sfiorano appena.
-E tu non dovresti pulire le cabine?- controbatte questo poggiando le mani lungo i fianchi.
-Sei in ritardo West- rispondo soddisfatta di me stessa.

È sempre più vicino, eppure qualcosa mi blocca, lui spinge la sua bocca verso di me, ma tuttavia il mio corpo non sembra rispondere al suo.

Ma proprio quando le nostre labbra stanno per incontrarsi, ecco che il bastone di una scopa ci divide -Mantenere lo spazio vitale- si intromette mio padre fulminando James con lo sguardo. -West hai pulito l'ancora?- incalza deciso e serio l'uomo.
-Si capitano- la sua risposta è secca ed educata, ma sopratutto realizzata, come a volergli sbattere in faccia la sua bravura.
-Stupefacente!- esclama mio padre dall'aria incredula e meravigliata, facendo riempire il cuore di James d'orgoglio.
Durante questi due mesi, West, aveva fatto di tutto pur di compiacere Mangia Ferro, non so per quale motivo, ma cercava sempre la sua approvazione.

-Beh, ora potrai occuparti del ponte- constatò Giacomo, porgendo la scopa al giovane, mandando in mille frantumi tutti i suoi sogni di gloria.
Questo è costretto a chinare il capo deluso ed afferrare l'oggetto di malgrado -Si capitano- afferma tristemente allontanandosi da me, ma dedicandomi un ultimo meraviglioso e dolce sguardo.

Mio padre inizia ad essere fastidioso. Perché si comporta in questo modo?
Incrocio le braccia con rimprovero osservando l'uomo dagli occhi neri come la pece fissarmi interdetto -Che c'è?- sbotta lui -È giovane, del lavoro extra non gli nuocerà. Vieni con me ora, dobbiamo discutere di affari- conclude lui facendomi segno di seguirlo dentro la sua cabina.

Come al solito l'atmosfera all'interno di queste quattro mura in legno mi riscalda il cuore, è come essere investiti da milioni e milioni di ricordi, e proprio là, appeso in bella vista, ecco il ritratto di mia madre, sorridente ed ammaliante.

Vedo mio padre sedersi dietro la sua grande scrivania in mogano, aprendoci sopra una mappa del globo.
-Dobbiamo fermarci per fare rifornimento e per comprare indumenti più pensanti se dobbiamo affrontare i ghiacci del nord- mi fa notare Mangia Ferro, preoccupato quanto me per il lungo viaggio.
-Io pensavo all'Islanda. Lì troveremo pellicce calde a poco prezzo e cibo a sufficienza per altri quattro mesi- continua questo indicandomi con il dito la grande isola.

Sangue Pirata: Alba NeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora