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Lunedì mi svegliai tardi e fu, come quello del giorno precedente, un risveglio paradisiaco. Ero totalmente rannicchiata sul petto di Cameron, come quando ero andata a dormire e, il suo braccio, era attorno alla mia vita e mi stringeva, come se potessi volare via da un momento all'altro. Mi girai piano e lo guardai ed era davvero stupendo: i capelli, che ormai cominciavano a crescere, erano tutti spettinatati sul cuscino e un po' sulla sua fronte e aveva le labbra socchiuse. Lo guardai per dici minuti buoni e non mi stancavo, anzi, quasi pensai di voler avere più risvegli così.

<<Blue, basta guardarmi, mi sciupi>> disse Cameron nascondendosi nel mio collo, provocandomi una scarica di brividi che si impossessò del mio corpo.

<<Tu non soffiarti il naso nel mio collo>> dissi spostandolo.

<<Dai che ti piace>>

<<Dallas, non sono Betty e non rompere il cazzo a prima mattina>>

<<Penso sia quasi ora di pranzo>> mi ripose e io mi girai dalla parte opposta del letto, spostando il braccio di Cameron, ma lui lo rimise sulla mia vita, facendo intrecciare le nostre dita; una sensazione meravigliosa.

<<Dobbiamo scendere da questo letto>> dissi strofinandomi gli occhi con una mano. Cameron mi coprì con la coperta.

<<Dobbiamo proprio?>> mi chiese e una parte di me volva dirgli che sarei potuta rimanere in quella posizione tutto il giorno, ma alla fine annuii alzandomi.

Andai in bagno, mi lavai e mi misi dei jeans di mamma e una maglietta nera, poi uscii dal bagno, lasciandolo libero per Cameron e lo trovai ancora nel letto a dormire. Aprii le tende, ma non ricevetti nessuna reazione; allora decisi di andare a saltare sul letto, come feci a Los Angeles.

<<Cameron, forza alzati!>> dicevo, ma lui non voleva ascoltarmi e io continuavo a saltare; fino a quando non mi tirò per un piede e mi fece cadere sul materasso come un peso morto.

<<Blue, non farlo mai più o ti giuro che ti faccio cadere per terra>> mi disse coprendosi gli occhi con una mano e con voce ancora assonnata.

<<Vatti a lavare!>> dissi e lui, finalmete si alzò.

Quando finalmente uscii decidemmo di andare a mangiare fuori, perché era ormai ora di pranzo. Mi portò al McDonald, perché non c'ero mai andata.

<<Due cose: uno, so che ti piaceva la mia testa nel tuo collo e, due, come cazzo hai fatto in diciassette anni a non andare mai al McDonald?>> disse
<<I miei non mi ci hanno mai portato e io mi scocciavo di andare da sola, molto semplice e no, comunque non mi entusiasmava avere il tuo naso sulla giugulare>> dissi

<<Che palle che sei Blue! Sarà il pranzo più buono della tua vita>> mi disse e io gli sorrisi. Arrivammo al Mc e Cameron ordinò lui, perché non sapevo cosa prendere e prese di tutto.

<<Quello americano ha un altro sapore>> mi disse mangiando

<<Suppongo migliore>>

<<Esattamente>> mi disse finendo le patatine.

<<È buonissimo>> dissi mangiando il mio panino, suscitando in lui una risata.

<<Sembi una bambina che ha appena visto lo zucchero filato>> mi ripose

<<Non ridere di me, Dallas>> dissi agitando una patatina e lui, allora, prese le mie dita, se le portò alla bocca e mangiò la patatina. <<ERA LA MIA E CHE PALLE>> strillai

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