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Rientro in macchina un po' titubante. So che vuole dirmi di non stargli vicina, ma non può scegliere lui per me.
Se i miei lo venissero a sapere non mi farebbero più uscire, deve essere come noi, ma non riesco a non parlargli, ne a lui ne agli altri.
"Se devi dire che devo starle lontana allora posso benissimo uscire di qui." Dico secca. Sbuffa e stringe il volante. "Non capisci che che ci è vietato? Li conosci da un giorno e già stai lottando per loro?" Forse ha ragione, ma hanno qualcosa che mi è difficile spiegare. "Quindi? È la mia vita, decido io! E se vuoi andarlo a dire ai miei vai, ma con me chiudi." Dico scendendo dall'auto. Lo sento imprecare e nel momento che mi giro non era più li.

"Sono tornata!" Dico urlando la mia entrata in casa. Mamma mi raggiunge e mi da un grande abbraccio. "Ti ho preso dei vestiti adorabili!" Strilla mentre mi prende per la mano dirigendosi in camera mia.

Apre uno scatolone pieno zeppo di vestiti, ma qualcosa non va.
"Jeans? Leggins?" Guardo le cose che ho davanti a me, sembra in guardaroba di un'altra ragazza.
"Si, la figlia di Samanta indossa sempre queste cose! Sono così comode!" Rimango a bocca aperta. Tutto quello che chiedevo era davanti ai miei occhi, c'erano pantaloni strettissimi, pantaloncini corti a vita alta, camicette perfette.

"Mamma, ma mi hai sempre proibito di vestirmi così!" Dico sorpresa. Mi guarda sbuffando, ma sorridente. "Tesoro, hai diciassette anni, non sono io quella che deve dirti cosa indossare." Okey, qua sta degenerando la situazione.
Mia madre esce dalla stanza ed io ho ancora quell'espressione da ebete.

Il cellulare vibra, un messaggio da un numero non salvato.

'Ti vengo a prendere fra un'ora, preparati. Ti aspetto ad un isolato da casa tua, vicino ad una vecchietta con un cane.
-Trev'

Sento il cuore battere, forse per agitazione o forse per paura, ma voglio andarci. Ma aspetta, come ha avuto il mio numero?
Decido di mettermi i leggins e una canotta di basket, tutto trovato dentro lo scatolone. Mi guardo soddisfatta ed esco, non ho mai usato vestiti del genere, mi sembra così strano.
Mangio velocemente ascoltando le giornate noiose dei miei, saranno anche le mie così?
"Io vado a casa di Mad." Dico uscendo una volta salutato.

"Ehi." Dico appena intravedo Trev e lui ricambia con un cenno del capo. Mi guarda sbalordito, forse non si sarebbe mai aspettato un abbigliamento del genere da me.
"Sei uscita in pigiama?" Alzo gli occhi al cielo, anche se divertita. Una parte di me voleva tirargli un calcio, ma dall'altra sorridere.
"Oh andiamo, non dirmi che non sono sexy." Dico scherzando. Salgo in auto nella parte del passeggero e lui mi imita sculettando.
"Io non faccio così." Mi lamento. Riesco a capire che nasconde un sorrido, così mi sento leggermente fiera di me.

Le vie diventano più neutre, non ci sono cose lussuose, ma è comunque un posto carino. "Siamo arrivati." Dice freddo. Scendo dall'auto trovandomi davanti ad una casa con un grande giardino, niente male.
"Non ti aspettare niente, non tutti abitiamo in ville." Dice in tono freddo. Non capisco come abbia questo potere di bipolarità.
Ci troviamo davanti ad una porta bianca, probabilmente quella di Megan.
Trev suona e in un secondo Megan mi si catapulta addosso. "Avevo paura che non venissi." Dice tutta preoccupata e a me scappa una risata.

Forse non sarà la solita amicizia, ma mi trovo bene con loro. "Non potevo non vedere il tuo visetto." Dico tirandogli le guance. "Oh no, così sembri mia nonna!" Sbuffa ridendo e ci fa accomodare.

Non è per niente una brutta casa, anzi. Il corridoio è grande con tanti quadri e foto, la prima stanza che intravedo è la cucina, poi dalla parte opposta il soggiorno e delle scalette che portano ad un'altro piano.

"Non è niente male!" Dico sorridendo a Megan. Lei sorride e mi prende per la mano portandomi in una stanza dove ci sono Luke e Simon. "Eccola! Cambiato guardaroba? Sei decisamente più sexy." Sorride malizioso e io arrossisco.
Mi siedo in un divanetto affianco a Simon che mi sorride. Chissà che reazione avranno i miei se dico che esco con Simon. "Andiamo in giardino!" Dice Luke prendendo Megan per mano e così tutti ci alziamo e seguiamo quei due. Una porta si affaccia proprio ad un giardino molto grande, con vari dondoli e sedie.

