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Scendemmo dalla macchina molto velocemente, pensando che avrebbe "diminuito il ritardo"; un po' come quando la metro fa tardi la mattina e abbiamo una verifica alla prima ora.

Come al solito la fortuna non era dalla nostra parte: infatti la mia amata professoressa di Scienze era sulla soglia della porta ad aspettarci.

"Non possiamo essere gli unici ad aver fatto ritardo" pensai

«Gli unici ad aver fatto ritardo chi potevano essere?» disse quasi ironica la professoressa

"Ecco, appunto" mi dissi

«Professoressa..ci-ci di-» provò a parlare Margaret, ma fu brutalmente interrotta dalla Smith

«Cara, lo so che tu non c'entri nulla. Non avrai problemi; quindi puoi entrare e con te anche la nuova ragazza. Non lasciare che si faccia condizionare da quella» disse indicandomi

Senza obbiettare le mie compagne di stanza entrarono; sapevano, come me d'altronde, che la Smith non avrebbe sentito nulla... Ma cosa si aspettavano? Margaret ha questo fascino che ha presa sui docenti, quindi per loro se si trova in situazioni "scomode" gliela fanno passare, dicendo che sicuramente non sarà colpa sua. Questa cosa a lungo andare da fastidio.

«Voi due...» disse la prof quasi urlando «seguitemi nell'ufficio del preside. Adesso» andai avanti facendomi coraggio. In queste situazioni o hai coraggio, oppure ti massacrano.

«Speravi di passarla liscia? Vedremo se ti andranno bene le ore di punizione al posto di quelle di scienze»

«Il preside ci chiede di esprimere le nostre opinioni riguardo alle cose per la scuola. Se a lei non sta bene non è un problema mio.» le dissi guardandola negli occhi.

Luke da dietro aveva una faccia quasi più nervosa e arrabbiata rispetto a quella della Smith.

Arrivammo poco dopo e il mastino tedesco bussò ed entrò subito dopo lasciando soli me e Luke.

«Sei stupida, giusto?» mi chiese quest'ultimo

«Madò che palle! Lascia stare, tanto i problemi sono miei, non tuoi.» gli risposi

«Ma si... Voglio rivedere tuo padre tornare qui incazzato per i voti di Chimica, Scienze e Fisica. Voglio vederti ancora correre a nasconderti nella mia stanza impaurita perché tuo padre vuole portarti via dal collegio. Ah si, non aspetto altro!»

«Sono cose vecchie...» gli dissi

«Lucrezia mi sto incazzando. È successo poco prima delle vacanze estive stato il Dio! Tu sei proprio masochista! Non ti capirò mai»

«Non urlare con me! Sono cazzi miei. Non verrò più a chiederti consiglio, va bene? Così stai meglio. Hai solo un anno e mezzo in più, non ti credere così adulto. Le cazzate le fai anche tu, te ne devo ricordare alcune? Oh, e fidati che sono peggio di riprendere a una professoressa qualsiasi.»

«Non stiamo parlando di me adesso mi sembra. Poi se voglio fare qualche stronzata la faccio, stop; di certo non ti vengo a chiedere il permesso.»

«Così stanno le cose? Ha ragione Matthew: nessuno è come sembra.»

«Ma che cazzo dici? Tu stai delirando...»

«A me non sembra.»

«Smettila di fare la bambina. Ti ho solo detto che non devi rispondere alla professoressa e basta.»

«Senti, so quello che devo fare. Non preoccuparti.»

«Chi si preoccupa? Solo vorrei dormire la notte; sai, inizia a diventare pesante consolarti ogni sera.»

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