La mattina mi svegliai alle prime luci dell'alba, perché mi ero dimenticata di chiudere le finestre e, quindi, piccoli fasci di luce illuminavano la stanza. Sbattei gli occhi un paio di volte per mettere tutto a fuoco e la prima cosa che vidi furono i cartoni della pizza che sporgevano dal cestino e sorrisi, pendano alla serata precedente. Spostai il mio sguardo su Cameron, che aveva ancora il suo braccio intorno alla mia vita e mi teneva per mano, facendo incastrare le nostre dita e sorrisi, di nuovo. Lo guardai per un bel po' e sembra così felice e spensierato in quel momento che il cuore, sono sicura, perse un battito. Decisi che non m'importava di alzarmi a chiudere la finestra; quindi mi rimisi nel letto e chiusi gli occhi, rannicchiandomi sul petto di Cameron, che in quel momento era il mio rifugio felice.
Verso le 9.00 Cameron si svegliò e lo sentii, perché sposto la sua mano dalla mia, facendomi svegliare, per la seconda volta.
<<Se restiamo ancora qui, dobbiamo ricordarci di chiudere almeno le tende>> mi disse con gli occhi ancora chiusi, mentre cercava di mettermi a fuoco, con voce ancora impastata dal sonno; che la faceva sembrare ancora più roca e scura. Io sorrisi nel vederlo in quello stato.
<<Leva quelle fossette mattutine Blue e chiudi le tende>> disse facendomi mordere il labbro inferiore per nascondere un sorriso, che volva quasi sovrastare l'altro.
Mi alzai ed andai ad aprire le tende, per far entrare la luce nella stanza e, dopo essermi messa l'accappatoio come giacca, uscii un po' fuori al balcone a sentire quella, che ancora per poco, sarebbe stata la calma di quella giornata. Sentivo il rumore del mare e di un leggero vento soffiare e mi portò calma interiore. Quando Cameron finì mi andai a lavare e mi misi i vestiti che mamma mi aveva dato, poi, presi Cameron di forza e lo portai fuori alla stanza, mettendomi lo zaino sulle spalle. Era iniziata una bella giornata: quella mattina, sentivo quasi che nonno mi avesse svegliato, per farmi vedere tutto da un altro punto di vista.
Mentre aspettavamo l'ascensore dissi a Cameron che sarei andata al cimitero quella mattina.
<<Vuoi che ti accompagno?>> mi chiese.
<<Non lo so, ma penso che andrò da sola. Tu puoi andare al parco o fare altro, non c'è bisogno che stai con me>> gli risposi.
<<Io penso di si Blue. Non conosco la città e non penso ci sia molto da afre da soli; quindi si, ti accompagno, ma ti aspetterò fuori.>> mi disse e io gli sorrisi, come per dire okay.
Uscimmo dall'albergo e io salutai la signora, dandole le chiavi della stanza.
<<Possiamo andare a fare colazione?>> chiesi
<<Dio mio, certo Blue.>>mi disse e io lo portai in un bar lì vicino, che faceva dei coretti eccezionali.
<<Molto meglio del caffè che beviamo di solito, eh?>> chiesi sorseggiando il mio.
<<È molto diverso, ma non è male. Il coretto è buono>> mi rispose
<<Lo so caro, io sono una specie d'intenditrice>> gli dissi continuando a bere il mio caffellatte.
Ci alzammo, quando finimmo, Cameron pagò la colazione e poi ci incamminammo verso il cimitero; che mi aveva sempre spaventata, sin da quando ero piccola. Magari avere Cameron vicino mi avrebbe messo un po' di sicurezza in più. Lo scenario era simile a quello londinese: foglie gialle su strade di cemento, sulle quali camminavamo, e tanta gente indaffarata che camminava senza prestare attenzione a quello che le succedeva intorno. Non mi è mai piaciuto questo nelle persone, mai. Che palle, anche se devi andare a lavoro, hai, sicuramente, un o due secondo per ammirare quello che succede intorno a te, di sicuro.

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Dramedy
Фанфик*dalla storia* «Bene ti chiamerò così allora» «Ma aspetta, perché mai dovresti chiamarmi?» «Ha detto Hyde che farei lavori di gruppo, o mi sbaglio?» mi chiese con un ghigno sulle labbra «No, non ti sbagli, ma chi ti ha detto che li faremo insieme?»...