L'intero pomeriggio lo passiamo a parlare e a scherzare, sono davvero simpatici.
"Io dovrei andare a casa." Dico a Trev. "Vado in bagno e andiamo." Dice alzandosi. "No, l'accompagno io. Devo fare quella strada." Dice Simon un po' agitato.
Trev annuisce ed entra in casa, mentre Megan e Luke parlano animatamente.

"Grazie per l'invito, ci vediamo domani a scuola." Dico salutando entrambi e loro ricambiamo sorridenti. "Ti tengo il posto?" Mi chiede Megan ed io annuisco.
Entriamo in casa e incontro Trev e lo saluto, ma lui non ricambia.
"Lascia stare." Dice Simon notando la mia faccia.

Usciamo ed entriamo in una macchina nera, sicuramente sua, e partiamo. Accende la radio, probabilmente per non lasciare un silenzio imbarazzante tra di noi.
"Alissa." Mormora abbassando la musica. "Mh?" Dico girandomi verso lui.
"Sei sicura di quello che fai?" Aggrotto le sopracciglia non capendo cosa intenda, mentre lui si mangia le pellicine delle unghie.
"Insomma, io ho perso tutto, ho perso la mia famiglia, i miei vecchi amici." Abbasso lo sguardo. Non credevo che i suoi fossero contrari, ad ogni festa erano sempre felici con lui, ma l'apparenza inganna.
"I-io non lo so. Mi trovo bene con voi, ma non posso nemmeno perdere tutto. Però voglio essere vostra amica, voglio uscire con voi." Dico sforzando un sorriso e lui ricambia. Sembra un ragazzo dolce e sicuro di sé.
"Io direi di stare attenta ad Alton, quello ci odia." Annuisco sapendolo benissimo. "Se lui va a dire qualcosa, mi perderà." Dico ricordando le parole che gli ho detto ore prima.

Il resto del viaggio abbiamo parlato di quanto fosse bello, naturalmente scherzando, e del arroganza di Trev. Dice che fa così perché non vuole affezionarsi ad una persona che non resta, ma io voglio restare.
"Grazie del passaggio." Dico sorridendogli e lui ricambia. "Ciao bimba." Mi giro e gli faccio il dito medio e lui ridacchia.

Entro in casa dove mia mamma mi aspetta paziente. "Dove sei stata? Maddison è venuta a cercarti ma tu non eri con lei!" Alissa inventa qualcosa, veloce. "Per la strada ho incontrato Simon, il figlio di Mariath." Lei sembra calmarsi, per fortuna non sa la sua reputazione.
"Potevi avvisarmi, sono stata in pensiero!" La rassicuro che la prossima volta l'avviserò e salgo in camera mia.
Decido di chiamare Mad, sarà preoccupata ed arrabbiata. "Pronto , Alissa?" Risponde lei dopo due squilli.
"Hei, mi dispiace non averti chiamata e per averti usato come scusa." Non voglio mentirle, non a lei. Sospira, ma la sento sorridere. "Sei stata da Trev?" Sghignazza e io rido. "Nono, sono stata a casa di una mia compagna di classe, ma si lui mi ha accompagnata. Poi sono tornata a casa con Simon. Sai che la sua famiglia non ha accettato il suo stile di vita?" Dico ancora sorpresa. Forse dovevo tenerlo per me, ma so che lei non lo dirà a nessuno.

"Oddio, te lo ha detto lui?" "Sisi" rispondo in tono calmo.
"Voglio conoscere i tuoi nuovi amici!" Dice entusiasta ed io sorrido. Iniziamo a parlare di molte cose, forse le solite.
"Io vado, devo riscrivere degli appunti." Dico prima di salutarla e attaccare.
Sospiro, finalmente sono libera e da sola.

Dopo cena mi faccio una bel bagno caldo, di solito faccio la doccia, ma questo mi rilassa di più.
Una volta finito mi butto e nel letto e in meno di cinque minuti mi addormento, sicuramente per questa giornata iniziata male e finita bene. Per fortuna che ho Mad con me, perché se fosse come Alton a quest'ora sarei sola.

//SPAZIO AUTRICE

Buonasera!
Vi piace il capitolo? Sto facendo un Alton odioso, ma gli voglio bene lo stesso hahaha

Lasciate stelline e condividete!!!!
Buonanotte a tutti 💕

-Ale

The Sun and the Moon (#WATTYS2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora