I giorni passarono tutti allo stesso modo; certo con qualcosa di diverso, ma bene o male erano uguali. Il mese di Luglio, quindi, era giunto la termine e, in nemmeno 30 giorni sarei dovuta tornare a Londra. In parte ero triste di lasciare la mia famiglia, ma dall'altro lato ero felice di poter rivedere Margaret e Luke. Avevo legato con loro fin dal primo giorno. Ho piena fiducia in loro...
Solitamente mi è difficile far entrare le persone nel io cuore, ma, quando ci entrano, è difficile, se non impossibile, farle uscire.
Quella mattina mi alzai con la canzone "For him" di Troye. Amo follemente quella canzone e infatti nemmeno il tempo di alzarmi e già stavo urlando:«YOU DON'T HAVE TO SAY I LOVE YOU TO SAY I LOVE YOU, FORGET ALL THE SHOOTING STARS AND ALL THE SILVER MOONS.»
Dopo aver "cantato" corsi in bagno per ovvi motivi che non sto qui a spiegarvi...
Entra in cucina con sorriso a 32 denti e mia madre se ne accorse subito e infatti subito mi disse:«Vedo che siamo felici... Cos'è successo?»«Mah, sinceramente non lo so; cose sono solo felice perché ieri ho parlato con Margaret... Boh, realmente non lo so»
«Come vuoi... Comunque vatti a preparare che oggi partiamo»
«Se posso chiedere, dove andiamo?»
«Em...Io e papà abbiamo pensato di andare a Capri»
Subito sentii la voce di papà urlare: «Tua mamma ha deciso, non mettetemi in mezzo»
A quest'affermazione mi misi a ridere. L'idea di andare a Capri non mi andava molto a genio, anche perché sapevo che loro avrebbero voluto uscire e io non volevo molto, anche perché, quando ero a Londra c'erano feste ogni Week-end e quindi, pensavo, che una volta tornata a casa mi sarei fermata da tutto questo sbattimento, ma, a quanto pare, non sarà così...
«Bene, vado a preparami allora...»
Cercai di rispondere con il sorriso più tirato che potevo; non volevo farli dispiacere.***
Un'ora col traghetto... Un'ora di urla di bambini, di cani che saltavano ovunque, di persone che rompevo il cazzo chiedendoti l'ora... Ah, bello il suono del riposo.
«Ragazzi!! Vi muovete?»
«Mamma, stiamo scendendo, ci dai il tempo?!?!» le rispondemmo io e mia sorella in coro
«Uffa! Come siete lente»
Prendemmo un taxi e, quest'ultimo, ci portò davanti alla casa che i miei fiatarono.
Ora, se vi state immaginando la villana americana avete sbagliato strada. La casa era grande, ma non tipo con piscina, 4 giardini e tutto il resto. Aveva 2 camere da letto, 2 bagni, una cucina e un salotto, con un piccolo giardino intorno.
«Devo dormire» esordii
«Bene.. Te lo concedo solo perché io e tuo padre andiamo a fare la spesa... Riposatevi, poi questa sera usciamo»
«GRAZIE MAMMAAAA»
«Lucrezia, zitta, non urlare! Ora andiamo, a dopo»
*
3 ore. Avevo dormito 3 ore.
Finalmente mi sentivo riposata, però, la mia famiglia, mi aveva svegliato 20 minuti prima di uscire. Stupendo,no?
Ringraziando il Signore sono veloce e dovevamo solo fare un giro; quindi niente di troppo impegnativo.
Camminammo per la piazza, fino a quando non mi sentii toccare la spalla; mi girai e restai abbastanza stupita.
«Ma guarda quanto è piccolo il mondo»
«Carpenter, come mai qui?»
Aaron Carpeter è un ragazzo che viene nella mia stessa scuola. È altro ed ha gli occhi chiari, i capelli corti e di un colore castano scuro. È un ragazzo simpatico e dolce, quando vuole. Fa parte di quel gruppo di ragazzi che vengono adulai da tutte le ragazze; loro sanno del "potere" che hanno e ne abusano. Aaron, a differenza di altri, non ha mai usato delle ragazze che gli andavano dietro; certo, avrà spezzato qualche cuore, ma nulla di più.
Ogni tanto, in comitiva, mi era capitato di uscire con lui.
«Sono qui in vacanza, tesoro.» Scandii bene l'ultima parola. «Tu non dovresti essere a fare un corso di recupero?»
«Certo che dovrei, ma non mi sarei perso il mare per quella scuola di merda; lo sai.»
«Meglio per Margaret, un cazzone in meno...»
«Forse hai ragione»
«Ho ragione, è diverso. Ma aspetta, gli altri dove sono? Cioè sei qui solo?»
«Tesoro, prova a pensare... Sono mai solo? Ecco, inutile che parli. Comunque no, come me ci sono Alexandra e le sue amiche»
«Ah» fu tutto quello che riuscii a dire.
«Ehi, Lou, tutto bene?»
Non ebbi nemmeno tempo di rispondere che già sentii una voce da oca urlare
«Cazzo Aaron!» fece una pausa, poi mi scrutò dalla testa ai piedi e poi continuò: «Vedo che sei in compagnia di gente non molto buona, tra l'altro, come si veste? Mio Dio...»Finì la frase con un ghigno sul volto ed uno sbuffo
«Almeno IO mi vesto e mentre tu, tesoro, capisco se non puoi comprarti vesti; anche perché solo così mi spiego il fatto che esci nuda... Però il rossetto sta bene con il tuo incarnato» Sorrisi mentre finii la frase. Nel vedere la sua facci cambiare colore mi misi a ridere; fregandomene di quello che poteva pensare la gente.
Lei odiava me, io non sopportavo lei; c'era qualcosa di male? Sinceramente penso di no.
«Bene, comunque vado. Ci si vede Carpenter» lo salutai e andai nel bar dove mi aspettavano i miei.
« Non pensare che sia finita così razza di stronza!» mi urlò Alexandra.
Non mi girai nemmeno a guardarla; di minacce ne faceva molte, ma non me n'era mai fregato molto.---
fine del terzo capitolo. secondo me è uno dei peggiori. voi cosa ne pensate? fatemi sapere. dato che ieri non ho aggiornato, oggi ci sarà un doppio aggiornamento. tenete duro, tra poco la storia migliora, promesso.
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Dramedy
Fanfiction*dalla storia* «Bene ti chiamerò così allora» «Ma aspetta, perché mai dovresti chiamarmi?» «Ha detto Hyde che farei lavori di gruppo, o mi sbaglio?» mi chiese con un ghigno sulle labbra «No, non ti sbagli, ma chi ti ha detto che li faremo insieme?»...